LXI

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Kanan Pov

Sono completamente distrutta.
Sono chiusa in camera mia da almeno tre giorni, mi muovo solo per andare in bagno.
Mio nonno mi lascia sempre qualcosa da mangiare ma non mangio quasi nulla.
Passo il mio tempo sotto le coperte a guardare le foto scattate con Mari e le nostre conversazioni per messaggio.
Aiko e le altre mi hanno provato a chiamare e a scrivere ma non ho mai risposto.
Sono preoccupate per me ma io non voglio sentire nessuno.
Voglio solo deprimermi.
Aiko è persino venuta a casa mia un giorno ma mio nonno perfortuna l'ha convinta a tornare a casa.
Lui ha capito quanto sto male.
Li ho raccontato tutto, ormai la scommessa era chiusa quindi non aveva senso stare zitta.
Avevo bisogno di parlarne con lui.
"Kanan, hai fatto tutto quello che potevi, vedrai che troverai un'altra soluzione per convincere il padre di Mari di lasciarvi libere di amarvi".
Mi ha detto quando ho finito di raccontare.
"Tu non lo conosci, non accetterà mai un compromesso.
È una persona orribile...
Come può preferire i soldi a sua figlia?
Come può farle una cosa del genere?" Gli ho risposto singhiozzando.
Da quel momento non ne abbiamo più parlato.
Accendo internet e vedo un sacco di chiamate di Kayn e delle mie amiche.
E una dell'università.
Cosa vogliono ancora?
Richiamo e chiedo per quale motivo mi hanno chiamato.
"Signorina Matsuura c'è stato un disguido con il suo risultato del punteggio finale" mi dice la segretaria.
Mi alzo di scatto dal letto.
"Come? Mi spieghi meglio perfavore" dico con il cuore che mi batte fortissimo.
"Ci risulta che il suo punteggio sia 100 e quindi lei sia arrivata prima in classifica quest'anno" mi dice.
Rimango di stucco.
"Non sta scherzando vero?" Chiede praticamente terrorizzata.
"No signorina, le ho appena mandato un email con il risultato o può semplicemente vederlo sul sito del college.
Ci scusiamo per il disguido".
Salto dalla gioia.
"Grazie infinite per avermi chiamato.
Arrivederci".
"Arrivederci".
Chiudo la chiamata.
E scendo di corsa dove il nonno sta preparando la colazione.
"Che succede Kanan?" Mi chiede come se fossi impazzita del tutto.
Gli mostro la mail.
"Mi ha chiamato la segreteria e mi hanno detto che c'è stato un disguido sono arrivata prima!".
Inizio a piangere dalla gioia mentre mio nonno mi abbraccia e si congratula con me.
"Ora rimettiti in sesto e vai a riprenderti l'amore della tua vita" mi dice con sguardo determinato.
Annuisco.
"Ce l'ho fatta" sussurro continuando a piangere.
Lui continua ad abbracciarmi accarezzandomi la schiena.
"Si, sei stata bravissima".
Mi lascia andare.
"Ora vai a farti una doccia e basta piangere va bene?" Mi dice porgendomi un fazzoletto di stoffa.
Lo prendo e li sorrido annuendo.
Lo ringrazio, mi allontano e mi dirigo verso il bagno.
Mi faccio una doccia calda e mi lavo i capelli.
Ho smesso di piangere e mi sento anche più rilassata.
Mi asciugo i capelli e mi vesto.
Mi trucco leggermente per mascherare il meglio possibile quanto sono stata male.
Prendo il portafoglio e il cellulare e vado in cucina dove trovo mio nonno.
"Come sto?" Chiedo.
Lui sorride.
"Molto meglio.
Ora mangia qualcosa e poi puoi andare.
Vuoi che ti presto il furgone?".
Mi siedo comincio a mangiare qualcosa.
"No grazie, prenderò l'autobus per andare in stazione".
Lui annuisce.
Dopo qualche minuto mi alzo e lo ringrazio per la colazione.
Mi metto la giacca e saluto.
"Coraggio fa vedere chi sei" mi dice sorridendo.
Annuisco.
"Puoi contarci".

***

Dopo aver preso l'autobus per un pelo arrivo in stazione e prendo il biglietto per il paese di Mari.
Aspetto una mezz'ora il treno e poi si parte.
Ascolto la musica mentre sono in viaggio e non vedo l'ora di arrivare.
Quando arrivo prendo un autobus e mi faccio una ventina di minuti a piedi.
Finalmente sono arrivata.
Mari mi aveva dato il suo indirizzo quando ancora stavamo insieme.
Meno male dico io.
Va bene sono pronta.
Suono il campanello vicino al cancello della villa imponente degli Ohara e quando una cameriera mi risponde dico chi sono e che devo parlare con il signor Ohara.
Stranamente i cancelli si aprono.
Non pensavo che sarebbe stato cosí facile entrare.
Un uomo mi conduce dentro e poi per tanti corridoi fino ad arrivare all'ufficio del signor Ohara.
Busso e quando mi da il consenso entro.
Ammetto che mette ancora più soggezione dal vivo.
È seduto su una sedia da lavoro mentre lavora al computer.
"Kanan Matsuura, non pensavo ce l'avresti fatta davvero" dice staccare lo sguardo sul computer.
Faccio un bel respiro prima di rispondere.
"Gliela avevo detto che ce l'avrei fatta" dico seria.
Finalmente alza lo sguardo su di me.
"Mi chiedo perchè non sei venuta subito da me, ma hai aspettato tre giorni" chiede curioso.
"Solo oggi ho scoperto che ero arrivata prima.
Avevo letto seconda quindi pensavo di aver perso la scommessa.
Pensavo che non valesse neanche la pena parlarne".
Lui annuisce.
"Sei una ragazza molto determinata.
Devi esserti impegnata moltissimo per raggiungere questi risultati".
Non insinuerà che forse ho imbrogliato?
"Mari è tutto per me.
Ho sacrificato tutto per avere il suo permesso per stare insieme.
Da quando abbiamo parlato ho praticamente passato tutto il mio tempo a studiare.
E se vuole saperlo ho rispettato i nostri patti.
Non ho detto niente della nostra scommessa fino a quando non sono usciti i risultati.
E non ho più parlato con Mari".
Lui sorride mentre si alza e si avvicina a me.
Non indietreggio.
"Lo so che hai rispettato i patti, mi sono interessato molto a te in questi mesi.
Sei una persona leale, non ti piace mentire e non imbroglieresti mai.
Sei arrivato a questi risultati con le tue sole forze.
Sono molto sorpreso da tutta la tua intraprendenza e forza di volontà, devi davvero tenere a mia figlia come dici, non può essere altrimenti" mi dice serio.
Annuisco.
"È cosí.
Ho vinto la scommessa, ora lei rispetterà i nostri patti?".
Si allontana da me e con il telefono dice di far chiamare Mari.
In pochi minuti qualcuno bussa alla porta ma non c'è solo Mari, c'è anche sua madre.
"Cosa... cosa sta..." stringo la mano di mia madre.
Cosa ci fa lei qui? Cosa vuole da me?
Mi sento in imbarazzo e in colpa e il padre di Mari lo nota subito.
"Mari è ora di dirti tutto quello che è successo da dicembre" dice suo padre.
"Papà..." mi avvicino a lui, sto tremando. "Cosa mi stai... cosa mi state nascondendo?"
Io non oso parlare.
"Prima delle vacanze natalizie ho parlato con Kanan e abbiamo raggiunto un accordo".
"Ovvero?" Mi ritorna alla mente quell'orribile perioso
"Lei mi ha proposto una scommessa".
"Che cosa?"
"Se fosse arrivata prima negli esami finali avrei annullato il fidanzamento con Kenji e vi avrei lasciato libere di amarvi".
"Ma tu..." la guardo stupita. "Tu sei arrivata seconda, mi stai prendendo in giro..."
Scuoto la testa.
"Stamattina la segreteria mi ha chiamato...
Sono arrivata prima" dico timidamente.
"Sei stata brava..." Poi mi giro verso mio padre. "È... vero quello che hai detto prima?"
Il padre di Mari annuisce mentre sua madre le sorride.
"Si.
Io rispetto sempre la parola data.
Ho annullato il fidanzamento con Kenji.
Se non hai ancora cambiato idea puoi stare con questa ragazza.
E sinceramente ora riesco a capirla almeno un po.
L'ho tenuta d'occhio in questo periodo, è una ragazza da non lasciarsi scappare.
Ci vorrà un po ma riuscirò ad accettare completamente la cosa".
"Grazie... grazie..."
Abbraccio entrambi i miei genitori, poi esco dalla stanza. "Kanan, vieni tu. Ho bisogno di parlare solo con te."
La seguo ma prima ringrazio il signor Ohara e saluto la signora Ohara.
Vado fino alla saletta da dove si vede il mare guardando fuori dalla finestra.
"Kanan" dico con tono abbastanza severo.
Non voglio essere cattiva con lei, ma ho bisogno di chiarire.
"si?".
"Penso di averti spezzato il cuore, e tu a me. Anzi, ne sono certa.
Sono stata malissimo, abbiamo sofferto entrambe, il destino con noi è stato crudele." comincio.
"Però... non ho mai smesso di pensarti, neanche per un istante, lo sai?"
Lo so bene. "mi dispiace tanto ma ho cercato di trovare una soluzione per stare insieme e l'ho trovato. mi dispiace di non averti potuto dire niente..." sussurro
"In realtà sono io quella che ha causato tutto... per il fatto della mia famiglia e tutto il resto." ammetto.
"Hai avuto coraggio, devo confessartelo"
sorrido. "tuo padre fa un po paura lo sai?"
"Mio padre fa paura anche a me." ridacchio
"glielo messa in quel posto a quanto pare" sussurro guardandomi intorno ridacchiando
"Non ti preoccupare, non ci sentirà."
Ho quasi paura ad avvicinarmi a lei...
"Ti va... un abbraccio?" sussurro arrossendo
annuisco timidamente e apro le braccia "hagu?"
Faccio di tutto per non piangere.
Mi fiondo tra le sue braccia, ma non riesco a trattenermi, è più forte di me... "scusa..." sussurro piangendo
"scusami tu... mi dispiace tantissimo"
"Mi hai salvato... di nuovo" mi stacco dal suo abbraccio.
Vorrei baciarla...
Le accarezzo la guancia.
"Non so come ringraziarti, senza di te sarei ancora intrappolata qui..."
"è stata la sfida più dura della mia vita" ammetto
"So che sei stata male..." mi sento davvero in colpa.
"Quando me lo hanno detto Aiko e Dia mi si è spezzato il cuore. Non ho potuto fare nulla se non aspettare per capire." stringo la sua mano, ho bisogno di lei ora e per sempre
"cosa? che ti hanno detto?" chiedo confusa
"Il giorno degli esami... loro hanno detto che stavi piangendo... col cavolo che ci ho creduto, non poteva essere per una corsa. Tu hai rischiato tantissimo per arrivare prima..."
sorrido "c'era qualcosa di troppo grosso in ballo per non dare il meglio"
"Vieni qui" sussurro, prendendo il suo viso tra le mie mani.
"Ho bisogno di te"
mi chiedo se sia davvero possibile se non sia solo un sogno
La bacio.
Cazzo... mi era mancata... sto piangendo come una cretina, non ho mai smesso di amarla, mai
si è davvero vero, mi è mancata così tanto...
"Ti amo..." la guardo negli occhi, gli occhi così sinceri di qualcuno che ti ama
"ti amo tantissimo" sussurro baciandola.
"Fanculo i matrimoni combinati" ridacchio
"fanculo tutto ce l'abbiamo fatta!"
"Esatto!"
Mi prende in braccio e mi porta fino davanti all'ufficio di mio padre.
"Credo che qui sia meglio entrare normalmente"

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