XLIV

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Kanan Pov

Quando spiego a Mari che Starlight rimarrà a casa con mio nonno ci rimane un po' male ma capisce che se la riportavo potevano portarcela via.
Questo non deve succedere e mio nonno è contentissimo di avere un po di compagnia.
Sistemiamo le nostre cose nella nostra stanza e usciamo per la festa di inizio anno.
Abbiamo deciso di tenerci lontane da cose strane come l'anno scorso.
Vogliamo un'anno tranquillo ed essere sulla bocca di tutti non è proprio il massimo.
La festa è sulla spiaggia con un gran faló, io e Mari ci sediamo sul nostro telo e beviamo qualcosa mentre chiacchieriamo e ascoltiamo la musica.
Nonostante tutto è molto buona.
La serata continua bene e vediamo la gente intorno a un piccolo fuoco giocare ad obbligo e verità e noi ascoltiamo commentando il tutto in piccoli sussurri.
La gente è più pazza del solito e più di una volta devo mettere le mani davanti agli occhi di Mari perchè quì volano cazzi e cose sconcie.
Io e la mia ragazza ci stiamo vicine ma non ci baciamo nè ci teniamo la mano.
Lei ha una strana sensazione da quando siamo arrivate quì e io comincio a darle ragione.
Mi sento osservata ma non vedo nessuno che ci guarda...
È tutto troppo strano...
Non vorrei essere diventata paranoica, ma se lo sentiamo entrambe vorrà dire qualcosa...
Vedo qualcuno avvicinarsi a noi.
È Kayn.
Da quant'è che non lo vedevo?
Sopratutto da quanto non pensavo alle sue parole?
I suoi capelli neri come la pece sono un po più lunghi ma rimane sempre un bel ragazzo.
Gli occhi azzurri sono amichevoli e mi sorride.
"Ciao ragazze" ci saluta.
Io lo saluto in modo amichevole mentre Mari sembra che voglia sbranarselo.
Penso che Mari sia un po' gelosa, l'ultimo ricordo che ha di Kayn è quando ci siamo baciati quindi mi sembra normale che gli dia fastidio.
Chiacchieriamo un po' quando Kayn chiama qualcuno.
Il ragazzo si gira e si allontana dalle persone con cui sta parlando per venire da noi.
È piuttosto bello, vestito bene, castano e occhi color nocciola.
Kayn gli mette una mano sulla spalla e ce lo presenta.
"Ragazze lui è Kenji il mio nuovo compagno di appartamento".
Mi presento e ci stringiamo la mano.
Perchè ho un brutto presentimento?
"Ho sentito molto parlare di te Kanan, il tuo punteggio di fine anno è stato molto buono per una borsista" dice sorridendo leggermente.
"Grazie".
Spero sia un complimento e non una sorta di sfida.
"K...Kenji, cosa ci fai qui?" Dice la ragazza vicino a me impallidendo.
"Che succede? Vi conoscete?" Chiede confusa e un po' spaventata.
"Ecco... lui è il mio..."
Kenji mi interrompe.
"Sono il suo futuro ragazzo, qualche problema?''
Divento pallidissima.
"Ora non lo sono, ma presto o tardi..." ridacchia.

Mari Pov

Non so cosa fare.
Ora lo sa. Ora lo ha capito, sarà ferita, starà male come sto male io.
"Scusami, me ne vado." mi giro e vado verso Kenji. "Stupido idiota."
Gli mollo uno schiaffo in pieno viso e poi corro via, non so cosa fare.
Kenji mi obbligherà ad eseguire il desiderio di mio padre, Kanan ora mi odierà.
Sono in trappola.
Vado in appartamento e mi rinchiudo in camera, scoppio a piangere.
Prima o poi sarebbe successo, me lo sarei dovuto aspettare.
Bevo un po' per cercare di non pensarci, ma gli alcolici mi fanno solo stare peggio.
Non reggo un cazzo quando sono triste, l'unico risultato che ottengo è correre in bagno e subito dopo mi addormento, appena metto la testa sopra il cuscino.

******************

Mi sveglio tremando, con le lacrime agli occhi.
No, non è un sogno, è tutto vero.
Ho un tremendo cerchio alla testa, mi sento malissimo sia fuori che dentro.
Chissà Kanan cosa starà facendo, cosa starà pensando, quanto mi odierà.
Ma ci sono le lezioni da seguire, quelle introduttive al secondo anno.
Ho i capelli scompigliati e gli occhi gonfi, ma esco comunque e vado in cucina per fare colazione.
Poi la vedo.
È seduta sul divano, mi guarda: vuole parlare.
"Sei in grado di dirmi perchè non me lo hai mai detto?" Mi chiede con tono duro.
"Perchè... perchè non voglio che succeda. Non l'ho deciso io..." mi siedo sulla sedia, non mi importa se mi vede con gli occhi rossi e i capelli scompigliati.
Sospira.
Non sa cosa dire, forse aspetta ancora spiegazioni.
"È... colpa di mio padre." ammetto, scoppiando a piangere.
Lei mi abbraccia.
"Ho paura che lo scoprano.." dice.
"Voglio solo la mia libertà, è da anni che cerco di cambiare le cose, ma mio padre non lo capisce!" mi sfogo, abbracciandola più forte.
"Forse... tu... noi dovremmo fare attenzione..." sussurra.
"Hai ragione, ma mi da fastidio dover tenere sotto controllo l'amore che provo per qualcuno."
Sospira di nuovo.
"A questo punto è l'unica cosa che possiamo fare a meno che tu voglia spezzare i rapporti con tuo padre e pagarti da sola il college" commenta.
È vero, cazzo.
"Scusami se non te l'ho detto, ma avevo paura. Amare era un rischio, ma era meglio rischiare piuttosto che lasciare andare."
"Mari..."
Rispondo alla sua domanda di prima.
"Non posso pagarmi da sola il college, devo trovarmi un cazzo di lavoro!" non so che cosa potrei fare.
"Non so che fare..." dico infatti.
"Teniamolo segreto" propone Kanan.
"Ti amerò ancora di più allora, anche se soffriremo"
Mi bacia.
"Si anche io..." mormora.
"Tienimi, non lasciarmi andare..." sto tremando, ho paura.
"...non lasciarmi andare, Kanan, sei l'unica casa sicura in cui posso tornare."
Mi stringe tra le sue braccia.
"Dobbiamo essere forti".
Rimaniamo abbracciate per un po', poi chiudo gli occhi e mi addormento tra le sue braccia.
Le lezioni saranno tra qualche ora, nel frattempo voglio stare con la mia ragazza e vivere, seppur in segreto, il nostro sogno condiviso.

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