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avevamo appena finito mi mangare e stavamo sul divano a vedere la tv.
-ti va di fare un giro?-chiesi
-va bene, portami a vedere questa città se tanto ci tieni-rispose ridacchiando
uscimmo di casa e mi diressi verso la piazza
- dove andiamo di bello?-mi chiese cercando di imitare un bambino
-in piazza, tesoro della mamma- dissi io imitando una madre e scoppiammo a ridere.
-che ci trovi di così bello in questo posto?- mi chiese
-non lo so, sono nata e cresciuta qui, ha un valore affettivo per me e poi ci sono tutti i miei amici-
-ma tu come sapevi del mio...passato?- chiesi malinconica
-lo sapevo e basta-rispose scocciato
-tu ora mi dici perchè lo sapevi!-
-lo sapevo, punto e basta-
-DIMMI PERCHÉ LO SAPEVI-dissi quasi urlando, ero furiosa, perchè non mi rispondeva?
-perche io ero vicino a te, sono sempre stato vicino a te, tu non mi vedevi ma io c'ero sempre.
Ti vidi la prima volta quando passavo per caso vicino alla scuola e vidi loro, dei bulletti che ti prendevano in giro, avrei voluto intervenire ma non potevo farmi vedere, avevo le ali.
Da quel giorno ogni tanto venivo a trovarti per assicurarmi che quelle persone non ti facessero del male, poi la tua vita è migliorata e io ho smesso di venire, fino a quando mi hai visto un paio di settimane fa- disse con un tono che variava da calmo ad arrabbiato.
Non sapevo che dire, lui mi conosceva, voleva... proteggermi?!
-grazie-dissi sotto voce quasi sperando che non mi sentisse
Continuammo a camminare, la mia mente era piena di pensieri, domande... perchè proprio io, perchè veniva a trovare me, proprio me?!
-perchè proprio io?perchè ti importava di me?- dissi ad un certo punto
-non mi importava di te!- disse come per discolparsi
-volevo solo assicurarmi che non succedesse niente ad una bambina indifesa- disse con un tono più calmo.
-okay, scusa eh-riposi con un misto tra ironia e rabbia.
ci sedemmo su una panchina e mentre scrivevo ad Alis che stavamo bene per sbaglio lo toccai, mi dimenticavo quanto fosse freddo, mi aspettavo che si arrabbiasse e mi urlasse contro ma non successe.
-attenta-mi disse, quasi preoccupato
-un pó di freddo non mi uccide mica- dissi mettendogli una mano sul braccio per dimostrarglielo
-toglila subito!- non lo ascoltai, volevo fargli capire che non mi faceva male toccarlo.
-no, non mi succede mica qualcosa- dissi e ad un certo punto non sentii più il freddo tolsi e rimisi la mano sul suo braccio e niente, non lo sentivo freddo.
-cosa c'è?!- disse accorgendosi il mio sguardo confuso
-non sento più il freddo, non sei più freddo per me-dissi senza capire bene quello che stavo dicendo
-com'è possibile?!Solo mia sorella e Jhon, il mio migliore amico potevano toccarmi senza avere freddo-
cercai di trovare un collegamento tra di loro, cercavo qualcosa che avesse senso.
-loro sono le persone più importanti per me, quindi sono contento che proprio loro non sentano il mio corpo freddo-
aspetta, le persone più importanti... le persone più importanti, ecco, ci sono.
-loro sono le persone più importanti per te, tra di voi c'è un forte legame che è come se riuscisse a sorpassare il freddo. Lo so che sembra una cosa inventata così sul momento ma se ci pensi, ha senso peró poi ci sono io, che non centro niente con te e questo mi confonde-
Rimanemmo un pó su quella panchina a pensare, senza dire una parola.

Kayla e il mondo fatatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora