CAPITOLO 27

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Jules

È mattina. Mi sono svegliata presto perché ieri sera sono crollata stremata tra le braccia di Max. Strano a dirsi eppure è così, ed io ancora stento a crederci. Anni fa non l'avrei mai pensato possibile, eppure eccoci qui... Max è sdraiato sul suo letto, con un braccio intorno alla mia vita che mi tiene stretta a lui, ed io posso ammirarlo mentre dorme beato, essendo voltata verso di lui.

Se questo fosse un sogno e domattina io mi svegliassi ancora grassa e insicura, e fossi ancora solo la sua "migliore amica", capirei di dovermi dare una mossa e farei di tutto per arrivare a sentire quello che sto provando in questo momento.

Non l'avrei mai sognato, sperato, immaginato... ma ora che è accaduto, ora che ho affidato a lui il mio corpo e la mia anima, non potrei sentirmi meglio.

Prima che si svegli, mi perdo ad osservare i lineamenti del suo viso, con quei capelli scuri e spettinati che gli ricadono sulla fronte, e un accenno di barba che gli cresce sul mento e lo fa sembrare più adulto... Se non sapessi che ha ventun anni gli darei qualche anno in più, perché i suoi tratti marcati e la mascella pronunciata lo fanno sembrare un uomo in tutto e per tutto. Lo immagino già tra qualche anno, quando sotto la trentina dovrò fare a botte con ogni sorta di donna di cui attirerà l'attenzione, perché sono sicura che accadrà di certo. Max non passa inosservato, non è mai accaduto, neanche quando era un ragazzino. La sua bellezza è sempre stata il suo punto di forza, e per questo deve ringraziare soprattutto sua madre, da cui ha ereditato i capelli corvini e i lineamenti ben definiti... il ringraziamento speciale per il punto forte però, va a suo padre. Se non fosse stato per quegli occhi non credo che l'avrei neanche notato... no beh, forse l'avrei notato lo stesso, ma forse non me ne sarei innamorata perdutamente e follemente sin dal primo momento.

- Max... - sussurro gentilmente, avvicinandomi a lui e accarezzandogli una guancia.

Lui mugola distrattamente, rigirando il viso e portandolo dall'altro lato, donandomi piena visione di quei capelli scuri e mossi che tanto adoro. Passo così la mano tra quei riccioli scuri scompigliati intrecciandoli tra le dita, godendone appieno della sensazione, e subito lo sento muoversi sotto il mio tocco.

- Me lo fai venire ancora più duro di quanto non sia già se continui in questo modo... - gli sento borbottare.

E io rido, rido tanto, facendolo voltare a guardarmi sorpreso.

- C'è un momento della giornata in cui tu non sia eccitato? - chiedo tra le lacrime delle risate.

- Dovresti preoccuparti se così non fosse! - mi rassicura. - Potrei essere impotente, o peggio, un eunuco...

- Da quando in qua conosci certi paroloni? - chiedo sbalordita, cercando di riprendere fiato.

- Oh Juliet, sono tante le cose che ancora devi imparare su di me, a partire dalle cose che più mi piacciono fare... - afferma malizioso, raggiungendo il mio volto con il suo, e guardando fisse le mie labbra...

- Beh per quello ci sarà tempo... - affermo anch'io maliziosamente, portando velocemente le mie labbra sulle sue.

Max sembra davvero preso, ma io sono ancora dolorante da ieri sera per quanto mi ha tenuta impegnata, e quindi sgattaiolo via dalla sua presa per rimettermi in piedi, afferrando i miei vestiti sotto il suo sguardo accigliato.

- Te ne vai? - mi chiede, come se fosse un bambino di cinque anni che ha appena scoperto che il suo compagno di giochi deve abbandonarlo.

- È quasi mezzogiorno, e ho promesso alla mamma di essere a casa per pranzo. - ammetto, quando vengo improvvisamente colta da uno sbadiglio che mi costringe a fermarmi per qualche secondo. Al mio riaprire gli occhi, lo sguardo mi cade nuovamente sulla piccola macchia rossa che si nota perfettamente sulle lenzuola azzurre che ricoprono il letto. - Sai come si fa una lavatrice, giusto? - gli chiedo allora.

At Home, Again - The Comeback Series #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora