XXXIV

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Mari Pov

Da quando sono tornata a casa, i bellissimi giorni che ho passato con Kanan mi sono sembrati così lontani... quasi un miraggio.
Per fortuna, domani tornerò al college e la rivedrò. La sento tutte le sere, ma dentro me so che le ho raccontato tante bugie.
Kanan, se solo sapesse la verità sulla mia famiglia probabilmente non vorrebbe più vedermi. Decido di lasciar fare il suo corso al destino... perchè accelerare i fatti quando puoi stare accanto alla persona che ami? Può sembrare egoistico, ma se non potessi più vederla soffrirei, ma anche lei soffrirebbe.
Rivelando la mia vera identità lo saprebbero tutti e a quel punto mio padre mi farebbe lasciare gli studi, portandomi verso l'incubo che mi sta aspettando dietro l'angolo: fidanzarmi con Kenji per la sua gioia.
Comincio a preparare la valigia, mettendo dentro tutti i vestiti che mi serviranno, il mio capello preferito e una valanga di accessori per capelli che amo, non bastano mai.
Poi sistemo lo zaino, mettendo al suo interno i libri, le cuffie, il portafoglio e il biglietto del treno per andare al college.
Sono indecisa su come vestirmi, ma decido di pensarci in un secondo momento, magari dopo.
Prendo dalla borsa che avevo dai nonni alcune foto: le ho stampate collegando il cellulare alla stampante, ora posso guardarle con calma.
Nella prima, fatta da Ruby, io e Kanan ci stiamo dando un bacio, con dietro l'alba e il mare. È bellissima, così la incollo in una pagina della mia agenda.
La seconda è un selfie che ho fatto con la ragazza che amo e le gemelle Kurosawa durante la festa di fine anno, quindi decido di incollare anche questa all'agenda.
Le altre le conservo in una tasca della borsa, deciderò dove metterle una volta arrivata al college.
Mentre sto finendo di preparare le mie cose, verso le 21, in camera mia entra Kenji.
"Mari, disturbo?"
Lui?! Qui?!
"Eh... cosa ci fai qui?" lui sorride. "Sono venuto a dirti che se tutto va come deve ci fidanzeremo appena finirai il tuo secondo anno di college. Buona serata." esce dalla porta senza aspettare una risposta.
CHE COSA?!
No, non è giusto. Non voglio...
Comincio a piangere, è più forte di me.
Mi fiondo nel letto, affondando il volto nel cuscino.
Un peso scivola lentamente sul mio cuore, la certezza che la ragazza che amo prima o poi sarò costretta a vedere in segreto perchè mio padre potrebbe addirittura minacciarla di non farsi mai più vedere.
Ho paura, non voglio che la mia vita sia scelta da altri.
Prendo un fazzoletto e mi asciugo gli occhi.
Basta piangere, devo essere forte.
Domani vedrò Kanan, la mia bellissima Kanan, farò finta di nulla e l'amerò come ho sempre fatto.
"Ciao Kanan, dormi bene, a domani. Ti aspetto in stazione se ti va❤" le scrivo, ma mi addormento prima di ricevere la sua risposta, con il telefono ancora in mano.

Kanan Pov

Le vacanze sono finite.
Ho il treno fra un'ora.
Dopo essermi vestita prendo il borsone e mi metto il cappotto con una sciarpona che mi ha regalato mio nonno per natale.
L'adoro è calda e morbida come la pelliccia di una volpe.
Mio nonno insiste per accompegnarmi in stazione e durante il tragitto parliamo un po di Mari.
In questi giorni non lo abbiamo fatto perchè eravamo un po indaffarati ma ora possiamo farlo.
Mio nonno è impressionato.
Di solito fa fatica a farsi piacere la gente, come me del resto.
Ma Mari gli è piaciuta da subito.
Mi fa arrossire quando mi dice che a entrambe brillavano gli occhi quando ci siamo viste.
Mi ha chiesto se ci siamo già dette il famoso ti amo e perchè ancora non siamo fidanzate.
Li rispondo che mi sembra ancora presto per dirglielo.
E per la questione di stare insieme, penso che la famiglia di Mari sia molto tradizionalista e penso ma spero che sia solo una mia stupida impressione, il padre si Mari voglia fare sposare la figlia con quel figlio di papà di Kenshiro.
Si esatto cosí l'ho sopranominato.
Rido e mio nonno ride con me per la battuta che ho fatto.
Mi dice che spera come me che prima o poi le cose cambino.
Vuole che io sia felice.
Ci salutiamo in stazione con un abbraccio e gli dico che lo chiamerò presto.
Io e Mari abbiamo preso le coincidenze quindi in teoria lei dovrebbe salire sul mio stesso treno.
Durante il tragitto che mi separa dal paese di Mari ascolto un po la musica leggendo un libro.
Arrivata a destinazione il treno si ferma e vedo Mari.
Alzo la mano per salutarla e lei mi vede e sale sul treno sorridendo.
Poco dopo entra nella carrozza.
"Kanan!"
Mi viene incontro, sono troppo felice di vederla.
In pratica Mari mi salta in braccio e io la saluto sorridendo accarezzandole i capelli.
"Ciao Mari".
"Non ne potevo più, questa settimana mi è sembrata un'eternità".
Mi bacia.
Aw è troppo dolce.
Sembra una gattina in cerca di attenzioni.
Ci baciamo per un po e poi lei si siede vicino a me.
"Ho una richiesta mooolto importante da farti, Kanan-chan; riguarda l'appartamento"
Non vorrà mica andarsene?
"Ti ascolto" dico un po titubante.
"Non voglio dormire da sola nella mia stanza stanotte, mi fai compagnia?" chiede facendo gli occhi dolci.
Sospiro e annuisco.
Niente di grave.
"Certo ma non abituartici, l'ultima volta mi sono svegliata con la tua dolce testolina sulle mie tette" dico ridacchiando.
"Hai qualcosa contro?" ridacchia. "La mia testolina ama le tette."
"Ama cosa?" Dico gonfiando le guance.
"Hai sentito bene, non fare la finta tonta, Kanan." scoppia a ridere.
"Peccato che non ami solo le mie.
Andranno a dormire nella loro camera allora" dico gonfiandole ancora di più.
"Guarda che io amo solo le tue, baka." sorride maliziosamente.
"Se proprio ci tieni ne avrai una dimostrazione pratica."
Arrossisco e mi mordo il labbro inferiore.
"Fa-fa come vuoi".
"Guarda che non ti obbligo." le accarezzo i capelli.
"o forse si..."
Mi mordo di nuovo il labbro inferiore.
"Mari..."
La mia voce ha un che di implorante.
Ho bisogno del suo tocco ora!
"Sia lodata tua madre..." dice la bionda "Sei perfetta."
Appoggio la testa sulla sua spalla e la lascio fare.
Non riesco a trattenere un gemito.
Maledizione.
Non ho mai avuto voglia di...
Se può farlo lei posso farlo anche io.
Avvicino le mani al suo seno e lo tocco.
Wow, non ha nulla da invidiare a me!
"Kanan..." adoro, adoro troppo.
Si appoggio a me, trattenendo i gemiti...
Mi sposto e comincio a baciarla continuando a toccarle i seni.
Inizio a non pensare più lucidamente.
Devo-devo fermarmi...
Siamo su un fottuto treno!
"Kanan..." comincia ad accarezzarmi i capelli.
Diavolo, però... siamo su un cazzo di treno... insomma, potrebbero salire persone a momenti!
Anche se vorrei tanto, solo che...
"Mi sa che siamo quasi arrivate in stazione..." sospiro.
"Peccato" aggiunge sottovoce.
Uffa!
"Stavo pensando la stessa cosa" dico ridacchiando.
Sarà molto difficile non saltarle addosso ora che stiamo prendendo così tanta confidenza.
La voce automatica del treno segna la nostra fermata.
È davvero ora di scendere.

Mari Pov

Uffa, uffa e uffa.
Era così bello... Mari Ohara, la regina del maiunagioia.
Quando riesco a far ritornare i miei pensieri dal paradiso fino alla terra aka questo treno, riesco a ragionare.
Dicevo, togliendo questa parentesi di questo meraviglioso "viaggio" se così si può definire, mi sistemo i capelli e mi preparo per scendere.
Io e Kanan arriviamo alla stazione e scendiamo dal treno.
Sarà una passeggiata abbastanza breve da qui al college.

********************

"Bentornate signorine, ecco le vostre chiavi." ci dice la tizia della reception, dopo che le ho dato i nostri nomi e le varie scartoffie compilate.
Per fortuna che esiste l'ascensore, altrimenti con la valigia sarei morta, e anche Kanan.
Frittelle di collegiali al sapore di valigia, da provare!
Il mio cervello fa pensieri strani, eh vabbè.
Appena entriamo mi fiondo in camera, solo per potermi buttare sul letto.
Kanan mi segue e comincia a farmi il solletico... insomma però, non vale!
"No, aspetta, il mio cervello stava ricominciando a funzionare bene!" dopo averle dato un bacio, scendo dal letto e vado a guardare il panorama fuori dalla finestra.
"Dopo andiamo al mare." la avviso, mentre sistemo i vestiti nell'armadio.
Potrò sembrare pazza a chiunque, ma capitemi, una settimana con Kenji è orribile, prevede: cene, noiose conversazioni costituite da inutili convenevoli e frasi fatte, balli... insomma, niente a che vedere con il tempo che passo con la _mia_ Kanan.
Mentre lei va nella sua stanza a mettere a posto i vestiti, mi guardo allo specchio.
Un altro anno sta cominciando, e sarà prezioso tutto questo tempo, ogni singolo minuto che passerò con lei.
Decido di disattivare le notifiche dei messaggi di Kenji, non ho voglia di sentirlo per almeno tre mesi, quel rompiscatole.
Tiro fuori una delle foto dallo zaino, quella che io e Kanan abbiamo fatto a casa di suo nonno, c'è anche lui: siamo davanti ad un piatto di biscotti, a fare facce buffe, amo questa foto.
Credo... credo che suo nonno ci shippi, visto che Ruby mi ha insegnato il significato di questa parola.
"Ricordati che devi portarmi al mare!" grido a Kanan, sentendola ridere nell'altra stanza.
Giuro che se non mi porta al mare vado nella sua stanza e la porto di peso fino in acqua, poi la lancio dentro.
Adoro quella ragazza.
"Ho capito, ho capito!" risponde ridendo, mentre sta probabilmente finendo di sistemare le sue cose.
Dalla valigia prendo fuori il regalo di Natale dei nonni: una polaroid.
Userò questa fotocamera per fare le foto con Kanan, solo con lei.
È istantanea, usciranno bellissime e potrò anche regalarle a lei, se le piaceranno.
Ti voglio bene, Kanan.

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