Thirty four.

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Buon anno a tutti voi 🎈

-"Soprattutto però voglio ringraziare questo ragazzo qui, questo bellissimo ragazzo qui presente che è il mio fidanzato. Senza di lui nulla di tutto questo avrebbe senso, non sarei riuscito a fare nulla. È a lui che devo tutto." Disse Benjamin e si voltò verso il minore che era rosso dall'imbarazzo. "Grazie Federico, per tutto." Concluse e fece unire le loro labbra.
Quando le loro labbra si unirono Federico finì per dimenticare le tante persone che li circondavano, così tanti occhi fissi su di loro mentre ognuno di loro formulava qualche pensiero su ciò che stavano appena vedendo. Su di loro.
Federico portò le mani dietro al collo del moro e sorrise in quel bacio che sapeva d'amore. In quel momento gli interessava solo di Benjamin, delle sue labbra sulle sue e dei loro corpi uniti. Entrambi i ragazzi finirono per desiderare di essere da soli, magari a casa di uno dei due, stretti sul divano sotto una coperta dove nessuno avrebbe potuto disturbarli. Desideravano potersi amare senza occhi puntati addosso. Solo loro.
Un piccolo coro di applausi, seppur contenuto, fece sobbalzare i due ragazzi che si separarono e sorrisero imbarazzati al gruppo di persone che continuavano ad osservarli. Benjamin, decisamente meno imbarazzato e più sciolto tra i due, si schiarì la voce e strinse nuovamente a lui il più piccolo, prima di parlare.
-"Bene, dopo questa piccola pausa - lanciò un'occhiata divertita al più piccolo - direi che possiamo tornare alla nostra mostra." Disse Benjamin, mantenendo un tono calmo. "Buona serata signori, spero vi piaccia. Per qualsiasi genere di informazioni, o altro, io sono qui." Aggiunse.
In pochi momenti il gruppo di persone si divise e ognuno si avvicinò al quadro che più preferiva, anche il gruppo di persone con cui prima stava parlando Benjamin si allontanò lasciando soli i due ragazzi.
Federico sorrise mentre si avvicinava al moro e gli sistemava il colletto della camicia.
-"Bel discorso, signor Mascolo. I miei complimenti." Disse, cercando di mantenere un tono serio ma il suo sorriso lo tradiva.
Il moro ridacchiò e circondò il busto del minore con entrambe le braccia.
-"È stato lei ad ispirarmi, signor Rossi." Rispose il moro e lo tirò più vicino a lui. "Perché tu mi ispiri tutte le cose più belle, Federico." Aggiunse e gli accarezzò la guancia con una mano.
Il più piccolo inclinò la testa da un lato e sorrise intenerito.
-"Io avrei qualche informazione, o altro, da chiederti." Disse e ghignò. "Ed è anche abbastanza urgente."
Benjamin ridacchiò e gli prese la mano.
-"Seguimi."

Tutti i presenti sembrarono non notare l'assenza di Benjamin e Federico, troppo occupati a scambiarsi ciò che di più profondo avevano in un'altra stanza, mentre osservava ammirati e sorpresi i quadri a cui Benjamin aveva dato la vita. Quando i due ragazzi tornarono nel grande salone, accaldati e un po' in disordine, vennero circondati dai ragazzi con cui stavano parlando prima ma nessuno dei due sembrò notare il loro aspetto o la macchia violacea che decorava il collo di Benjamin.
Subito dopo la mostra i due giovani vennero invitati ad una cena con quel gruppo di ragazzi, che Federico aveva scoperto essere vecchi amici di Benjamin, e data la tarda ora e che nessuno dei due aveva voglia di cucinare, decisero di accettare.

-"Avete già deciso che cosa ordinare?!" Chiese una delle due donne, Federico non era certo ma doveva chiamarsi Marianne ed era avvolto in un pomposo vestito con veli viola.
Qualcuno borbottò qualcosa in risposta ma Federico era troppo occupato a scrutare il menù per prestare loro ascolto. La mano fredda di Benjamin si infilo sotto la sua camicia bianca e lo fece sobbalzare.
-"Tranquillo piccolino." Ridacchiò il moro e gli morse il lobo dell'orecchio. "Sono solo io." Aggiunse mentre la sua mano scivolava verso il fondoschiena del minore.
Federico sentì tutto il calore della stanza concentrarsi sul suo volto, faceva fatica a restare calmo quando le mani di Benjamin si muovevano su di lui.
-"B- Ben..." Balbettò e deglutì. "Non ti è bastato ciò che abbiamo fatto prima nel ripostiglio?" Gli chiese e ridacchiò, cercando di nascondere il suo imbarazzo.
Il moro scosse la testa e ritirò la mano, sistemandogli nuovamente la camicia.
-"Io di te non ne ho mai abbastanza." Rispose sottovoce. "Rimanderemo a più tardi però." Aggiunse e gli fece l'occhiolino. "Hai già deciso che cosa ordinare?"
Il più piccolo annuì e indicò un'immagine sul menù.
-"Sì, questo." Disse.
Benjamin gli stampò un bacio sulla guancia e sorrise.
-"Lo prenderò anch'io." Rispose prima di voltarsi verso il gruppo di persone. "Bene ragazzi, ditemi tutto ciò che avete deciso di ordinare e io vado a comunicarlo al cameriere!" Esclamò.
In pochi momenti Benjamin venne sommerso di parole e di ordini di vario tipo, solo con l'aiuto del suo fidanzato riuscì a prendere nota di subito.
-"Torno subito, piccolo." Disse al minore e gli diede un baci a stampo, prima di allontanarsi.
Federico rimase a guardare incantato il più grande mentre si allontanava da lui, solo una mano calda e liscia a contatto con la sua riuscì a riportarlo con i piedi sulla terra. Il più piccolo si voltò e vide un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli rossi che gli stava sorridendo.
-"Tu e Benjamin siete davvero una bella coppia." Disse il ragazzo di cui non ricordava il nome.
Federico sorrise imbarazzato e guardò la mano dello sconosciuto sulla sua, un po' infastidito. Non gli piaceva essere toccato dagli estranei, l'altro però sembrò non notarlo.
-"Uhm, g- grazie..." Balbettò Federico. "Scusa come ti chiami?" Gli chiese.
Il ragazzo sorrise e si passò l'altro mano tra i capelli, non accennava neppure a separare la sua mano da quella del minore.
-"Elliot." Rispose. "Elliot Lambert." Aggiunse. "Piacere di conoscerti, Federico."
-"Mi presenterei ma già sai il mio nome, quindi meglio evitare." Replicò il più piccolo e scrollò le spalle.
Elliot ridacchiò e strinse la mano del minore.
-"Hai delle bellissime mani." Disse Elliot. "E anche i tuoi occhi sono bellissimi." Aggiunse. "Sarei scontato se dicessi che, in generale, sei bellissimo?"
-"Sì, lo saresti." Rispose il biondo e cercò di ritirare la mano ma l'altro gliela strinse di più.
Il ragazzo ridacchiò e scosse la testa divertito.
-"Diretto, mi piace." Replicò. "Mi piaci." Si corresse.
Federico tossì e si mosse a disagio sulla sedia.
-"A me piace la pizza." Rispose. "Eppure non vado a dirlo in giro o ad infastidire la pizza." Aggiunse e scrollò le spalle.
-"Se però vuoi gustare la tua pizza devi pur far qualcosa." Replicò il ragazzo dai capelli rossi. "Non puoi restare a guardare?" Chiese e si avvicinò di più al più piccolo.
Federico si allontanò.
-"Infatti mi basta chiamare la pizzeria." Disse Federico, con tono irritato. "E perché diamine stiamo parlando della pizza?!" Esclamò.
-"Che cosa succede qui?" Quella voce fece sobbalzare Federico ed Elliot, il primo però fu felice di sentirla mentre il secondo sembrava irritati.
-"Hai ordinato, Benjamin?" Chiese Elliot a Benjamin.
Lo sguardo del moro ricadde sulla mano di Elliot che stringeva la mano di Federico e serrò i pugni. Non doveva toccarlo.
-"Federico ti sta infastidendo?" Chiese il moro al minore.
Federico aprì bocca per rispondere ma Elliot fu più veloce.
-"No, Benjamin, stavamo parlando tranquillamente." Rispose e sorrise al moro. "Vero, Federico?" Chiese, retorico al minore, e gli stampò un bacio sulla guancia.
-"Sì..."

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora