Capitolo 53: il mondo prima di te.

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Song: Annalisa - Il mondo prima di te.

Quella casa in pianura dove sono cresciuta, la mia casa; dietro una collina verde dove ogni domenica mattina, d'estate, andavo con la mia famiglia a fare una passeggiata ed io e mia sorella finivamo sempre per rincorrerci; i pranzi e le cene sotto il gazebo in giardino, all'aria aperta; l'altalena che mi portava così in alto da far tremare le gambe alla mia nonna materna per la paura che io cadessi — ora — sostituita da un'amaca in tessuto bianco nuova di zecca; la mia vespa rossa con cui pensavo di poter arrivare in capo al mondo a soli quattordici anni.
Rivedo le immagini della mia infanzia attraversare la mia mente, mentre mi guardo intorno respirando l'aria di campagna.

Cerco di tornare in Italia almeno due volte l'anno — sia durante il periodo natalizio sia durante le vacanze estive — e, ogni volta, non posso fare a meno di controllare che tutto sia come l'ultima volta, ogni cosa al suo singolo posto; ma trovo sempre qualche quadro cambiato da mia madre, una pianta diversa all'ingresso, un mobile nuovo che ne sostituisce un altro nella camera che condividevo con mia sorella... stavolta, un'amaca montata al posto dell'altalena che mio padre ha deciso di buttare, ma io ci tenevo tanto.
Era una di quelle cose che mi ricordavano i momenti più belli della mia infanzia e ammetto di esserci rimasta male quando non l'ho trovata al solito posto nel giardino.

Poi, ho notato Harry farci il pisolino pomeridiano quasi ogni giorno dopo pranzo e mi sono arresa all'idea che non fosse poi così male neanche questo nuovo arredo; sull'altalena non avrei mai potuto ammirare la sua espressione rilassata con gli occhi chiusi e le labbra leggermente dischiuse, la camicia di lino alzata dal vento che mostra i tatuaggi alla base della pancia e le braccia a ciondoloni con le mani a toccare l'erba.
Due giorni fa, si è capovolta l'amaca dopo un suo movimento brusco a causa di un incubo e lui si è ritrovato sdraiato per terra, inizialmente mi sono spaventata per il timore che si potesse esser fatto male, ma quando ho visto che stava bene, non sono riuscita a trattenermi dal ridere.
Certe persone entrano nella tua vita e te la sconvolgono, anche la cosa a cui eri più affezionata passa in secondo piano senza che tu te ne accorga.

Un pizzicotto sul fianco mi distrae dai miei pensieri, così mi volto con un sopracciglio alzato verso Harry che è sdraiato di fianco a me.
«Stavi ripensando alla mia caduta» mi accusa.

«E tu che ne sai?»

«Ridevi da sola. Di nuovo.»

Mi mordo il labbro per non ridere ancora, non mi ero minimamente accorta di starlo facendo.
Mi volto di lato verso di lui e mi accoccolo con la testa sul suo petto e le nostre gambe intrecciate; quindi lui inizia a rigirarsi i miei capelli tra le dita.

«Non mi sembra vero di essere qui, in cima ad una collina. Nessun fotografo intorno, nessun fan, guardia del corpo o manager. Tutta questa pace... mi sembra un sogno. Come sei riuscita a passare da un posto tranquillo come questo alla confusione di Manhattan?» Mi chiede mentre con una mano accarezza i fili di erba.

«Diciamo che Milano è stata la giusta via di mezzo» dico stringendomi nelle spalle. La città dove ho trascorso i miei ultimi anni di studi è completamente diversa da dove sono cresciuta: è molto più frenetica, attiva, veloce; ma non certo al livello di Manhattan. Credo che gli anni trascorsi lì mi siano serviti ad accettare i cambiamenti della mia vita, allontanarmi dalla mia famiglia piano, piano. Iniziando, inevitabilmente, anche a rinunciare ad Andrea.
Se mi fossi trasferita da Firenze a Manhattan, senza mai essermi allontanata da qui per più di una settimana, credo sarebbe stato ancora più tragico di quanto già lo sia stato.

«Credi che tua madre abbia capito chi sono? Appena mi ha visto, ha detto che gli sono sembrato una faccia conosciuta» cambia discorso dopo pochi minuti, ripensando al giorno in cui siamo arrivati qui e ha conosciuto i miei genitori.
Quando mia madre se ne è uscita con quelle parole, mi si è gelato il sangue. Per fortuna, mia sorella ha saputo evitare il pericolo al posto mio e cambiare immediatamente discorso.
I miei genitori sanno che il mio ragazzo è Harry Styles, ma non sanno chi sia realmente Harry Styles. Qualche giorno prima del nostro arrivo, mia sorella ha nascosto ogni poster dei One Direction che aveva nel suo armadio, capendo le mie motivazioni. So per certo che mio padre non sarebbe affatto contento di sapere che il mio ragazzo è una star internazionale con tanto di guardie del corpo a seguito ogni volta che si muove; penserebbe subito che potrei essere assalita dai suoi fans o dai paparazzi ogni volta che esco con lui, ovviamente esagerando. Mia madre non avrebbe dovuto obbligarlo a guardare film come The bodyguard.
Non ho mentito a nessuno, ho solo omesso un piccolo grosso dettaglio. Non si tratta di nasconderlo per sempre, ma almeno fino a quando io ed Harry non saremo sicuri di uscire allo scoperto. Voglio avere il tempo di tranquillizzare mio padre attraverso sotterfugi, film o riportando esempi su coppie simili a noi che vivono la loro vita tranquillamente, facendoglielo capire con calma. Inoltre, non rischio che la lingua lunga di mia madre vada a spifferare a tutto il paese che la sua figlia maggiore è fidanzata con una celebrità, non mi sembra proprio il caso.

Due mondi troppo distanti. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora