Le parole del moro furono di conforto al minore, molto più di quanto desse a vedere, e lasciò che il moro lo stringesse tra le sue braccia e accarezzasse le sue paure. Benjamin aveva fatto accomodare il più piccolo sulle sue gambe, rischiando di cadere entrambi all'indietro date le piccole dimensioni dello sgabello, e lo aveva stretto a lui senza proferire parola, attendendo il momento in cui Federico se la sarebbe sentita di parlare. Il bar era poco illuminato, solo dalla piccola luce ancora accesa sistemata sopra la porta e dalla luce proveniente dall'esterno, l'atmosfera era tranquilla, intima, mentre fuori la pioggia continuava a venire giù senza tregua.
-"Mi passi una sigaretta?" Chiese, sottovoce, Federico dopo vari minuti in silenzio, mentre era rannicchiato tra le braccia dell'altro.
Il moro sorrise e gli sfiorò la punta del naso con un dito.
-"Non dovresti fumare." Gli disse. "Non ti fa bene."
-"Tu fumi." Replicò il più piccolo e si strinse ancora di più tra le braccia del maggiore. "Eppure stai bene e fai bene a me."
Il volto di Benjamin si piegò un'espressione di dolcezza e baciò la guancia del minore.
-"Le ho nel giubbotto sul tavolo." Rispose. "Devo alzarmi per prenderle."
-"Non farlo."
-"Non volevi una sigaretta?"
-"Sì ma voglio di più rimanere tra le tue braccia."I due ragazzi restarono ancora qualche momento in quella posizione, ripresero a parlare di cose di non troppa importanza e Benjamin gli disse che per tutto il pomeriggio era stato in giro a cercare qualche locale disposto ad organizzare una sua mostra. Federico gli rispose che se solo avesse potuto l'avrebbe organizzata in quello stesso bar e il moro non poté evitare di stringerlo ancora più forte.
Dopo circa mezz'ora di comune accordo decisero che era meglio tornare a casa, la pioggia diventava sempre più fitta e se non si fossero sbrigati sarebbero rimasti bloccati nel bar per tutta la notte. Non che ai due dispiacesse ma preferivano non rovinare quel bel momento. Federico strinse a lui il moro, che reggeva i suoi vestiti bagnati, quando uscirono dal locale e mano nella mano corsero sotto la pioggia fino a quando non raggiunsero la macchina del minore.-"Allora ci salutiamo qui?" Chiese il maggiore mentre i due erano fermi davanti all'ascensore.
-"Non vuoi venire da me?" Rispose Federico e si scostò una vetta di capelli bagnati dal volto.
Il moro si morse il labbro inferiore e scosse la testa.
-"Avremo tempo per quello." Disse. "Abbiamo già affrettato troppo le cose, ora è meglio rallentare un po'." Aggiunse. L'ascensore trillò al suo arrivo ed entrambi i ragazzi entrarono non appena le porte si aprirono.
-"Va bene." Replicò il più piccolo e si appoggiò alla parete. "A me basta solo averti accanto."
Benjamin sorrise e gli sfiorò la mano, le porte dell'ascensore si aprirono e i due dovettero separarsi.
-"A presto." Sussurrò il più piccolo e gli stampò un bacio sulla guancia.
-"Federico?" Lo richiamò Benjamin mentre l'altro usciva dall'ascensore.
-"Dimmi."
-"Comunque ho deciso di continuare a frequentarti."Federico ritornò a casa con il sorriso sulle labbra, era felice come non lo era da molto tempo e tutto per merito di Benjamin. Il moro aveva risvegliato in lui qualcosa che non credeva di poter ancora provare, era presto per definire ciò che provava per lui ma sapeva che stava bene in sua compagnia e voleva continuare a frequentarlo e ad essere felice. Il biondo non appena rientrò in casa poggiò la schiena contro la porta e scoppiò a ridere.
-"Chi lo avrebbe mai detto che sarei stato di nuovo felice."
Era di certo presto per dire che Benjamin sarebbe stata la sua felicità, ma in quel momento lo era e gli importava solo di quello.-"Che tempaccio." Borbottò Federico mentre si tamponava i capelli con un asciugamano. Il ragazzo era coperto solo da un asciugamano bianco, dato che era appena uscito dalla doccia. "Speriamo che domani migliori." Aggiunse e si gettò sul divano, sospirando rumorosamente.
-"Chissà che cosa sta facendo Benjamin..." Si domandò il ragazzo e come se qualcuno lo avesse sentito, il campanello di casa suonò. "Benjamin!" Esclamò allegro il biondo e, senza preoccuparsi del suo non abbigliamento, corse ad aprire.-"Ehi." Mugolò una voce, imbarazzata, non appena il minore aprì la porta di casa.
Federico sgranò gli occhi quando vide il ragazzo fermo sul pianerottolo di casa sua, era bagnato fradicio e le goccioline continuava a cadere dai suoi capelli scuri, creando una piccola pozza intorno a lui.
-"Christian." Disse Federico, incredulo e anche imbarazzato per essere coperto solo da un asciugamano legato in vita. "Che cosa ci fai qui?" Gli chiese e deglutì.
-"Avevamo deciso di continuare a sentirci ma da giorni non mi rispondi più e a me mancavi." Rispose Christian e abbozzò un sorriso malinconico. "Volevo vederti e sono venuto qui, spero di non disturbarti e di non risultarti invadente." Aggiunse e mise le mani nelle tasche del jeans bagnato.
Il più piccolo non riuscì a non sorridere, Christian aveva corso sotto la pioggia, sapeva che il ragazzo non guidava, solo per andare da lui perché gli mancava.
-"Assolutamente no, anzi, sei stato molto carino." Rispose il più piccolo e sorrise al ragazzo. "Vieni, entra, non restare fermo lì." Aggiunse e si spostò per fare spazio al ragazzo.
Il giovane dagli occhi verdi sorrise ed entrò in casa, con un piccolo sorriso imbarazzato stampato sul volto.
-"Ti bagnerò tutta casa così."
Il minore chiuse la porta e sorrise.
-"Non importa, tanto comunque domani dovrò lavare il pavimento." Rispose. "Comunque ti conviene togliere questi vestiti bagnati o ti raffredderai."
-"Federico." Lo chiamò Christian, con tono serio, ignorando le sue parole.
-"Dimmi."
-"Sei sicuro che non disturbo?" Gli chiese Christian. "Magari eri occupato e io ti sto disturbando." Disse. "Basta che tu me lo dica e io vado via subito.
Non mi offendo, tranquillo."
Il più piccolo avanzò verso di lui e gli toccò i capelli bagnati.
-"Non disturbi." Rispose. "Non disturbi affatto." Ripeté e gli sorrise. "Sono molto felice che tu sia qui. Mi dispiace non averti risposto in questi giorni ma mi sono successe delle cose e non avevo voglia di parlare con nessuno. Mi dispiace non averti neppure avvisato, avrei dovuto farlo." Disse. "Sono felice però che tu sia qui e anche di esserti mancato."
-"E io ti sono mancato?" Gli chiese il ragazzo e si morse il labbro inferiore, preoccupato per la risposta.
Il biondo inclinò la testa da un lato e gli sorrise dolcemente, mentre gli accarezzava il volto bagnato.
-"Sì."
Christian esultò dentro di lui e si sporse in avanti per lasciare un bacio a stampo sulle labbra al minore.
-"Ora togliti questi abiti." Gli disse Federico. "Te ne do io qualcuno per cambiarti."
Christian sorrise malizioso e si avvicinò al ragazzo.
-"O magari potrei farne a meno." Rispose e tolse l'asciugamano al minore. "E anche tu." Aggiunse e ghignò malizioso, mentre tirava l'altro verso di lui.
Il biondo ridacchiò.
-"Che cosa hai intenzione di fare?"
Il ragazzo lo prese di peso, facendogli stringere le gambe sul suo bacino, e lo spinse contro il muro.
-"Questo." Disse prima di far unire le loro labbra.

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Hot Chocolate || Fenji.
FanficHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."