XXVIII

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Kanan Pov

La mattina dopo mi sveglio di ottimo umore abbracciata a Mari.
Era davvero bella mentre dormiva.
Sembrava più felice, senza pensieri.
Fra pochi giorni sarebbero iniziate le vacanze di natale e io volevo sfruttare il tempo che mi restava stando insieme a lei.
Riesco ad alzarmi senza fare troppo rumore, do un bacio sulla guancia a quell'angelo caduto dal cielo ed esco chiudendo la porta.
Aproposito di cielo, avevo voglia di preparare un dolce per Mari e conoscevo la ricett giusta.
Un dolce soffice come una nuvola.
Preparo l'occorrente e mi do da fare per questa specie di torta.
Purtroppo il cocco non c'era cosí vado all'emporio del campus non troppo lontano dal nostro alloggio e in poco tempo termino la mia nuvola al cocco e zucchero a velo.
Lascio un biglietto vicino alla torta.
La lascio raffreddare ed apro un po le finistre per cambiare l'aria.
Ancora dormiva cosí drcido di andare a farmi una doccia.
Finito di lavarmi mi vesto e torno in cucina dove Mari sta dando un'occhiata alla mia creazione.
La guardo divertita.
"Non è radioattivo fidati di me".
"Sicura? Perchè da fuori sembra buono, ma non ci tengo a morire giovane"
La raggiungo, prendo un pezzetto di torta e la mangio.
Mi lecco le labbra e le faccio l'occhiolino.
"Mh, assaggiamo, in caso al funerale girasoli, okay?" assaggia un pezzo di torta. "Buona, davvero!"
"Te lo avevo detto" esclamo in tono divertito.
"Non vantarti troppo, potrebbe essere veleno che fa effetto dopo un po'" ridacchia.
La guardo male.
"Cosa sei, offesa?" ride, prendendo un'altra fetta di torta.
"Morirò mangiando del buonissimo cibo"
Prendo tutto il piatto e faccio swish con la coda guardandola con sufficenza.
"Me la mangio tutta io allora".
"Non ci provare!"
"Tanto è velenosa, quindi me la mangio io"
"Ma dopo muori, se muoio io non puoi morire anche tu, lasciamo questa cosa molto divertente a Romeo e Giulietta!"
Scoppio a ridere e ci sediamo a fare colazione.
"Ingrasserò due chili ma... chisseneimporta!" finisce la seconda fetta di torta con un sorriso soddisfatto, mettendo nella sua tazza un po' di caffè.
"Pochi giorni e iniziano le vacanze, che facciamo oggi dopo lezione?"
Ci penso su un attimo.
"Non saprei proprio, andiamo a fare un giro in città?"
Annuisco.
"Dove vorresti andare?"
"Andiamo a pattinare?" chiede.
"Si, perchè no?
Tanto oggi ho solo due ore e tu?".
"Si, anche io ho due ore oggi. Dove ci troviamo?".
"Quí?".
"Va bene".
Chiacchieriamo un po e poi ci prepariamo per andare a lezione e ci salutiamo.

Mari Pov

La città non è piena.
È strabordante di gente.
Bambini che urlano, persone che ammirano le vetrine di Natale e turisti che parlano in tipo 61819362 lingue diverse tutti insieme.
Tutte queste persone fanno la fortuna dei venditori di dolciumi, e anche quella delle mie tasche: non posso resistere a quella meravigliosa cosa chiamata zucchero filato.
Ne compro un po' per me e anche un po' per Kanan, ma giustamente non è che tutto va liscio sempre.
No, cioè, ma perchè le mie mani si sporcano sempre quando mangio zucchero filato? Cos'è, una congiura?
"Sembri una bambina." Kanan scoppia a ridere.
"Perchè a te non appiccicano le mani?" domando, facendo la faccina innocente.
"No, ho le salviette per pulirmi le mani, sono una persona furba". Fa swish con i capelli, che oggi ha deciso di portare sciolti dopo che l'ho... ehm... costretta, minacciandola con il libro di biologia marina che è un tomo grosso come una casa.
"Ne posso avere una?" chiedo, ridendo.
Lei me la passa.
"Grazie, miss perfezione." le lascio un bacio sulla guancia, ridendo.
"Come mi hai chiamato?!" lei mi rincorre per quasi tutta la piazza, fino a quando non arriviamo di fronte ad un negozio di peluches.
"Entriamo." dico convinta, prendendola per mano. "DEVO avere un orso gigante, lo necessito."
Questo negozio è tipo il paese dei balocchi, pieno zeppo di peluches di tutti i tipi.
Un orso enorme marrone mi osserva dall'alto di uno scaffale, e non riesco a resistere.
"Quando torniamo indietro lo prendo" la informo; guardando l'ora.
La pista di pattinaggio apre tra poco, ma noi abbiamo prenotato sia i pattini che l'entrata, così da non avere problemi.
Non so pattinare molto bene, ma almeno riesco a stare in piedi sul ghiaccio.
Kanan è messa come me, ma possiamo riuscire a fare almeno qualche giro di pista senza cadere... forse.
"Mi aiuti?" le chiedo, tendendole la mano.
Lei annuisce, mentre ci stacchiamo dal bordo pista.
Due bambini ci sfrecciano davanti neanche fossero in formula 1 e io rischio di perdere l'equilibrio.
"Stronzi." dico, imprecando in italiano.
Ah, il vantaggio di conoscere qualche lingua... puoi insultare la gente senza che ti sentono.
"Cos'hai detto?" domanda la mia coinquilina.
Le spiego il significato della parola, mentre ci facciamo due risate.
Si pattina bene, poi insieme ci divertiamo di più.
La neve sta ricominciando a cadere, ogni tanto nella vita ci sono delle gioie: stare a mano con la persona che ti capisce e che c'è sempre per te e che sogni ogni notte, ad esempio.
Abbiamo i capelli tutti costellati dai puntini bianchi della neve, così decidiamo di uscire dalla pista per una piccola pausa.
"Guarda." mi dice lei, quando ci sediamo sulla panchina.
"Vedi che ogni fiocco è diverso dall'altro? Sono un po' come le persone." mi fa notare.
Ha ragione, è davvero bello guardare le cose nel particolare.
Alcune persone sono più belle di altre, come lei.
Mi basta un suo sorriso per scaldarmi il petto, nonostante il freddo che c'è fuori.

Kanan Pov

Decidiamo di passeggiare ancora per la città e alla fine Mari compra davvero quell'enorme orso di peluche.
È così buffa, quando vede cose del genere sembra una bimba.
È dolcissima e mi fa sorridere.
Torniamo a casa e mangiamo i budini che ci piacciono tanto mentre chiacchieriamo anche se è tardissimo.
Questa serata con lei è stata bellissima.
Non so se definirlo un appuntamento o un uscita tra amiche.
Ho paura di chiederglielo, non voglio che le cose diventino imbarazzanti e sopratutto non voglio metterle dubbi addosso o farla sentire a disagio.
Mi piacerebbe sapere però...
La guardo mentre lei mi parla di un paese che ha visitato in precedenza e la vedo sorridere e parlare in un modo cosí entusiasto e dolce che mi fa emozionare e mi riscalda il cuore.
No, io ho bisogno di sapere.
Mi alzo e mi avvicino con sguardo diterminato.
La biondina mi guarda confusa e io mi metto una ciocca di capelli dietro un orecchio e decido di farmi coraggio.
Mi abbasso alla sua altezza visto che è seduta e la bacio.
In un primo momento lei è sorpresa e rimane immobile ma poi ricambia il bacio e poco a poco lo approfondiamo lasciando spazio a piccoli gemiti di pure piacere.
La stringo a me e lei fa lo stesso.
Sento il mio cuore battere forte, non voglio fermarmi, non è una semplice cotta, a me piace Mari.
Mi piace come nessun'altro.
Entrambe non siamo pronte per qualcos'altro, qualcosa di più.
Voglio andarci piano, voglio capire se lei prova gli stessi sentimenti che provo io.
E poi non so come la prenderebbero i suoi genitori.
Sopratutto suo padre e quel tizio di cui non ricordo il nome.
Cosa succederebbe se non approvassero?
Scaccio questi pensieri e continuo a baciarla finchè non sentiamo il bisogno di tornare a respirare.
Mari è arrossita e ha lo sguardo pieno di aspettative e di felicità.
Sono diventata tipo strarossa ma okay, calmiamoci.
"Sai, avevo bisogno di respirare..." ridacchia, sorridendo.
"Non che mi dispiacesse, ovviamente, però morire mentre baci qualcuno non è il massimo." Mi prende la mano.
Ridacchia per la sua battuta.
"Se volevi fermarti bastava farlo" dico con tono sarcastico.
"Ma anche no." Mi fa la linguaccia.
"Tanto lo so che anche tu saresti morta." fa swish con i capelli imitandomi.
Alzo gli occhi al cielo.
"Va bene, come vuoi.
Voglio che tu sappia che mi piaci" le dico con tono rassicurante e dolce.
"Anche tu mi piaci, dovevo dirtelo."
Sorrido per il suo imbarazzo e apro le braccia.
Abbracciami Mari.
Si fiondo tra le sue braccia.
Posso restarci per sempre?
Ci abbracciamo per molto tempo e poi ci mettiamo il pigiama e andiamo nella mia stanza.
Ci mettiamo sotto le coperte e non facciamo niente.
Ci diamo qualche bacio restando in silenzio.
Poco a poco ci addormentiamo con la certezza di sapere dei sentimenti che stanno iniziando a nascere nel nostro cuore

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