Sixty four.

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Benjamin uscì distrutto da quella casa, uscì con il cuore frantumato in mille pezzi così piccoli da rendere impossibile ricomporlo. Si trascinò a fatica fuori da quella porta, da quella casa che era stato il luogo dove avevano vissuti tantissimi loro momenti importanti. Fondamentali.
Fece fatica a non guardarsi indietro quando sentì il più piccolo singhiozzare.
"È lui a volere che tu vada via." Pensò Benjamin e si morse il labbro inferiore per evitare di singhiozzare anche lui. "È lui che non vuole perdonarti, è lui che vuole che tutto finisca tra di voi.
È lui ad aver messo una parole fine al vostro amore."
Sei tu però ad aver sbagliato. Gli ricordò la sua coscienza e, a quel punto, non poté evitare di singhiozzare rumorosamente e per un momento sperò che Federico corresse ad abbracciarlo, così non fu però.
-"Mi dispiace..." Sussurrò il più grande e si strofinò gli occhi arrossati e un po' lucidi. "Mi dispiace, Federico, io non volevo..."
-"Dispiace anche a me." Rispose Federico, interrompendolo. "Ormai però è successo e nessuno può farci niente." Aggiunse. "Addio, Benjamin."
Addio.
Benjamin non era pronto a dirgli addio e avrebbe lottato per lui.
Benjamin non gli avrebbe detto addio.
-"A presto, Federico." Rispose ed uscì da quella casa più determinato che mai.

I giorni passavano, l'ultimo giorno dell'anno era finalmente arrivato e tutti in città si preparavano per i grandi festeggiamenti che li attendevano quella sera. Federico aveva sempre amato quel periodo pieno di festività, amava la città piena di colori e felicità e non smetteva mai di sorridere, eppure quell'anno così tanta felicità non riusciva a conteggiarlo. Il suo sorriso era del tutto scomparso, la voglia di vivere ed essere felice solo un lontano ricordo.
Ogni giorno che passava Federico sentiva sempre di più la mancanza del più grande, continuava a ripensare alla sera della mostra, al quadro e alla descrizione. Continuava a pensare alla notte passata insieme e gli mancava. Gli mancava tantissimo. Ogni volta però che pensava di tornare da lui, chiedergli scusa ed essere felici insieme, gli ritornava alla mente quella scena e gli veniva il disgusto. Finiva per odiare Benjamin.

Durante quei giorni Kevin non lo aveva lasciato solo neppure per un momento, lo aveva consolato il giorno successivo alla mostra e gli aveva chiesto che cosa volesse per davvero ma Federico non aveva una risposta e a Kevin andava bene così. Kevin voleva solo che Federico fosse felice e avrebbe ucciso chiunque volesse impedirglielo, era come un fratello per lui.
-"Ma non è giusto che vinca sempre tu!" Esclamò Kevin, quasi offeso e incrociò le braccia al petto.
Per distrarre il più piccolo Kevin gli aveva proposto di giocare a tris, un gioco che amavano fare da piccolo, nonostante Federico non ne avesse molta voglia.
Federico sospirò e si gettò sul divano.
-"Kevin non ho voglia di giocare." Disse e chiuse gli occhi.
-"Ah e per fortuna che non hai voglia!" Replicò l'amico. "Mi stai stracciando!"
-"Non è colpa mia se sei una frana a tris." Rispose il più piccolo, annoiato.
-"Non è colpa mia se sei una frana a tris." Ripeté l'amico scimmiottando la voce di Federico, per poi sospirare. "Che cosa vuoi fare?" Gli chiese e sistemò il tavolo su cui stavano giocando, in salotto davanti al divano.
-"Niente."
-"Non si può non fare niente."
-"Allora voglio dormire."
-"Ti sei svegliato un'ora fa, non puoi tornare a dormire!"
Federico sospirò e si mise a sedere a gambe incrociate.
-"Kevin non ho voglia di fare niente." Disse. "Non insistere, ti prego."
Kevin scosse la testa divertito e si sedette accanto al suo amico.
-"Non sarei il tuo migliore amico se non insistessi." Rispose. "Quindi tu ora muovi il culo ed esci con me." Aggiunse. "Non lascerò che tu resti a casa a deprimerti e a lasciare che il tempo scorra senza fare nulla per vivere." Continuò. "Uscirai, che tu lo voglia o meno."
Federico aprì bocca per rispondere ma il suo cellulare iniziò a vibrare e interruppe quella loro conversazione. Il biondo sospirò e prese il cellulare. Il numero che compariva sullo schermo era a lui sconosciuto, curioso ma anche annoiato, trascinò il dito sullo schermo e avvicinò il telefono all'orecchio.
-"Pronto?" Chiese un po' titubante.
-"Federico."
Quella voce risuonò forte e chiara nelle orecchie del più piccolo che si ritrovò a tremare. Gli mancava così tanto.
-"Sono Benjamin." Aggiunse, come se fosse necessario, come se Federico non lo avesse già riconosciuto. "Ti sto chiamando da un altro numero dato che tu mi hai bloccato." Spiegò.
Federico si era totalmente dimenticato di quel dettaglio.
-"C- che cosa vuoi?" Balbettò Federico, lottando contro la voglia che aveva di supplicarlo di andare da lui. "Non ho tempo per a- ascoltarti..." Aggiunse, cercando di essere duro ma la sua stessa voce lo tradì.
-"Non riattaccare te ne prego..." Sussurrò il moro. "So che sei arrabbiato, furioso, con me e hai tutti i motivi per esserlo. So che non vuoi saperne più niente di me, che quasi ti disgusta avermi al tuo fianco, e ti capisco perché se fossi in te farei la stessa cosa. So tutte queste cose ma ti prego, ti scongiuro, non attaccare." Quasi lo supplicò il moro. "Ascoltami per favore."
Il più piccolo odiava sapere che Benjamin stava male e ancor di più a causa sua, non poteva farci nulla però. Era stato Benjamin a sbagliare.
-"Ti ascolto." Rispose semplicemente.
-"Mi manchi. Mi manchi, Federico." Iniziò a parlare Benjamin e il più piccolo riusciva a capire quanto fosse sincero e triste. "Non riesco più a fare niente senza di te, mi manca condividere con te anche le cose più stupide sapendo che tu mai mi faresti del male.
Non sono più felice da quando non ci sei più tu al mio fianco e non puoi nemmeno immaginare quanto io odi ciò che ti ho fatto. Mi odio per averti fatto soffrire. Io ti avevo promesso di renderti felice, sempre, e invece ti ho pugnalato alle spalle.
Ti amo, Federico, ti amo tantissimo. Tu sei la cosa migliore che mi sia capitata, la persona più importante della mia vita. Credevo di averti perso ma, dopo quella notte che abbiamo passato insieme, ho capito che non è così. Non del tutto almeno.
Io voglio lottare per te, Federico." Disse Benjamin. "Non lascerò che la vita ci separi, non senza lottare quanto meriti e tu meriti solo il meglio.
Voglio dimostrarti quanto ti amo e che amo solo te. Sei l'unico per me."
Il biondo sentiva il suo cuore esplodere dalla gioia nel sentire quelle parole. Benjamin lo amava ancora.
-"E che cosa vuoi fare?" Gli chiese.
Il più grande prese un respiro profondo e rispose.
-"Esci con me, Federico." Rispose. "Questa sera, alle nove e mezzo. Ti porto a cena, al parco, su una stella o ovunque tu voglia." Aggiunse. "Esci con me."
-"Va bene, Benjamin. Uscirò con te."

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Ehi🌸
Grazie infinite per le più di quarantamila visualizzazioni, è incredibile il sostegno che mi mostrare quotidianamente e io ve ne sono infinitamente grata. Grazie di cuore 💓
Come vi avevo promesso, domani ci sarà un doppio aggiornamento.
Federico sembra intenzionato a perdonare Benjamin, infatti ha accettato di uscire con lui, come andranno le cose?
Mancano solo 8 capitoli alla fine della storia, che cosa succederà?
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Baci, Michi💕

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