Capitolo 19: "tu sei felice?" e un'altra giornata di lavoro.

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Song: Etta James - I Just want to make love to you

Ho trascorso un'ora a pensare che cosa avrei potuto indossare per la serata, rimanendo inerme a fissare il mio armadio aperto.
Per evitare di avere la mia solita crisi isterica — perché non ho mai niente da mettere — alla fine, ho optato per un semplice pantalone skinny nero ed una blusa leggera.
Ho preso il mio cappotto invernale, la mia pochette e mi sono precipitata a casa di Christopher.

Suono il campanello ripetutamente, ma nessuno viene ad aprire.
Che si sia dimenticato che dovevo passarlo a prendere io per raggiungere il locale insieme?
Recupero il cellulare dalla mia pochette, ma prima che io componga il suo numero, il portone si apre.

Alzo lo sguardo e mi trovo di fronte l'ultima persona a cui avrei mai potuto pensare, lasciandomi letteralmente a bocca aperta.

«Louis Tomlinson?!»

«Entra, dolcezza» dice facendo l'occhiolino.
Sorpasso il portone d'ingresso, fingendo che un Louis Tomlinson con solo un paio di mutande addosso non sia venuto ad aprirmi la porta a casa del mio amico.

«Elizabeth, sei in anticipo!» mi accoglie, si fa per dire, Christopher.
Anche lui, con nonchalance, è entrato in scena con indosso solo un paio di jeans neri ed una maglia accartocciata tra le mani.

«Ma se sono in ritardo di venti minuti!» esclamo in risposta

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«Ma se sono in ritardo di venti minuti!» esclamo in risposta. Chris si guarda intorno, mentre si passa una mano dietro il collo in modo impacciato. «Vabbè ho capito, torno tra un po'!» Dico voltandomi di nuovo verso la porta d'ingresso.

«No, ferma! Dammi cinque minuti e sarò pronto, accomodati dove vuoi» dice correndo per il lungo corridoio di fronte a noi, sicuramente per raggiungere la sua camera.

Mi siedo sul divano bianco nell'ampio soggiorno seguita da Louis che si posiziona sulla poltrona difronte a me.

Mi guardo intorno e mi piace molto questo loft: è decisamente più grande del mio appartamento, l'arredamento è moderno ed ogni singolo dettaglio è curato alla perfezione.
Posso dire con certezza che c'è lo zampino della signora Hale.

I minuti passano in totale silenzio tra me e Tomlinson, un silenzio al quanto imbarazzante.
Sento il suo sguardo bruciare il mio volto, mentre divora il pacchetto di patatine che tiene tra le mani.
Non cambia traiettoria neanche quando faccio incrociare i miei occhi con i suoi e questo mi mette terribilmente in imbarazzo, le mie guance stanno andando letteralmente a fuoco.
Probabilmente, sono l'unica ragazza al mondo che si ritrova seduto difronte un bellissimo ragazzo come Louis Tomlinson — in mutande, per giunta — ed è comunque capace di lamentarsi. Ma odio terribilmente le persone che mi fissano con insistenza senza dire nulla.

«Non vorrei essere scortese, ma potresti andare a vestirti invece che rimanere seduto a fissarmi?» rompo il silenzio.

Louis accenna un sorriso, ma — senza rispondere — continua a squadrarmi e a mangiare patatine.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora