Capitolo 21: il tornado.

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Song: Natalie Imbruglia - Shiver

È incredibile come Sebastian — conosciuto anche come il Capo dei capi — sia capace di stupirmi ogni volta.
Sono così abituata a vederlo in giacca e cravatta nel suo ufficio, che adesso averlo in casa mia con una semplice t-shirt e dei jeans è alquanto strano.
Per non parlare della sua spontaneità, del suono della sua risata e del fatto che mi abbia convinto a preparare un dolce, dicendo che cucinare aiuta a liberare la mente.

Così, ho scelto di preparare un bel tiramisù, dato che qualche giorno fa ho comprato gli ingredienti mentre ripensavo a quanto fosse delizioso quello cucinato da mia madre.

Non mi sono dimenticata del suo compleanno, ma non ho avuto il coraggio di chiamarla ed inventarmi una banale scusa per giustificare il fatto che in Italia fosse già sera ed io ancora non le avessi augurato un buon compleanno.
Infatti, è stata lei a chiamarmi tra le lacrime poco dopo che sono rientrata nel mio appartamento; quando mi ha detto che ha letto la notizia della rapina su internet e ci ha visto una mia foto, mi sono sentita terribilmente in colpa.

Non ho rilasciato nessuna intervista, non ho risposto alle mille chiamate dei miei colleghi avvoltoi, ma ormai sapevano che io ero presente alla rapina e così non hanno perso tempo a farmi passare per l'eroina che ha chiamato il 911 e si è presa una botta in testa.

Sono sconvolta per quello che è accaduto questa mattina e tremo ancora come una foglia; ma poteva accadere a chiunque e ringrazio il cielo che nessuno sia rimasto ferito o cose del genere.

Ho provato a tranquillizzare mia madre, spiegando che sono stata al pronto soccorso, ho fatto tutti gli esami dovuti e sto bene, ma lei continuava a piangere così come mia sorella e mia nonna, per non parlare della voce tremolante di mio padre.

Odio il fatto che sia successo proprio il giorno del suo compleanno e che tutti loro lo abbiano scoperto leggendo una notizia sul web.
Vorrei poter tornare a casa anche solo per un giorno, passare del tempo con loro e dire "mi vedete? Sto bene, non è successo nulla!", ma non posso lasciare il lavoro adesso e, soprattutto, non posso permettermi economicamente la spesa di un altro viaggio, dato che è passato troppo poco tempo dalle vacanze natalizie trascorse in Italia.

«Accidenti, non lo avevo mai assaggiato ma è buonissimo!» si complimenta Rodger assaggiando il mio tiramisù.

«Dici così solo perché non hai mai provato quello di mia madre».
Ho dovuto comprare una marca sconosciuta di mascarpone e non è certo lo stesso che usavo in Italia, ma comunque il dolce è venuto buono anche se, ahimè, non può essere messo a confronto con quello di mia madre.

Alzo gli occhi al cielo nel sentire il mio cellulare squillare per l'ennesima volta.
«L'ho lasciato in camera, torno subito».

Quando raggiungo la mia stanza, il cellulare ha già smesso di squillare.
Si tratta di un numero sconosciuto, non ci posso credere che i giornalisti continuano ancora a chiamarmi...

Sbuffo ed esco dalla camera portando il cellulare con me, ma mi blocco quando sento uno strano rumore alle mie spalle.

Torno indietro e mi guardo intorno, ma non capisco da dove possa venire questo ticchettìo incessante. Non può essere Sebastian che si trova nell'altra stanza. Sono sicura che il rumore viene da qui, dalla mia camera. È come se qualcuno stesse bussando al vetro della mia finestra...

Alzo lo sguardo di fronte a me e mi trattengo dall' emettere un urlo di paura quando mi accorgo che effettivamente c'è un ombra che si intravede dietro la tenda bianca.

Alzo lo sguardo di fronte a me e mi trattengo dall' emettere un urlo di paura quando mi accorgo che effettivamente c'è un ombra che si intravede dietro la tenda bianca

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Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora