CAPITOLO 37

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Jules

Max bussa un paio di volte sul clacson per attirare la mia attenzione, non sapendo di averla già attirata ancor prima che parcheggiasse, e quindi mi avvio velocemente verso lo sportello del passeggero.

- Ciao. – esclamo, sedendomi accanto a lui e richiudendo lo sportello, guardandolo poi di sottecchi.

- Ehi... - mi sussurra seducente, sporgendosi verso di me per prendersi un bacio, suo di diritto.

Una scarica di brividi mi percorre velocemente dalla nuca fino ai piedi, facendomi venire la pelle d'oca.

Su di me provoca sempre lo stesso effetto...

- Allora, com'è andato il primo giorno? – mi chiede, rimettendo in moto l'auto e avviandosi verso casa.

- Bene, devo ammettere... Ho fatto amicizia con due ragazze, mi meraviglio di me stessa. – ammetto contenta, quasi saltellando sul sedile dell'auto.

- Io invece non sono meravigliato... - mi dice sorridendo, mandandomi in confusione.

- Ah no? – chiedo stranita, incitandolo a spiegarmi le motivazioni della sua affermazione.

- No. Ero sicuro che ce l'avresti fatta. Ti ha fatto bene cambiare Jules, anche se non vorrei dirtelo, ma tutto ciò ti ha aiutata ad avere maggior sicurezza in te stessa. Ora guardandoti non leggo più quella paura e quell'insicurezza che caratterizzavano il tuo volto ogni giorno... ora vedo te, vedo i tuoi meravigliosi occhi da gatta sempre luminosi e riesco a leggere la contentezza che hai nel mostrare agli altri la vera te senza remore. Ora vedo te Jules, ed è questo che mi ha fatto rendere conto ancor di più di quello che realmente provo per te! – esclama infine, rivolgendomi una veloce occhiata prima di ritornare a guardare la strada difronte a lui.

E alle sue parole, che in me accendono un fuoco che mai avrei pensato potesse essere alimentato, che mi ritornano alla mente le parole che mia madre non si risparmiava mai di dirmi quando avevo le mie giornate "no" e me la prendevo inevitabilmente anche con lei... "Bisogna amare prima se stessi per imparare ad amare gli altri, tesoro!" mi ripeteva in continuazione ogni volta che le chiedevo cosa ci fosse di sbagliato in me.

Ora, per la prima volta, mi ritrovo a comprendere appieno il significato delle sue parole.

- Sono contenta allora, di essere cambiata. – ammetto senza pensarci su due volte, mentre noto Max che, con lo sguardo ancora puntato con attenzione sulla strada, sogghigna contento alla mia affermazione.

- Allora, oggi devi fare la studentessa universitaria super impegnata, oppure puoi restare in officina con me? Mio padre non c'è, ha una commissione da sbrigare e quindi tocca a me chiudere tra qualche ora... - riprende quando imbocchiamo il corso principale del nostro paese.

- Vuoi portarmi sulla strada sbagliata già il primo giorno di corsi? – gli chiedo divertita, prendendolo ovviamente in giro dato che non ho alcuna voglia di tornarmene a casa e buttarmi sui libri già dal primo giorno di lezioni.

- Non lo so, dipende... - ammette sogghignando.

Ovviamente non c'è bisogno di risponderlo positivamente, dato che ha chiaramente intuito i miei pensieri, quindi l'auto si dirige direttamente verso l'officina. 

Sulla stazione radio su cui lo stereo è sintonizzato, improvvisamente passa una delle sue canzoni preferite e che entrambi conosciamo a memoria... Max quindi alza il volume al massimo e, dopo esserci scambiati una veloce e fugace occhiata d'intesa, iniziamo a cantare entrambi a squarciagola sulle note di "Numb" dei Linkin Park, quasi urlando come due matti. Cantando insieme a lui lo guardo di sottecchi, adorando quelle vene sul suo collo farsi più sporgenti mentre cerca di intonare le note più alte della canzone. Io intanto canticchio ormai estasiata, anzi, persa in quella visione... ho sempre adorato sentirlo cantare e ho sempre ammirato la dedizione e l'impegno che mette nella sua più grande passione, anche se a sua detta l'ha trascurata un po' durante l'ultimo anno.

At Home, Again - The Comeback Series #1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora