92 (Vicky's pov)

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Vicky's pov

La notte non chiudo occhio, non riesco a togliermi dalla testa lo sguardo freddo e menefreghista di Nate...quegli occhi che fino a poco tempo fa erano il mio mare sicuro ora sono diventati la mia tempesta personale, quella tempesta perfetta dalla quale nessuno fa ritorno, quella che quando ti ci imbatti non hai più scelta. 

Mi rigiro nel letto fino a tarda notte, gli occhi mi bruciano per il troppo pianto, ho versato fino all'ultima lacrima, quelle maledette perle di ghiaccio tormentano il mio già precario sonno, un dormiveglia fatto di incubi in cui la faccia da stronza di Nicole mi si palesa davanti con quel ghigno vittorioso di chi ha finalmente riavuto ciò che le spetta! Forse sono stata un'illusa a credere che finalmente Nate fosse solo mio, forse non lo è mai stato veramente...

Mi alzo esausta dal letto dopo aver dormito si e no un'ora e decido di andare a correre per cercare di liberare la mente e scaricare la tensione che mi attanaglia lo stomaco, forse riuscirò a smettere di pensare a lui. Mi vesto con le prime cose che capitano e senza fare rumore, per non svegliare Kate e Ryan che dormono sul divano, esco di casa. 

Inizio a correre fino a non avere più fiato,  fino a che un dolore al fianco non mi costringe a fermarmi...ho corso talmente tanto e senza badare a che strada percorressi che ora mi rendo conto di non sapere nemmeno dove mi trovo! Addocchio una panchina al sole e decido di fermarmi un momento per riprendere fiato. Mi guardo intorno, è un bel quartiere, fatto di casette a schiera tutte uguali con giardini ben curati, i bimbi al parco giocano indisturbati mentre le mamme  richiamano la loro attenzione perchè è arrivata l'ora di andare a scuola. 

<<E tu cosa ci fai qui?>> mi domanda una voce famigliare che però non riesco ad associare a nessun volto. Mi giro spaventata e mi ritrovo davanti Stefan, il barista della caffetteria al campus.

<<Ciao!>> lo saluto 

<<Come mai da queste parti?>> mi domanda curioso con un sorriso amichevole sul volto. Lo osservo, è davvero un bel ragazzo, non è muscoloso come Nate ma non è niente male, i colori mediterranei che lo contraddistinguono, quegli occhi caldi come la cioccolata e quel sorriso cordiale lo rendono davvero affascinante.

<<Stamattina sono uscita a correre ma ero talmente immersa nei miei pensieri che mi sono persa. Stavo cercando di capire dove fossi finita mentre riprendo un pò di fiato!>>

<<Capisco! Che ne dici se mentre riprendi fiato ti offro un buon caffè?>> 

Ho sentito bene? CAFFE'? Io sono drogata di caffè e dopo la nottataccia che ho passato non potrei mai rifiutare un invito così allettante, ne ho davvero bisogno!

<<Non potrei mai rifiutare una tazza fumante di caffè!>> dico con un sorriso sincero. Questo ragazzo con la sua calma e la sua pacatezza ha uno strano effetto rilassante, è come una ventata di aria fresca in queste giornate burrascose. 

Stefan mi allunga la mano per aiutarmi ad alzarmi, la osservo per alcuni secondi stupita da questo gesto così premuroso ma poi accetto l'aiuto di buon grado. 

<<E tu come mai da queste parti?>> gli domando

<<Io abito qui!>> dice indicandomi una di quelle graziose casette a schiera che avevano attirato la mia attenzione.

<<E' un bel quartiere! Sembra molto tranquillo!>> constato

<<Si lo è, forse anche troppo! Sarà che sono abituato al trambusto della caffetteria e la sera, quando torno a casa, mi sembra strano il silenzio che mi circonda>> lo osservo con la coda dell'occhio, cammina tranquillo, con le mani in tasca...vorrei capire che tipo è...al campus a parte qualche saluto di cortesia entrando al bar non abbiamo mai avuto modo di scambiare due chiacchiere, perciò mi sembra strano mi abbia invitato a prendere un caffè con lui, però nei suoi gesti e nelle sue parole non c'è malizia, probabilmente voleva solo essere gentile. 

All Is Possibile [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora