LIII

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Kanan Pov

È tutto molto più difficile ora.
Da quando sono tornata si è complicato tutto, me lo aspettavo, ma non mi aspettavo che Mari e Kenji fossero cosí inseparabili...
Sembrano proprio una vera coppia.
Ormai non frequento quasi più Dia, non so perchè ma sembra che le due sorelle siano dalla parte di Mari, per questo le evito.
Quando ho del tempo libero sto con Kayn e Aiko.
Aiko è praticamente diventata la mia migliore amica ci passo molto tempo insieme e spesso viene al caffè per farmi compagnia e fare quattro chiacchiere.
Mi sento un po meglio, i miei amici mi stanno tirando fuori dal baratro di depressione in cui mi ero confinata.
Amici... io e Kayn non siamo di certo amici...
Diciamo che stiamo provando a essere qualcosa di più.
Usciamo spesso, mi viene a prendere al lavoro la sera.
È molto dolce e potrei davvero innamorarmi di lui.
Se solo il mio cuore non fosse stato calpestato da Mari...
Sarebbe molto più semplice...

***

Oggi è sabato ho lavorato solo la mattina.
Il pomeriggio sono andata a fare surf e ora sto rientrando nel piccolo appartamento.
Da quando sono ritornata Mari si comporta in una maniera insopportabile, da vera riccona.
Ma quello che mi disturba è Kenji che è una continua minaccia.
Non devo toccare quello che è di Mari, non devo mangiare il suo cibo, non devo disturbarla...
Poi quello stronzo inventa cose per farci litigare ovviamente.
Quindi è un vero inferno.
Saluto in modo molto forzato.
Non voglio sembrare io quella maleducata.
Mari risponde al saluto..
"Ciao porella" saluta Kenji.
Lo guardo malissimo.
Sono tentata di spaccare in testa la tavola da surf sul principino.
"Sua signoria" dico sarcasticamente.
Lascio in camera la tavola, il borsone, prendo il pigiama e vado a farmi una doccia.
Esco dal bagno e lascio i vestiti nella mia camera chiudendo la porta e guardo sul cellulare l'ora.
Ormai è ora di cena.
Prendo gli ingrediente per prepararmi la cena.
Avrei voglia di sushi ma non ho gli ingredienti cosí mi preparo qualcosina.
Sento il telefono squillare.
È Aiko.
"Aiko?"
Mi chiede se può venire da me per cenare insieme con delle pizze che sta per prendere.
"Sei un angelo.
Si non ci sono problemi"
Rimetto via tutto.
"Puoi andare in appartamento, io stasera non ceno. Vai pure con i tuoi amici, a domani, Kenji."
Mari manda via Kenji e si butta sul divano.
Non mi importa.
Apparecchio e metto un cuscino in più per Aiko.
Dovrebbe essere quí fra poco.
Meno male che il galletto è uscito.
Perfortuna anche Mari se ne va e io passo la serata sola con Aiko.
Ridiamo e scherziamo per tutta la serata e la ringrazio per l'ottima pizza.
L'adoro ci voleva proprio questa serata con lei.
Quando va via do una ripulita.
Dopo un po' vedo Mari uscire dalla sua stanza e sedersi sul divano mettendosi a leggere un libro.
Spengo la musica che avevo messo poco prima e continuo a ripulire in silenzio.
"C'è ancora della pizza nel forno, sempre se non ti fa schifo il cibo per i poveracci". Dico mettendo il cartone dentro il forno.
"Io... stasera passo" dice. "E comunque la pizza non è cibo per poveracci! In Italia dai miei nonni la mangiamo spesso, la pizza è cibo e basta"
Sbuffo.
"Datti una calmata, i reali non dovrebbero alterarsi per nulla".
"Come ti permetti di chiamarmi in quel modo?"
Alzo gli occhi al cielo e sorrido.
"Ah non è quello che sei?" Dico in modo sarcastico.
"Sono una persona che non ha scelto un cazzo, ti basta questo?"
Le faccio il verso e prendo i mochi che ho comprato l'altro giorno sedendomi vicino a lei.
Guarda fuori.
"Non giudicherei mai qualcuno per la sua classe sociale. Non sono mio padre." dice piano.
Rido di nuovo.
"Magari non te ne accorgi ma lo fai eccome.
Posso cambiare o anche il televisore è tuo?
Tranquilla non userò il tuo netflix userò i canali dei poveri"
Non dovrei comportarmi cosí ma mi fa incazzare stare vicino a lei.
Perchè senza accorgersene sta diventando come Kenji.
"Basta."
"Fai quello che ti pare. Io ti ho detto che di queste cose non me ne frega niente!"
La guardo.
"Io sto forse urlando?".
Mangio un mochi E aspetto la sua risposta.
"Stai dicendo cose non vere. Io non sono... come _lui_." dice.
"Prima o poi lo capirai."
Cerca di sorridere ma sembra che voglia solo piangere.
"Ma pensala pure come vuoi."
Eh no, una volta l'avrei consolata ma ora è troppo quasi insopportabile.
Sembra che stia facendo la vittima.
"Certo che la penso come voglio non sono io che ho mentito alla mia ragazza per tutto questo tempo" ringhio.
Brucia ancora tanto questa storia.
Mi fa ancora un gran male.
"Io almeno sono sicura di aver amato la mia ragazza con tutta me stessa. Non sono certo mai stata innamorata di un altro."
Sono sconcertata dalle sue parole.
La fulmino con lo sguardo.
"A davvero?".
"Perchè secondo te mi piace lui, vero? Non hai pensato alle conseguenze che avrebbe portato la nostra relazione a mio padre?! Avrebbe potuto farti cose che neanche voglio immaginare!" sbotta.
Mi alzo incazzata nera.
"Vaffanculo!
Se mi avessi amato davvero saresti arrivata al punto di rinunciare a tutto!
Ma non lo hai fatto perchè non ci tenevi cosí tanto!
Me ne sarei sbattuta delle conseguenze cazzo!" Sbotto rossa dalla rabbia.
Forse ho parlato troppo, in pratica le avevo detto che non l'amavo quando c'è stata la grande litigata.
"Ma tu avevi detto..."
"A te non fregava niente, o sbaglio?! Tu hai detto così, dimmi la verità!"
"Tu ami Kayn!"
Non la guardo negli occhi perchè farebbe troppo male.
"Si, è cosí amo Kayn".
Mento di nuovo.
E mi faccio di nuovo del male.
"E allora dimmi il perchè di quelle parole!" mi avvicino a lei.
"Dimmelo"
La guardo negli occhi.
Faccio qualche passo indietro.
"Cosa ti importa!".
Lascio i mochi sul tavolo e vado in camera chiudendo la porta a chiave.
Sento le lacrime scendere e mi siedo appoggiandomi alla porta.
Perchè devo sempre aprire la bocca!

Mari Pov

La sento piangere, così vado davanti alla porta della sua camera.
Mi sento terribilmente in colpa, ho il cuore spezzato in due.
Non è vero, lei non lo ama, altrimenti non lo avrebbe detto.
Mi siedo appoggiandomi alla porta, so che è lì dentro e non può scappare.
"Kanan?" domando, chiudendo gli occhi e lasciando scorrere le lacrime.
"Vattene!" Urla.
"Io non ti amo! Non ti amo!". continua.
"Non è vero!" grido. "Ti sei tradita con le tue stesse parole..." aggiungo.
"No! Ho mentito di nuovo per farti del male!
Per vendicarmi" urla con odio.
"Non riuscirai a farmi del male..." ormai sto piangendo. "So che non è la verità... e poi guardano in faccia le persone quando si dice il vero!"
Apre la porta guardandomi dritta negli occhi e mi ripete le cose che ha detto prima.
Sorrido forzatamente, lascio che le mie lacrime scorrano liberamente sul mio viso.
Mi volto dall'altra parte, non mi vergogno di piangere davanti a lei.
Non me ne vergogno affatto.
"Mari io..." sussurra.
Sembra quasi che voglia dirmi qualcosa senza averne il coraggio.
"Cosa c'è?!" continuo a piangere, ormai non capisco più nulla
"Niente... mi dispiace".
Torna in camera e chiude la porta.
No, Kanan, non era "niente." Tu volevi dirmi qualcosa, ti conosco e conosco il tuo tono di voce ormai, so che non è la verità.
Vado in camera mia con le lacrime agli occhi, non mi importa se lei mi sentirà, anche Kanan sta così. Dice solo delle gran bugie, la sento ancora piangere dalla mia stanza.
Prendo una rosa dal vaso che ho in camera, legandola con nastro azzurro.
Apro la porta della sua camera, so che conosce il linguaggio dei fiori. Una singola rosa rossa ha un significato universale.
"Scusami, non volevo entrare nella tua vita e rovinarla."
Chiudo la porta e ricomincio a piangere, andando verso il divano e sedendomi, con la testa piena di pensieri.
Non so come reagirà...
Io la amo ancora, nonostante tutto.
Il mio cuore non ascolta il cervello!
Sono stanchissima, non ho cenato e sono priva di forze. Mi addormento praticamente subito, senza curarmi del mio aspetto orribile dopo aver pianto.
Mentre dormo, stringo le mani la collana che ho messo dopo la nostra giornata a cavallo e la stringo forte, sperando che prima o poi il destino mi faccia un favore.
Sono distrutta, sarà una notte piena di incubi.
E infatti partono uno dietro l'altro.
Sto affondando in un mare più nero della pece, la luce sparisce piano piano dalla mia visuale.
L'ossigeno che ho è sempre meno, il cuore invece batte sempre più veloce.
Tento di chiamare aiuto, ma nessuno mi ascolta.
Tentacoli invisibili si avviluppano alle mie gambe, trascinandomi a fondo.
Ho perso di vista la luce.
Sento il mio corpo diventare pesante, sto morendo.
Salvami, Kanan, salvami tu... sveglio di soprassalto, accorgendomi di stare praticamente urlando il nome della mia coinquilina... gli incubi mi fanno decisamente diventare pazza.
Spero di non averla svegliata, anche se sono le 6 e mezza e già dovrebbe essere in piedi.
Corre in salotto.
"Che diavolo succede?" Chiede spaventata.
"Scusami..." abbasso lo sguardo. "Non so, stavo facendo un incubo. Non volevo svegliarti."
Inaspettatamente, mi abbraccia.
"Kanan, perchè?" domando semplicemente, abbracciandola.
Lei sa, sa a cosa mi riferisco.
Non mi ama, mi odia... perchè lo sta facendo?
"Perchè è l'ultima volta".
Si separa da me.
"Sto cercando di farmi odiare in tutte le maniere da te perchè cosí sarà più facile per te accettare il tuo destino.
Preferisco farmi male che stare male e dirti la verità" ammette.
"Come si fa ad odiare qualcuno se cuore e mente ragionano per i cazzi loro?" sospiro. "Non riesco ad odiarti, neanche volendo."
Scuote la testa.
"Io voglio che tu lo faccia" dice con tono duro.
"E io mi rifiuto di farlo." la guardo negli occhi, sorridendo.
"Perchè sono due le parole che riserverò per te, sempre le stesse. Sono così cocciuta, eppure..." indugio un momento.
"ti amo. So che ormai per te è tutto finito, tutto ormai è già scelto ma non posso reprimere i miei sentimenti."
Alza la mano, sicuramente vuole schiaffeggiarmi, ma poi si ferma.
"Falla finita Mari" dice guardandomi negli occhi.
"Ti odio da quando ho saputo la verità.
Avevi promesso che le cose sarebbero cambiate.
Io credevo in te.
Invece tu mi hai mentito e mi hai illuso.
Ti odio" il suo tono è davvero freddo.
"Ne sono consapevole.
Non voglio il tuo perdono, se vuoi sfogarti con la violenza puoi farlo..." ho le guance rigate di lacrime.
"Non merito il tuo perdono, non merito nulla da questa vita. Non la voglio, questa vita."
Stringe i denti, sembra quasi che irritata dal fatto che io non riesca ad odiarla.
"Se non mi odierai me ne andrò.
Tanto durerò ancora poco grazie al tuo fidanzato".
Scuoto la testa
"Io odio me stessa."
"Hai sentito cosa ho appena detto?" Sbotta.
"L'ho sentito, ma ormai mi hai detto tante di quelle cose..."
finalmente riesco ad essere dura come vorrei.
"Sparisci, ti prego, sto soffrendo troppo."
Mi volto e me ne vado in camera mia, affranta.

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