CAPITOLO 10

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Jules

Ricky continua a strusciarsi contro il mio fondoschiena, ma la mia attenzione fino a qualche minuto fa era completamente presa da altro.

Gemma e Max stavano discutendo animatamente a pochi passi dal bar e lui sembrava visibilmente alterato.

Non voglio lasciarmi coinvolgere dai loro affari e farmi venire il malumore, non ora che sto vivendo una splendida serata. Così, butto giù tutto il resto del drink dal mio bicchiere, riprendendo a ballare in modo ancora più spinto con Ricky. Con la coda dell'occhio vedo che Max si è avvicinato di nuovo al gruppo, e il suo sguardo è fisso su di noi. La mente di colpo si annebbia, ripenso a lui, a Gemma, a quello che cercano di tenermi nascosto, e non riesco più a rendermi cosciente delle mie azioni. Di colpo le labbra di Ricky sono sulle mie ed io rispondo al suo bacio, aggressivo e coinvolgente, mentre sento una sua mano premermi sulla schiena per poi scendere lentamente verso il basso. Mi lascio trasportare da quel gesto chiudendo gli occhi, anche se non provo nulla, il niente. Nel momento in cui li riapro però, noto lo sguardo gelido di Max ancora su di... me. Mi stacco e riprendo a ballare energicamente insieme alle altre ragazze come se nulla fosse successo, sentendo però lo sguardo di fuoco di Max infierire ancora.
Decido allora dopo poco di allontanarmi dalla sua traiettoria ed andare nuovamente a prendere qualcos'altro da bere.

Succede sempre così, quando bevo troppo, ne voglio sempre di più fino a non voler capire più nulla.

Eppure ho visto gli occhi di Max, rabbuiarsi e diventare gelidi, e sono più che sicura che non fosse solo colpa dell'alcool...

- Fammi qualcosa di forte, ma dolce, disgustosamente dolce. – il barista mi sorride malizioso, ed io rispondo al suo sorriso ammiccando. 

Sono più una tipa da birra scura, ma ho bisogno di non pensare stasera e quella da sola non basta.
Quando il drink è pronto, afferro il mio bicchiere e, mentre gli passo la banconota, il ragazzo dietro al bancone blocca il mio gesto.

– Offre la casa. – mi dice, facendomi l'occhiolino.

Dopotutto essere diventata più attraente porta i suoi vantaggi.

Mentre porto il bicchiere alle labbra per un secondo sorso di quel drink rosa, eccessivamente dolce e al sapore di ciliegia, sento qualcuno afferrarmi per un braccio e tirarmi dietro al chiosco del bar.

- Cosa diavolo hai intenzione di fare? – Max ha gli occhi sbarrati e sento il suo sguardo bruciare sulla mia pelle.

Ha aumentato il tono della sua profonda e bellissima voce per sovrastare la musica, o forse per un moto di rabbia improvvisa... ma diavolo, è bellissimo anche se è ubriaco, non potrei mai pensare il contrario. Dopo il primo momento di sgomento iniziale, sorrido.

Non mi aspettavo una reazione del genere... non per me.

- Mi stai ascoltando?? – mi chiede, ancora più incazzato di prima.

- Io... mi sto solo divertendo. – cerco di giustificarmi, continuando a tracannare quel liquido rosa fin troppo dolce, anche per le mie papille gustative abituate a quattro bustine di zucchero per ogni caffè americano.

- Divertendo eh... - ripete incredulo ghignando. Vedo comparire sul suo volto un sorriso amareggiato mentre si passa nervosamente una mano tra i capelli riccioluti, scompigliandoli ancora di più e rendendomi quasi succube in questo modo di ogni suo gesto. – Ti sei resa conto che quel coglione vuole solo toglierti le mutande? – sbotta ancora incazzato.

- E allora, che c'è di male? – inizio a divagare, passando ad uno stato irritato e iniziando a dire le prime cose che mi passano per la mente senza controllo. – Ah forse ho capito...- riprendo ridacchiando maliziosamente - ...forse sei incazzato perché vorresti togliermele prima tu per caso? – alle mie stesse parole mi si gela il sangue nelle vene. 

Non volevo dire nulla del genere, non ho neanche mai pensato a quelle parole. Eppure sono lì, le ho appena sputate fuori nell'aria calda di questa notte di settembre.

Max rabbrividisce visibilmente al sentirmi pronunciare quella frase.

- Diavolo Jules, ma almeno ascolti quello che dici? – il suo tono ora è più calmo, direi rassegnato. – Che fine hai fatto Jules, eh? Che fine ha fatto quella ragazza che si imbarazzava ad ogni sguardo, ad ogni gesto? Quella ragazza che quando beveva troppo poteva riuscire a parlare di cinema e di arte per ore, citando a memoria i dialoghi dei suoi libri preferiti, e che mangiava cioccolata ad ogni ora del giorno perché era la sua unica dipendenza?!

I miei occhi in quel momento si riempiono di lacrime, ma mi costringo a ricacciarle.

Mai farsi vedere debole, mai più.

- Quella ragazza... - sorrido nervosamente al pensiero di quei ricordi – ...ha capito come va il mondo. Ha capito che se non ha minimo una taglia 42, i ragazzi non la guardano desiderandola... ha capito che il mondo è un posto più gentile se ti mostri bella, sorridente e sicura di te... ha capito che non sarebbe mai stata ricambiata continuando a rimuginarsi addosso e sperando di diventare come la sua bellissima migliore amica. Anche se un po' tardi, alla fine ha capito di dover agire, e l'ha fatto. – Sorrido amareggiata mentre cerco di ricacciare all'insù le lacrime che mi stanno riempiendo gli occhi. – Quella ragazza è cambiata... è cresciuta, e non puoi arrivare tu un giorno e chiedere che fine ha fatto quella ragazza, perché lei è ancora qui solo che ha capito come va il mondo! – Alla fine non riesco più a trattenermi e le lacrime cominciano a scorrermi lungo le guance, una dopo l'altra sotto lo sguardo attonito di Max che, dopo il mio monologo, si è ammutolito e mi guarda impietrito.

Io allora asciugo le lacrime sul mio viso con il dorso della mano e finisco il mio drink in un sorso, gettando poi il bicchiere lontano e ritornando in pista a scatenarmi, lasciandolo lì da solo. 

Delle lacrime neanche più l'ombra, ne ho abbastanza.

Non voglio più che qualcuno mi condizioni a tal punto da far cambiare il mio umore, neanche lui.

At Home, Again - The Comeback Series #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora