Capitolo 42: ti devo parlare.

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Song: Camilla Cabello - Never be the same.

"You're in my blood, you're in my veins, you're in my head."
*

La luce del sole che entra con prepotenza dai finestrini dell'auto mi obbliga ad aprire gli occhi e svegliarmi una volta per tutte.

Sembra non esserci più traccia della pioggia caduta durante la notte, a parte qualche nuvola grigia qua e là.
Sposto il braccio di Harry che circondava il mio addome e mi alzo a sedere tenendo il piumone a coprire il mio petto, mentre lui mugugna qualcosa nel sonno facendomi sorridere.

Mi lascio baciare dai raggi solari e socchiudo gli occhi rilassando le spalle. Siamo a marzo e non tollero più questo tempo ancora invernale che sembra non voler andarsene per far prendere il posto alla primavera.

In questi due anni non mi sono mai allontanata dal centro di Manhattan, quindi non so in quale cittadina siamo di preciso, ma adoro rimanere a guardare il prato verde che ci circonda, soprattutto adesso che il sole sembra crescere dai grattacieli di New York che si vedono in lontananza, regalando un' atmosfera più calda e primaverile.

Sento dei movimenti alle mie spalle, ma non mi volto. Poco dopo il corpo di Harry scivola a sedere dietro il mio e le sue braccia circondano il mio busto.
«Buongiorno» sussurra con la voce ancora impastata dal sonno, lasciando un bacio sulla mia spalla nuda e facendo battere il mio cuore un po' più forte della norma.

Faccio per voltarmi con il viso verso di lui, ma mi blocco quando mi ricordo che mi sono appena svegliata, che i miei capelli sono sicuramente arruffati e, molto probabilmente, il trucco di ieri si è sbavato evidenziando così le mie terribili occhiaie.

«Buongiorno» dico con un filo di voce riportando i miei occhi sui grattaceli sfumati dalla luce tenue del sole.

Sento il suo corpo scivolare indietro e allontanarsi, ma poi le sue mani ritornano sui miei fianchi e mi fa voltare interamente verso di lui.
Posa l'indice sotto il mio mento per farmi alzare lo sguardo e alla vista dei suoi occhi ancora assonnati mi pento di non essermi voltata prima per ammirarlo.

«Sei bellissima» dice avvicinandosi per regalarmi il bacio del buongiorno.

Infilo le dita tra i suoi capelli e riporto indietro il ciuffo che gli era caduto sulla fronte.
Mi stringe i fianchi e mi porta a sedere a cavalcioni sulle sue gambe con solo il piumone a dividere i nostri corpi nudi.
Gli lascio delicati baci a stampo mentre le sue dita vagano lungo la mia schiena.

Quando separa le sue labbra dalle mie, recupera la t-shirt bianca che ieri indossava sotto il maglione di lana. Lo guardo delusa non volendo che si rivesta e che mi riporti a casa così presto, andandosene; ma Harry infila quella t-shirt attraverso la mia testa, sposta i lunghi capelli e poi mi aiuta a infilare anche le braccia nelle maniche.

«Posso tenerla?» chiedo sorpresa sentendo il suo profumo sulla mia pelle.

«Devi tenerla».

Mi fiondo sulle sue labbra spingendolo all'indietro e lui mi accoglie stringendomi a sé.
La sua lingua traccia il contorno delle mie labbra e poi si insinua tra di esse ricominciando il circolo vizioso.
Ribalta la situazione, portandomi sotto il suo corpo. Inizia a lasciare una scia bagnata sul mio collo, mentre le mie dita tirano all'indietro le ciocche dei suoi capelli mossi, facendolo gemere.
Mi bacia la punta del seno attraverso la sua maglietta fina, lasciando qualche morso di tanto in tanto. Stringo le gambe intorno al suo bacino sentendo l'eccitazione crescere nel mio basso ventre.

«Harry».

«Mmh?»

Non la smette di baciarmi ogni centimetro della pelle ed io fatico sempre di più a parlare, ogni mio pensiero perde lucidità.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora