Max
Nel momento in cui metto piede nuovamente nel pub e mi dirigo verso il nostro tavolo inizio a notare qualcosa di strano. Mi acciglio perché le ragazze non sono più sedute dov'erano prima, per questo inizio a guadarmi intorno, ma quando non le vedo da nessuna parte mi avvio spedito in direzione dell'entrata dei bagni per controllare anche lì. Non appena entro nell'antibagno, da lontano vedo Gemma appoggiata ad una delle pareti di mattonelle, che si dispera e piange irrefrenabilmente, mentre Elena e Lucy cercano di consolarla. Sam, che invece è attaccata al telefono in preda all'esasperazione, continua a mordersi le unghie nervosamente facendo avanti e indietro nei pochi metri quadrati dell'antibagno.
Mi chiedo cosa sia successo a questo punto, visto che le ho lasciate che ridevano e scherzavano tra di loro e ora invece sembrano tutte sull'orlo di una crisi di nervi, ma la cosa oltremodo più preoccupante al momento, è una sola: Jules non è con loro.
- Sam! Che diavolo è successo? - le domando confuso avvicinandomi. - E dov'è Jules? In bagno? - chiedo ancora.
Sam è come se si accorgesse della mia presenza difronte a lei solo in quel momento e, quando punta il suo sguardo nel mio, quasi posso sentire il mondo cadermi addosso per come mi guarda. Gem invece, nel frattempo a qualche metro più in là, continua a piangere e a lagnarsi senza freni, mentre Elena cerca ancora di consolarla senza successo.
Io guardo tutta la scena confuso e con un magone allo stomaco nello stesso momento, e vorrei non immaginare il peggio, ma il fatto che Jules non sia qui purtroppo non lascia spazio ad alcun dubbio...
Quando poi Sam mette giù il telefono, staccano la chiamata che era intenta a compiere, mi dà immediatamente addosso facendo accadere l'impensabile.
- Credevi veramente che prima o poi non l'avrebbe saputo? Eh Max?! - mi domanda l'amica della mia ragazza spintonandomi, infuriata a morte contro di me. - Dovresti sapere che solo quello che non si fa non si viene mai a sapere, ma tu hai pensato bene di riempire la tua ragazza di bugie... con la sua migliore amica poi, Dio non sai quanto vorrei prenderti a schiaffi in questo momento! Non immagini neanche la faccia che aveva quando ha capito tutto! - esclama ancora, portando le mani in aria per l'esasperazione, mentre io sono inerme e non riesco ad emettere un singolo fiato. - L'hai distrutta Max, non puoi nemmeno immaginare come stava, non sembrava neanche più la stessa persona... - ammette sconsolata, portandosi una mano alla fronte.
Ad un certo punto però trovo la forza di prendere la parola con l'unica domanda di cui adesso mi importa conoscere la risposta.
- Dov'è adesso? - le chiedo terrorizzato.
- Non lo so dov'è! - esclama Sam adirata. - Ha lasciato il pub qualche minuto fa passando per l'uscita sul retro, e da allora non risponde alle mie chiamate!
Mi appoggio con la schiena al muro e porto le mani tra i capelli per la frustrazione, cercando di riuscire a riflettere, ma non ci riesco perché i pianti disperati di Gemma coprono ogni suono presente all'interno del bagno del locale.
- Dannazione, sta' zitta! - esclamo improvvisamente, forse con troppa foga. - È inutile che piangi perché è tutta colpa tua! - le intimo avvicinandomi minacciosamente puntandole un dito contro.
- Non sono stata io, non le ho detto niente! - esclama tra le lacrime, mentre il trucco scuro continua a colarle lungo le guance rendendo le sue lacrime nere, come il mio umore adesso dato che vorrei davvero ammazzare qualcuno.
- Allora chi cazzo è stato?! - domando furioso guardandomi intorno.
- Nick. - dice solo Sam, prendendo nuovamente la parola. - Credeva che tu non fossi il bugiardo che invece sei, e gli è scappato involontariamente mentre parlavamo. - lo giustifica quasi.
Ed io lo sapevo. Sapevo che non dovevo dirgli niente perché anche se è un buon amico purtroppo Nicola è un gran coglione capace solo di dare aria alla bocca... Mi sono pentito di averglielo detto nell'attimo stesso in cui gli ho confessato di essere stato con Gemma, perché sapevo che non sarebbe stato capace di trattenerlo a lungo, provocando l'inconcepibile. Ma, infondo, non è con lui che dovrei prenderla... Ma con me stesso. La scelta di non dire niente a Jules è stata solo mia, non sua. Lui si è ritrovato in mezzo a questa faccenda senza neanche volerlo.
Ore però non mi interessa più di nulla e di nessuno, ho solo una cosa da fare, ed è trovare Jules. Devo trovarla, spiegarle il perché delle mie bugie, confessarle la mia paura di perderla nel caso in cui le avessi confessato la verità, e convincerla a perdonarmi... perché è questo quello di cui ho bisogno, del suo perdono e di lei.
Mi precipito fuori dal bar sotto lo sguardo accigliato dei ragazzi del gruppo che mi guardano confusi, ignorando oltretutto Nick che ha uno sguardo da cane bastonato, e non appena arrivo all'auto afferro il mio telefono dalla tasca dei pantaloni e ricompongo il numero di Jules una, due, tre, quattro volte. Ogni volta risponde direttamente la segreteria, facendomi presumere che abbia spento il cellulare. Vorrei urlare, gridare e piangere in questo momento, si piangere. Inizio poi a chiedermi come abbia fatto a tornare a casa dato che è venuta qui insieme a me, e che tutti i nostri amici sono ancora all'interno del pub. Spero stia bene... mi dico, mentre cerco di non pensare a nulla di brutto, che possa esserle accaduto o che abbia potuto fare lei.
Dato che non c'è allora altro modo di ritrovarla, entro in auto e mi muovo in direzione di casa sua, ma durante il tragitto mi rendo conto che probabilmente sua madre si stranirà se mi presento alla porta di casa loro alle due di notte e senza sua figlia, dato che avrei dovuto riaccompagnarla io a casa. Accosto quindi sulla strada e inizio a disperarmi per la frustrazione, sbattendo le mani sul volante e passandomele in continuazione tra i capelli. Riprovo a telefonarle, ancora, ma risponde nuovamente la segreteria, perciò metto in moto e decido di andare comunque a controllare se è a casa, anche se non so esattamente come potermi accertare che sia tornata. Non appena arrivo a qualche casa di distanza, spengo l'auto lasciandola lì e mi avvio a piedi verso casa sua, quasi correndo. Mi guardo intorno, stando bene attento che non ci sia nessuno nei dintorni, e in pochi secondi scavalco la recinzione del cortile per poi cadere quasi sul pallone nuovo di Thomas. Mi rimetto in piedi composto e velocemente cerco un modo per poter sbirciare dalla finestra della sua camera che si trova al secondo piano, ma non trovo nessun appiglio per poter arrampicarmi e arrivare fin lì. Aggiro allora la casa per poter trovare qualcosa che faccia al caso mio, come una scala, o anche il tubo della grondaia mi andrebbe bene in questo momento, ma quando arrivo alla porta finestra della cucina e trovo una delle ante non chiusa del tutto, ricaccio un sospiro di sollievo.
Lentamente faccio scorrere la porta su un lato e mi infilo in casa senza fare il minimo rumore. Le luci sono tutte spente, e non riesco a sentire alcun rumore provenire né dal piano inferiore, né da quello superiore. Mi faccio allora coraggio e con passo leggero vado verso la stanza di Jules al secondo piano. La sua porta è prevedibilmente chiusa quindi afferro la maniglia leggermente, sperando di non fare alcun rumore, ma quando la spingo verso il basso un leggero scricchiolio metallico mi fa rimanere sull'attenti, quasi come se stessi giocando ad "un, due, tre, stella!". Rimango così per qualche secondo per accertarmi che nessuno si sia svegliato, dopodiché spingo tutta la maniglia verso il basso e spalanco la porta della sua camera...
Di Jules però, nessuna traccia.
È scappata via da me ed io non sono stato in grado di ritrovarla... è tutta colpa mia.
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At Home, Again - The Comeback Series #1
RomanceQuesta è la storia di un'amicizia, o forse... Jules e Max si conoscono da anni, si sono incrociati tra i corridoi del liceo artistico della loro città quando lei era appena al primo anno, mentre invece lui al secondo. Max si è subito sentito attratt...