CAPITOLO 32

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Max

- Potrei riavere indietro le mie mutande? - mi chiede Jules scocciata.

Siamo ancora in bagno, da più di mezz'ora, dato che nella fretta abbiamo dimenticato di chiudere a chiave la porta principale dell'antibagno. Abbiamo rischiato di essere scoperti già un paio di volte, per questo stiamo aspettando che la ragazza che è entrata nei bagni da qualche minuto se ne vada per lasciarci via libera. Jules però continua ad insistere sul voler riavere indietro la sua biancheria, che le ho sequestrato quando era fin troppo impegnata per accorgersene. Non ha capito però, che fin quando non imparerà ad ascoltarmi, ci saranno conseguenze ben peggiori...

- Scordatelo, la prossima volta impari ad ascoltarmi quando ti dicevo che era meglio se mettevi qualcosa di più sobrio... - le ricordo, sorridendole impertinente.

- Ma in questo modo qualcuno potrebbe vedere... tutto! - dice gesticolando nervosamente, facendomi ridacchiare sotto i baffi. - Non sarebbe peggio? - sbotta spaventata, cercando comunque di contenere i toni per non farsi sentire dalla ragazza qui fuori intenta a sistemarsi allo specchio.

- Sono sicuro che tu eviterai che accada... altrimenti sarà peggio per te. - ammetto ghignando malizioso.

Lei mi guarda con un cipiglio contratto sul viso, inconsapevole di cosa possa aspettarla...



Jules

Quell'odiosa spocchiosa che è stata una vita ad aggiustarsi allo specchio, finalmente ha lasciato l'antibagno femminile e se n'è ritornata nella sala principale, dandoci così il via libera per poter abbandonare i bagni e ritornare dai nostri amici, dato che credo che la nostra prolungata assenza sia stata notata eccome. Velocemente così io e Max ci dirigiamo alla porta, ma io mi blocco dopo solo qualche passo perché non riesco a camminare bene. Sento una strana sensazione nel non indossare l'intimo al di sotto della minigonna, come se lì sotto passasse fin troppa aria...

- Ti prego Max, potresti ridarmi indietro le mie mutande? - chiedo, quasi supplicandolo, mentre continuo ad tirarmi giù le estremità della stoffa di pelle nera al di sotto del quale non indosso nient'altro.

Lui non mi risponde, ma si avvicina nuovamente a me per baciarmi ancora e ancora, mandandomi completamente in tilt il cervello per il semplice fatto di aver appoggiato la sua bocca sulla mia. Ho caldo, fin troppo, e la pelle nei punti in cui mi ha toccata finora brucia ancora.

- Questa è la tua punizione, tesoro. La prossima volta si fa come dico io. - conclude, facendomi l'occhiolino per poi lasciare l'antibagno femminile sotto il mio sguardo sorpreso.

Sono consapevole di poter sembrare una vera e propria pervertita ammettendolo, eppure le sue parole in me non provocano rabbia e sdegno, anzi... la mia mente contorta e il mio corpo reagiscono positivamente al suono basso e profondo della sua voce mentre pronuncia quelle parole, provocandomi dei brividi lungo tutto il corpo. Segno che l'eccitazione in questo modo sta ritornando nuovamente a farsi presente...

Credo di essere diventata dipendente da lui e dalle sensazioni che scaturisce in me... Ho assaggiato finalmente il frutto proibito, ed ora ne sono completamente in balia.

Quando mi riprendo, ricaccio all'in fuori tutta l'aria che avevo trattenuto fino a quel momento, e mi faccio largo attraverso la porta che dà nella sala principale del locale.

Appena attraverso le porte, due occhi azzurri si incrociano con i miei verdi facendomi rimanere paralizzata. Gemma, a qualche passo di distanza da me, è appoggiata ad un muro intenta a chiacchierare con un ragazzo che non mi sembra di conoscere, ma dal suo sguardo capisco che forse ha intuito esattamente come stanno le cose.

At Home, Again - The Comeback Series #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora