Federico non seppe spiegare come la conversazione con Benjamin, una normale conversazione sui motori di due ragazzi poco più che ventenni, fosse diventata un dibattito sui comportamenti da assumere in amore è quando si è davvero innamorati. Federico sosteneva che chi ama deve anche saper lasciar andare, deve lasciare che l'altra persona può e deve essere felice con chi voglia. Benjamin invece sosteneva che chi ama, ama per davvero, non riesce a lasciare andare perché non può fare a meno di provarci, di volere l'altra persona e sosteneva anche che chi si nascondeva dietro sciocche scuse come quelle di Federico lo faceva solo perché codardo e incapace di amare.
Solo l'arrivo al semaforo riuscì a mettere fine alla loro discussione decisamente animata e che aveva attirato la totale attenzione dei due ragazzi.
-"Il palazzo dove abiti tu dista molto dal bar dove lavori?" Gli chiese il maggiore mentre si sistemava la cintura di sicurezza.
-"Non molto." Rispose Federico e si spostò i capelli dal viso. "Con la macchina ci vogliono circa cinque minuti." Disse. "Mentre a piedi, una ventina di minuti ma ci sono anche tantissimi mezzi pubblici e in quella zona puoi trovare ogni genere di attività commerciale." Spiegò.
Il moro sorrise e gettò i capelli all'indietro.
-"Saresti un ottimo agente mobiliare, sai?"
Il più piccolo si voltò verso di lui e sorrise.
-"Sono pieno di talenti." Disse e ammiccò al moro che ridacchiò.
-"Dato che sei pieno di talenti, che ne dici di parlarmi un po' della vita in quel posto?" Gli chiese Benjamin.
Il biondo annuì prima di lanciare uno sguardo al semaforo, diventato verde, e premere sull'acceleratore.
-"È una vita abbastanza tranquilla, nessuno dei coinquilini da troppo fastidio, tranne ovviamente quando la famiglia Smith organizza feste ma in genere invita tutti quindi neanche lo noterai." Disse. "In tutto sono quattro piani, ma solo tre di questi ospitano due appartamenti. Quelli del secondo e del quarto sono entrambi sfruttabili mentre quello del terzo piano viene usato dal proprietario come deposito."
-"E io a quale piano dovrei vivere se affittassi l'appartamento?"
-"Al quarto piano, dove vive anche Mona Hale, una simpatica donna di quarantacinque anni che passa più tempo in ufficio che a casa. Non si è mai sposata perché preferiva la carriera all'amore e stai attento con lei, è un'avvocatessa."
-"E tu invece a che piano abiti?" Gli chiese il più grande.
-"Io abito al primo piano, dove c'è l'appartamento più grande e anche unico." Rispose Federico soddisfatto. "La fortuna di essere stato il primo a notare il potenziale di quel palazzo."
-"E gli altri coinquilini chi sono?" Gli chiese il moro.
-"C'è Mona e la famiglia Smith, di cui ti ho già parlato, poi c'è la famiglia McCullin e la moglie è in attesa del loro quarto figlio anche se i medici sono quasi certi siano due gemelli. La famiglia Smith e la famiglia McCullin vivono al secondo piano. Mentre al terzo piano c'è la simpaticissima, adorabile quanto smemorata, nonna Mary Baker." Disse il più piccolo e svoltò a destra, in un ampio parcheggio recintato circondato da aiuole e davanti sorgeva un imponente palazzo grigio. "Siamo arrivati." Disse e parcheggiò la macchina mentre il cancello si chiudeva.
-"Questa Mary è davvero simpatica o eri ironico?" Chiese Benjamin e si tolse la cintura di sicurezza.
-"È molto simpatica, prepara sempre dolci per l'intero palazzo." Rispose il biondo, nella sua voce c'era un tono di dolcezza. "Solo però che odia chi si avvinghia, come dice lei, in pubblico dato che quando lei era giovane era uno scandalo." Spiegò. "Quindi se vuoi vivere bene nel palazzo e non vuoi finire nella lista nera di Mary, contieniti quando sei tra le scale."
-"E che cosa comporta essere nella sua lista nera?"
-"Biscotti bruciati e bisognini di gatto fuori la porta di casa tua." Disse Federico e scese dalla macchina. "Sa anche perdonare però, basta un mazzo di rose e torna ad essere la nonnina più dolce del mondo."
Il moro aggrottò la fronte e lo seguì giù dalla macchina.
-"Parli come se lo avessi provato sulla tua stessa pelle." Rispose.
Il più piccolo scrollò le spalle e chiuse la macchina.
-"A vent'anni non riesco sempre a stare attento e credevo che lei alle due di notte dormisse." Replicò. "Mi sbagliavo però e il giorno dopo il suo gatto me l'ha dimostrato."
-"Uhm, bene." Borbottò Benjamin. "Nel caso dovessi affittare l'appartamento, starò attento alla nonna Mary e al suo spietato gatto."
-"Sono certo però che ti troverai bene qui." Disse il biondo sorridente. "Ci sono io che sono super simpatico, affascinante, carismatico, attraente. Chi non vorrebbe vivere dove abito io?" Concluse e fece spallucce. "Suppongo nessuno, è un onore per tutti."
Il più grande aggrottò la fronte e sogghignò divertito.
-"Sei anche modesto, Federico, Federico Rossi." Rispose, imitando il modo con cui il biondo si era presentato a lui. "Il vicino perfetto, insomma." Disse ironico.
-"Non arriverei a dire perfetto ma se lo dici tu." Iniziò a parlare Federico e si passò una mano tra i capelli. "Non ti contraddirò." Concluse e sorrise.
Il moro alzò gli occhi al cielo e mise le mani nelle tasche del pantalone.
-"Il proprietario è qui?" Gli chiese. "Posso parlare con lui?"
Il più piccolo annuì e gettò la sciarpa dietro le spalle.
-"Sì, l'ho chiamato e ti sta aspettando."
-"Allora andiamo, non mi piace far perdere tempo alla gente." Rispose Benjamin e tirò fuori il pacchetto di sigaretta, che subito dopo però il minore gli prese.
-"Al signor May non sopporta il fumo, ovviamente quando affitterai la casa potrai fumare quanto ti pare ma davanti a lui evita." Gli disse il biondo e prese una sigaretta dal pacchetto del moro.
-"Scusa perché tu puoi fumare allora?"
Federico sorrise furbo, prese l'accendino, si portò le sigaretta alle labbra e l'accesse.
-"Io non devo affittare nessun appartamento."Federico condusse l'altro nell'ufficio del signore May dove trovarono questo ad aspettarli sorridente come al solito. Il signor Paul fece varie domande al moro, gli chiese come mai si fosse trasferito a Ottawa e se avesse intenzione di restare o se fosse solo una soluzione momentanea. Gli aveva chiesto che genere di abitudini avesse e se queste potessero disturbare la quiete del palazzo, Benjamin rispose con tranquillità a tutte le domande del proprietario dello stabile e gli sorrideva ogni qualvolta l'altro gli sembrasse perplesso.
-"Allora direi che non ci sono problemi!" Esclamò il signor May dopo circa quaranta minuti dall'arrivo dei due ragazzi. "Se per te va bene puoi iniziare a trasferirti anche adesso e domani ti farò trovare il contratto per firmarlo." Disse e si sfregò le mani.
-"Per me va benissimo." Rispose Benjamin e sorrise all'uomo. "La casa è già arredata, giusto?"
-"Giusto." Annuì l'uomo. "Mancano solo le cose più intime, come ad esempio il materasso e le pentole e piatti per la cucina, che i vecchi proprietari hanno portato via."
-"D'accordo." Disse il moro e si alzò, per poi andare ad affiancare il minore che era poggiato allo stipite della porta. "Allora ci vediamo domani per il contratto."
-"A domani."Federico uscì dall'ufficio del signor May e ridiede al moro il suo pacchetto di sigaretta, da cui aveva preso tre sigarette, che sospirò e prese una sigaretta.
-"Mi devi tre sigarette." Gli disse il maggiore e si portò la sigaretta alle labbra.
-"Ti ho trovato una casa, direi che sei tu a dovermi qualcosa." Rispose Federico e mise le mani nelle tasche della sua felpa blu. "Tre sigarette sono il minimo che puoi fare." Aggiunse e lanciò un'occhiata divertita al moro che sogghignò.
-"Immagino tu abbia ragione."
-"Allora hai già qualche idea?"
-"Ti invito a cena." Disse Benjamin.
Il minore aggrottò la fronte e si fermò davanti all'altro.
-"Che cosa?" Gli chiese confuso.
-"Ti invito a cena." Ripeté Benjamin. "Domani sera, quando mi sarò sistemato e avrò comprato tutto il necessario." Aggiunse. "Ci stai?"
Federico sorrise e annuì.
-"Ci sto."
Benjamin inspirò dalla sua sigaretta per poi formare una piccola nube di fumo davanti a lui, che rese meno nitida la visione che aveva del volto dell'altro nonostante gli occhi di Federico continuassero a brillare nel buio di quella serata.
-"Allora a domani sera, vicino."———————————————————————————
Ehi🎈
Ebbene sì, sono tornata con i miei angoli autrici e, anche questa volta, voglio ringraziarvi per le mille visualizzazioni in pochi giorni e anche per continuare a sostenermi anche in questa mia nuova avventura. Grazie di cuore♥️
Passando alla storia, so che questi primi capitoli possono risultare noiosi o cose del genere ma vi assicuro che succederanno tantissime cose, questi primi capitoli servono solo per mostrarvi i caratteri di Benjamin e Federico cosicché in seguito possiate capire meglio determinate scelte e azioni. Vi chiedo solo un po' di pazienza, farò di tutto per non deludervi.
Se volete entrare nel gruppo whatsapp non dovete fare altro che mandarmi un messaggio con il vostro nome e numero, vi aggiungerò subito.
Se vi va potete commentare questa storia su Twitter usando l'hashtag #HotchocolateFenji, mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovare su Twitter come @fvedericoshvrt e su Instagram come @/fixhvrtx.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

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Hot Chocolate || Fenji.
Fiksi PenggemarHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."