At Home, Again - The Comeback Series #1

CAPITOLO 11

Max

La serata di ieri non è andata proprio come speravo, anzi. Colpa dell'alcool, o colpa mia e di quello che cerco disperatamente di nascondere. 

Jules inoltre non si e fatta sentire affatto per tutto il giorno. 

Dopo aver accompagnato gli altri alle prime luci dell'alba, una volta rimasti solo noi due, ho tentato di riaprire il discorso ma lei mi ha zittito intimandomi di riaccompagnarla a casa in silenzio. Ho fatto come richiesto, non volevo peggiorare ulteriormente le cose. Lei è scesa dall'auto senza nemmeno salutarmi, senza nemmeno rivolgermi un singolo sguardo. Avrei voluto guardarla in faccia mentre si allontanava per vedere che espressione avesse, ma non ho avuto il coraggio di scendere dall'auto. Per questo mi sono limitato a guardarla fin quando non ha richiuso la porta d'ingresso di casa alle sue spalle.

Vorrei chiamarla e parlare con lei, correrle incontro ed abbracciarla e baciarla, e far finta che nulla sia accaduto. Eppure non riesco a capire cosa mi trattiene dal farlo, anzi lo so. La paura che non funzioni, che alla fine lei non provi più le stesse cose e che io ne rimanga col cuore in pezzi. Queste sono le cose che mi frenano.

1 anno e 8 mesi prima...

- Mi dispiace averti fatto uscire la mattina della vigilia di Natale. – Jules si scusa ancora, non ne posso davvero più di tutto questo dispiacere.

- Quante volte dovrò dirti che per me non è un problema? – gli ripeto per l'ennesima volta.

- Lo so, è solo che magari volevi continuare a dormire visto che stasera si farà sicuramente tardi a casa di Vince...

- Ora stai decisamente esagerando! – la guardo in viso e scoppiamo a ridere entrambi, mentre lasciamo l'auto e ci dirigiamo nel centro commerciale alle porte della città, perbpoter compare un regalo di Natale a Gemma da parte sua.

- Come faccio a ridurmi sempre all'ultimo giorno per fare qualsiasi cosa? - domanda più a se stessa che a me.

- Credo che la tua sia una dote innata! – le dico.

Lei sorride e mi tira un finto pugno sul braccio con i suoi guanti neri.

- Non ti ho fatto uscire di casa solo per questo in verità...- mi dice poi mentre ci dirigiamo nuovamente all'auto, dopo aver finito le nostre compere.

Improvvisamente, tira fuori dalla borsa un piccolo pacchetto incartato con una carta natalizia rossa, ricoperta da buffe figure di pupazzi di neve.

- Buon Natale... – mi dice, posandomelo tra le mani. – E visto che il prossimo Natale non sarò qui, ho già provveduto per un doppio regalo. - Sorride mentre io inizio a scartare il pacchetto senza dire una sola parola.

Dalla carta rossa fuoriescono due cd di una vecchissima rock band che ho cercato in lungo e in largo senza risultati.

- Ma come hai fatto a trovarli? – le chiedo estasiato.

Riesce sempre a sorprendermi in qualunque situazione.

- Segreto! – mi dice, portandosi un dito alle labbra, mimando un gesto di silenzio.

- Grazie Jules, davvero. Sei l'unica che riesce a decifrarmi.

Oggi.

Jules

Max, Max, Max. Non riesco a pensare ad altro che lui. Oggi mi sono rintanata in camera perché ce l'ho con il mondo intero e, per evitare di trattar male qualcuno che non lo merita, me ne sto ben nascosta con le canzoni dell'ultimo cd di Adele come sottofondo della mia vita disastrata. Credevo che le cose, una volta tornata, sarebbero state esattamente come prima, o per lo meno lo speravo. Per i miei migliori amici invece non sembra essere così visto che Gemma ha pensato bene di allontanarsi ancora di più da me e Max invece, nel suo riavvicinamento, sta diventando decisamente troppo asfissiante. Cosa crede, che visto che prima quando ero una piccola palla di ciccia non frequentavo alcun ragazzo, ora dovrei continuare a comportarmi così per il resto della mia vita?! So che forse è solo preoccupato per me, ma non mi sembra la maniera più adatta paragonarmi a com'ero un anno fa. Non voglio che lui pensi che io sia diventata una persona peggiore di quella che ero, perché non lo sono, anzi. Da quando ho avuto questo enorme cambiamento estetico è come se mi sentissi rinata, una Juliet 2.0 in grado di affrontare situazioni di cui prima non sarebbe mai stata capace di venirne a capo.