Thirty one.

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Federico era ritornato a casa salterellando allegro tra le strada di Ottawa, continuava a far girare l'ombrello che stringeva in una mano e aveva lo sguardo alzato verso il cielo grigio che, però, riusciva a vedere solo in parte proprio per via dell'ombrello. Il meteo non era dei migliori e le gocce d'acqua che cadevano dal cielo si facevano sempre più insistenti, il vento gli scompigliava i capelli eppure Federico non poteva fare a meno di pensare che fosse una giornata bellissima. Si era fidanzato. Federico si era fidanzato con Benjamin.
Il biondo stentava a credere a se stesso, continuava a rileggere il messaggio che aveva inviato al moro e sentiva il cuore battere all'impazzata quando nella sue mente riecheggiava la risposta del suo fidanzato.
Ti aspetto a casa.
Benjamin, il suo fidanzato, lo aspettava a casa e avrebbero passato tutto il giorno insieme. Il primo dei tanti giorni da passare insieme che li attendevano e Federico non vedeva l'ora di viverli tutti.
In vita sua il più piccolo non aveva mai definito qualcuno il suo fidanzato e lo aveva sentito suo davvero, in ogni sua relazione c'era sempre stato qualche ostacolo che gli impediva di essere del tutto felice ma con Benjamin sentiva che era tutto diverso. Benjamin era suo. In ogni senso.

Quando il più piccolo era ritornato a casa era stato subito avvolto dalle braccia tatuate del moro, questo lo aveva attirato a lui e aveva fatto unire le loro labbra.
-"Il nostro primo bacio da fidanzati." Ridacchiò il moro, direttamente nelle bocca dell'altro, prima di spingerlo sul divano e mettersi a cavalcioni su di lui. "Decisamente meglio di quello che mi aspettavo." Aggiunse e fece riunire le loro labbra.
Federico ridacchiò e iniziò a giocherellare con i capelli del moro, mentre le loro bocche si muovevano ormai esperte l'una contro l'altra.
Quello era il loro inizio.

La giornata insieme dei due ragazzi andò nel migliore dei modi, il maltempo gli impedì di uscire ma furono felici di restare sdraiati sul divano, o sul letto, a farsi le coccole e a commentare un qualche stupido film che passava in televisione. Tanti erano i baci che i due giovani si scambiarono e le carezze ancor di più, non andarono oltre, non ne sentirono il bisogno. Si sentivano già abbastanza vicini.
Al momento di salutarsi Federico mise il broncio, solo almeno una decina di baci da parte del moro e la promessa di andare da lui al il mattino seguente riuscirono a fargli tornare il sorriso.
Il mattino seguente, di buon ora, il più piccolo si alzò con il sorriso stampato sul volto, inviò un messaggio del buongiorno al moro e si diresse sotto la doccia. Il ragazzo si concedette qualche minuto in più da passare sotto la doccia, per poter pensare ai fatti accaduti il giorno precedente e si lasciò andare ad un grido di gioia. Meno di un'ora dopo Federico era già in macchina diretto verso il bar, pronto ad attendere l'arrivo di Benjamin.

-"Federico!" Strillò una voce non appena il ragazzo dagli occhi azzurri mise piede nel bar ancora vuoto. "Stavo proprio aspettando che tu arrivassi!" Esclamò e un uomo, vestito con un completo blu gessato, corse verso il biondo che alzò una mano per salutarlo.
-"Paul, ciao." Federico salutò il proprietario del bar e si sistemò lo zaino nero sulla spalla. "È successo qualcosa?" Gli chiese.
L'uomo si sistemò la giacca e scosse la testa.
-"Devo solo chiederti una cosa."
-"Dimmi pure."
-"Hai già fatto la lista di ciò che ci serve da mandare al fornitore?" Chiese l'uomo e, contrariamente a ciò che aveva detto, era ovvio fosse molto agitato per quella questione.
-"Sì, Paul, come ogni settimana." Rispose Federico.
L'espressione del proprietario si fece più tesa e serrò i pugni.
-"P- per caso l'hai già spedita?" Gli chiese, titubante.
Il biondo scosse la testa.
-"No, volevo farlo oggi." Rispose.
Paul sospirò di sollievo e si passò una mano tra i pochi capelli.
-"Grazie al cielo." Sospirò. "Prima di spedirla dalla a me, devo apportare delle modifiche. Poi ti spiego che cosa è successo."

Federico aveva dato al suo capo la lista che gli aveva chiesto, si era fatto spiegare brevemente ciò che era successo e quando i primi clienti erano iniziati ad arrivare Federico andò nello spogliatoio per prepararsi alla giornata. Paul gli aveva detto di fare con calma, avrebbe pensato lui ai pochi clienti appena arrivati, ma Federico aveva troppe energie per restarsene fermo a guardare.
Federico stava canticchiando mentre si toglieva la giacca di felpa e jeans, che aveva comprato pochi giorni prima in compagnia del moro, quando la porta dello spogliatoio si aprì.
-"Paul due minuti e arrivo, devo solo togliermi la felpa e sono pronto." Disse Federico mentre sistemava la giacca sull'attaccapanni.
Il minore sentì il rumore di alcuni passi dirigersi verso di lui.
-"Magari potrei togliertela io."
Federico sobbalzò quando sentì quella voce e sul suo volto comparve un sorriso radioso, mentre si voltava verso il ragazzo appena entrato.
-"Benjamin!" Squittì Federico e gettò le braccia al collo del moro, che lo guardava sorridente.
-"Lo prendo come un sì?" Ridacchiò il maggiore e gli strinse i fianchi tra le mani.
Federico sorrise e gli diede un bacio a stampo.
-"Che cosa ci fai qui?" Gli chiese.
-"Ieri ti ho promesso che sarei passato, ed eccomi qui." Rispose il moro e gli sorrise.
-"No, intendo qui negli spogliatoi."
-"Il tuo capo mi ha visto e mi ha detto che eri qui, aggiungendo che potevo raggiungerti." Disse il moro. "E poi mi sembra ovvio, ovunque ti spogli ci sono io." Aggiunse ridacchiando.
Il più piccolo si morse il labbro inferiore e lo trascinò con lui fino alle panche.
-"È sempre bello vederti." Gli disse e gli accarezzò il dorso della mano, mentre si sedeva sulla panca tinta di bianco.
Benjamin ghignò e si sedette a cavalcioni sul più piccolo.
-"Ti assicuro però che è ancora più bello baciarmi." Sussurrò, prese il volto del più piccolo tra le mani e fece unire le loro labbra.

Benjamin continuava a spingersi verso il corpo del minore, mentre questo gli stringeva le natiche coperte da un jeans nero, gli mordicchiava continuamente le labbra e gli accarezzava il busto coperto.
-"B- Ben..." Ansimò Federico e poggiò la sua fronte sulla fronte del moro. "I- io devo l- lavorare..." Deglutì il ragazzo.
Il moro ghignò malizioso e sbottonò i jeans del minore.
-"E io voglio solo farti rilassare." Disse e intrufolò la mano prima nel pantalone e poi nei boxer blu del ragazzo.
Il più piccolo trattenne il respiro mentre sentiva la mano fredda di Benjamin farsi spazio nei suoi boxer.
-"B- Benjamin..."
-"Rilassati, piccolino, rilassati..." Sussurrò il moro e, lentamente, iniziava a muovere la mano sulla lunghezza del minore.
Il più piccolo gettò la testa all'indietro e, facendo appello a tutta la sua forza di volontà, gli bloccò il polso, per poi sospirare.
-"A- avremo tempo per questo..." Ansimò il ragazzo. "Ora n- no..."
-"Il tuo amico qua giù dice il contrario." Ridacchiò Benjamin e poggiò la testa sulla spalla del biondo. "Ci vediamo questa sera?" Gli chiese. "E magari continuiamo ciò che abbiamo iniziato." Aggiunse e gli fece l'occhiolino.
-"Vuoi stare con me questa sera?" Replicò Federico e gli sorrise radioso.
-"Voglio stare con te per tutta la vita."

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora