Capitolo 59: un'imboscata.

5K 212 11
                                    

Song: Elisa - Un filo di seta negli abissi.

«Keller, che strafica che sei stasera!» mi accoglie Louis, che — insieme al mio migliore amico — ha cercato in tutti modi di invitarmi a cena, anche se io non ne avevo nessuna voglia.
Avrei preferito starmene a casa a deprimermi davanti la tv con una vaschetta di gelato, ma quando questi due si alleano per raggiungere uno scopo diventano fin troppi petulanti.
Alla fine, esasperata, ho accettato.

«Stasera e basta?» scherzo lasciandogli un leggero schiaffo sulla spalla e lui mi fa l'occhiolino.
Lo supero entrando nel suo appartamento seguita dal mio migliore amico. Mi libero del cappotto e della borsa e li lascio nell'attaccapanni vicino alla porta d'ingresso.
«Abbiamo finito tardi di registrare un'intervista e Chris non mi ha fatta neanche tornare a casa per potermi fare una doccia e indossare qualcosa di più comodo. Questi maledetti tacchi mi stanno ucci-»

«Elizabeth».

Mi blocco nel sentire la sua voce.
No, perché non mi hanno detto che ci sarebbe stato anche lui?

Mi volto e lo trovo sulla soglia della cucina con un bicchiere di vino rosso nella mano destra. Indossa una t-shirt bianca che lascia scoperti i tatuaggi sulle braccia muscolose e un paio di pantaloni grigi a quadri.

È sempre bellissimo.

Non è passata neanche una settimana dall'ultima volta che ci siamo visti — nonché la sera in cui ho scoperto che aveva firmato quel maledetto contratto —, ma mi sembra passata un'eternità per quanto mi è mancato.

Il suoi occhi analizzano ogni centimetro del mio corpo, passando dal mio volto alla blusa bianca lasciata aperta nei primi tre bottoni fino a scendere sulle mie gambe lasciate scoperte dalla gonna a matita, che tremano sotto il suo sguardo.
Il respiro mi si è fermato, mentre il mio cuore batte all'impazzata contro il mio petto.
Non riesco a spiccicare parola.

Vorrei che non fosse cambiato nulla tra noi, vorrei poter andargli incontro e baciarlo, lasciandomi stringere dalle sue braccia.
Ma l'immagine di Kendall nel suo appartamento mi passa davanti agli occhi e il mio umore cambia rapidamente.

«Harry» stringo la mascella. «Cosa ci fai qui?»

«A quanto pare ci hanno fatto un'imboscata» dice lanciando un'occhiataccia ai nostri migliori amici. La sua voce è distante, fredda.

«Dovreste parlare» afferma Louis tentennando sui talloni.

Riporto lo sguardo su Harry e mi fa cenno di seguirlo con un movimento della testa.
Prendo un bicchiere di vino posato su un vassoio sul tavolino da caffè e lo porto con me.

Lo raggiungo sulla terrazza e mi appoggio alla ringhiera al suo fianco, mantenendo un po' di distanza. Bevo un sorso di vino, mentre Harry continua a fissare il suo calice mezzo vuoto senza neanche alzare lo sguardo su di me.
Il mio cuore non smette di battere a mille.

Di' qualcosa, ti prego.

«Mi dispiace che tu abbia trovato Kendall a casa mia, l'altra sera».

«Ti dispiace?» chiedo abbozzando una risata amara. «E me lo dici adesso? Avresti potuto farti vedere, sentire... e invece nulla. Nessuna spiegazione».

«Non ho modo di risolvere i problemi che si sono venuti a creare tra di noi. Quindi, cosa avrei dovuto dirti? Dovevamo aspettarcelo che sarebbe finita così».

Dovevamo aspettarcelo che sarebbe finita così.

Finita.

Un pugno che mi arriva dritto allo stomaco.
Immaginavo che avesse già preso la sua decisione senza neanche degnarsi di confrontarsi con me, ma sentirselo dire fa ancora più male. E non sento solo la delusione data dalla sua mancanza di fiducia in me e nella nostra relazione per non avermi messa al corrente del contratto o l'amarezza per aver trovato una donna — che ha chiaramente frequentato in passato, non mi importa se per davvero o solo per pubblicità — nel suo appartamento tre giorni dopo la nostra discussione, ma provo rabbia.
Rabbia perché lui era il primo a dirmi che tra di noi sarebbe potuta funzionare, che saremo stati felici nonostante il mondo di cui lui fa parte e di cui io scrivo e, poi?
Poi, sono bastati tre giorni per fargli cambiare idea e non credere più in noi.
Rabbia perché, se non fosse stato per Louis e Chris che hanno trovato un modo per farci incontrare, lui sarebbe uscito dalla mia vita senza neanche parlarmi un'ultima volta.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora