Fifty three.

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Le mani di Benjamin vagavano veloci su quel corpo, a lui, sconosciuto. Sfiorava i fianchi, coperti da un maglione rosa, per poi passare alla pancia e in seguito alla schiena, cercava qualcosa di familiare in quel corpo che, di familiare, non aveva nulla.
Le mani di Aria giocherellavano con i suoi capelli, mentre le loro bocche si cercavano fameliche nel buio di quella stanza fredda, e il più grande non poteva fare a meno di pensare a quando Federico giocava con i suoi capelli dopo aver fatto l'amore con lui. Benjamin scosse vigorosamente la testa, come se volesse far uscire Federico dalla sua testa, e abbandonò le labbra di Aria per tornare a concentrarsi sul suo collo e sul seno in parte scoperto.
-"B- Benjamin..." Gemette la ragazza, che ancora non riusciva a capire come fossero arrivati a quel punto.
Il moro però non le fece aprire bocca, non voleva che gli ricordasse ancora Federico, la prese di peso e la spinse sul letto per poi sistemarsi su di lei.
-"Non è il momento di parlare." Le disse e, in un battibaleno, la spogliò del suo maglione e del reggiseno bianco. "Quindi non farlo." Aggiunse e tornò a baciarla disperato.
Benjamin era disperato.
Disperato al pensiero di star perdendo Federico.

Quella notte passò troppo lenta per i gusti di Benjamin, che continuava a fumare una sigaretta dopo l'altra. Ripensava a ciò che aveva fatto e si odiava, come aveva potuto tradire Federico in quel modo?
Ripensava alle sue labbra su quelle di Aria, che alla fine non aveva alcuna colpa per ciò che era successo, al modo in cui la toccava e come si spingeva dentro al suo corpo, ricordando quell'unica notte in cui si era spinto nel corpo di Federico. Ripensava a come non riuscisse a fare altro che pensare a Federico e come quel pensiero non fosse bastata a fermarlo. L'aveva tradito. Aveva tradito Federico nel peggiore dei modi, l'aveva tradito in tutti i sensi.
Lo sguardo perso di Benjamin vagava tra la stanza sconosciuta e il corpo nudo di Aria che gli dormiva accanto, era dispiaciuto per averla resa sua complice in una lotta che non avrebbe avuto vincitori. Preso dai sensi di colpa e dal disgusto, alle prime luci dell'alba, Benjamin gettò l'ennesimo mozzicone di sigaretta, si rivestì il prima possibile e corse fuori da quella casa che lo stava soffocando.
Aveva perso.

Federico aveva passato la notte in bianco, mentre continuava a rigirarsi in quel letto freddo e vuoto senza la presenza di Benjamin accanto a lui, pensava alle parole di Benjamin e si sentiva morire nell'immaginare un futuro senza di lui. Federico credeva davvero fossero diversi, molto, ma si era innamorato di lui anche per quel motivo. Di certo era stato affrettato nel parlare, purtroppo come suo solito, ma non si aspettava che Benjamin gli gridasse contro di lasciarsi in quel momento, senza soffrire ancora. Soffrire ancora. Benjamin stava soffrendo con lui?
Tante erano le lacrime che rigarono il volto del più piccolo quella notte, Federico si ritrovò senza forze quando l'indomani mattina si alzò dal letto e si costrinse ad uscire di casa.
Il cielo era grigio, il vento lo colpiva come schegge di vetro che gli entravano sotto pelle e lui desiderava solo poter riaprire quella porta appena chiusa e non uscire mai più di casa.
-"Che giornataccia e non è neppure iniziata ancora." Sospirò Federico e lanciò un rapido sguardo al suo orologio.
07:13
Erano solo le sette del mattino, di sabato, e lui non sapeva che cosa fare. Dopo il litigio che aveva avuto con Benjamin Paul, che aveva sentito tutto, gli aveva concesso un paio di giorni liberi per tranquillizzarsi.
-"Federico..."
Quel flebile sussurro riecheggiò nel pianerottolo vuoto e freddo. Quella voce lo colpì molto più di quanto facesse il freddo, molto più di quanto avrebbe potuto fare uno schiaffo.
Federico si impedì di girarsi, non voleva guardare Benjamin consapevole di averlo perso. Non poteva farlo. Il ragazzo serrò i pugni e strinse gli occhi, le lacrime stavano risalendo prepotenti e non sapeva per quanto sarebbe riuscito a trattenerle.
Benjamin si sentiva un verme per ciò che aveva fatto, per ciò che Federico non sapeva e non avrebbe mai dovuto sapere. Lo vedeva fermo davanti a lui, di spalle, e pur non vedendogli il volto immaginava stesse lottando contro se stesso per non piangere.
Il corpo del moro reagì prima ancora del cervello, si mosse in direzione del più piccolo e gli sfiorò il braccio con una mano quando fu abbastanza vicino.
-"Federico..." Sussurrò nuovamente, sicuro che Federico lo avrebbe sentito.
E Federico lo sentì. Sentì anche le sue dita fredde sfiorargli il braccio coperto e non poté evitare di singhiozzare. Ma lui non sapeva che quelle mani, poco prima, avevano toccato un corpo che non era il suo.
-"V- Vattene..." Singhiozzò Federico e tirò su con il naso. Non doveva piangere ma lo stava già facendo.
Quel singhiozzo strappò via dal petto il cuore del moro, odiava farlo soffrire ma non riusciva ad evitarlo. Il moro cinse il corpo di Federico con entrambe le braccia e fece aderire la schiena del minore al suo petto.
-"Non piangere, ti prego non piangere..." Sussurrò il moro e gli baciò la nuca. "Non piangere, Fè, non piangere..."
Il più piccolo cercò di divincolarsi da quella stretta ma Benjamin non voleva saperne di lasciarlo andare. Non di nuovo.
-"E t- tu non mi abbracciare s- se poi mi lascerai a- andare..." Singhiozzò il più piccolo. Le lacrime gli rigavano il volto, gli occhi arrossati e le forze che lo abbandonavano sempre di più, costringendolo ad arrendersi tra le braccia di Benjamin.
Benjamin lo strinse al suo corpo e gli baciò la tempia più e più volte.
-"Non ti lascio." Sussurrò. "Non ti lascio, te lo prometto."
Non lasciarmi nemmeno tu.
Avrebbe voluto aggiungere Benjamin ma non aveva il coraggio, non dopo quello che aveva fatto.
Il biondo singhiozzò nuovamente e si voltò verso di lui.
-"N- non mi l- lascerai?" Gli chiese speranzoso. "Ieri mi h- hai detto..."
-"So quello che ho detto e so di essere stato uno stupido." Lo bloccò il più grande. "Non voglio lasciarti e non so che cosa accadrà in futuro tra di noi, per ora però mi va bene ciò che abbiamo." Disse. "Forse ci lasceremo o forse no, ma perché dobbiamo giocare a fare i maghi quando possiamo stare insieme?" Continuò e gli asciugò le lacrime con i pollici. "Se tu vuoi stare ancora con me, ti prometto di non lasciarti andare. Te lo giuro Federico."
Federico forse si sarebbe pentito, in futuro, per avergliela data vinta così tanto facilmente, per perdonargli di tutto ma non riusciva a fare altro. Lo amava e non riusciva ad accettare di perderlo.
Federico gli baciò un dito e fece unire le loro labbra. Voleva dimenticare tutto ciò che era successo, voleva dimenticare quanto avesse sofferto. Voleva dimenticare tutto il brutto della sua vita per lasciare spazio a Benjamin e al loro amore.
Voleva che la sua vita sapesse di Benjamin, voleva dargli tutto ciò che aveva senza paura. Voleva amarlo.
Benjamin gli strinse il volto tra le mani e baciò quelle labbra che tanto sapevano di casa. Federico era il suo punto sicuro e si odiava, si odiava da morire, per ciò che gli aveva fatto quella notte ma mentre le sue labbra combaciavano perfettamente quelle di Federico capì che quella notte era stata solo uno sbaglio. Aria era uno sbaglio e anche ciò che aveva fatto con lei, uno sbaglio che voleva dimenticare e che non doveva far soffrire Federico.
Mentre baciava Federico capì che lui non avrebbe mai dovuto saperne niente. Sarebbe stato il suo segreto.

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora