Twenty one.

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-"Ogni soldato ha bisogno di un compagno." Disse. "E nella tua lotta contro il mondo hai bisogno di qualcuno che ti tenga la mano, di un alleato. Se vuoi stare solo, lo faremo insieme.
Se perderai, lo farai con me." Continuò. "Sei un disastro? Allora lo sarai con me, ma io non ti lascio.
Non ti lascio, piccolino."
Federico dovette mordersi il labbro inferiore per evitare di sorridere senza più smettere, a passi piccoli raggiunse il moro e gli prese la mano che non teneva la sigaretta. Gli accarezzò il dorso, disegnando cerchi invisibili su questo, e poi lo baciò.
-"Non credevo che avrei mai incontrato una persona come te." Disse. "E mi dispiace se spesso non riesco a darti il giusto valore, se ti lascio in disparte, ma io sono fatto così. Sarò anche fatto male ma è ciò che sono." Aggiunse e sospirò rumorosamente. "Tendo ad evitare di dare troppo alle persone, per paura che possano ferirmi ancora, ma ti giuro che farò il possibile per essere diverso. Voglio essere migliore per te." Continuò. "Se tu me lo permetterai." Concluse e alzò lo sguardo per guardare il moro negli occhi.
Il moro, a differenza del minore, sorrise ampiamente e strinse la mano dell'altro.
-"Io non voglio che tu cambia, Federico. A me piaci così come sei." Rispose. "Sarai fatto male ma a me va bene così." Aggiunse. "Mi piaci, Federico."
Il più piccolo si leccò il labbro inferiore e allacciò le braccia al collo del maggiore, per poi far sfiorare le punte dei loro nasi.
-"Posso baciarti?" Gli chiese sottovoce, mentre osservava attentamente il modo con cui si portava le sigaretta alle labbra e inspirava il fumo di questo.
Benjamin ridacchiò e soffiò fuori una piccola nube di fumo, che colpì in pieno viso il minore che tossicchiò. Gli cinse la vita con un braccio e gli baciò l'angolo della bocca.
-"Ecco fatto."
-"Sai che non intendevo questo genere di bacio."
Benjamin sorrise e si allontanò da lui.
-"È quello che però puoi avere per ora." Rispose. "Dovrai accontentarti." Aggiunse. "E smettere di vedere Christian."
Il biondo incrociò le braccia al petto e inclinò la testa da un lato.
-"Sei geloso, Mascolo?" Gli chiese, divertito.
-"Io? geloso? Mai." Replicò il più grande e gettò a terra il mozzicone di sigaretta.
-"Eppure sembra proprio il contrario."
Benjamin si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani.
-"Ti assicuro che sarai tu alla fine a non volerlo più vedere." Rispose. "Solo per restare con me?"
-"È una sfida?" Chiese Federico e inarcò un sopracciglio.
-"Può darsi."

I due ragazzi decisero di andare a fare una passeggiata per la città, Benjamin ancora non riusciva ad orientarsi bene nella capitale e Federico voleva rendersi utile in qualche modo. Il biondo lo portò in alcuni dei suoi negozi e bar preferiti, gli mostrò ancora una volta alcuni dei suoi posti preferiti e gli spiegò come tornare a casa da ognuno di quei posti.
Benjamin, però, non era realmente interessato a conoscere la città, avrebbe potuto farlo in ogni momento e per fortuna aveva inventato le mappe, preferiva restare in silenzio ad ascoltare la voce di Federico mentre gli spiegava strade e segreti di quei posti. Sorrideva ogni volta che Federico lo guardava e sentiva il cuore battere all'impazzata quando il biondo gli sfiorava la mano. Il moro non sapeva ancora che cosa provasse verso il più piccolo, era di certo prematuro definirlo amore ma sentiva che poteva diventarlo. Federico poteva diventare il suo amore.

-"Ben sono arrivate le pizze!" Urlò Federico, mentre reggeva due cartoni di pizza, e chiuse la porta con un piede.
I due giovani dopo aver girato in lungo e in largo per Ottawa vennero colpiti da una pioggia torrenziale, tipico meteo di metà novembre nella capitale canadese, che li costrinse a correre a casa prima che entrambi prendessero l'influenza. Federico aveva invitato il più grande a cena a casa sua e questo aveva accettato con piacere.
-"Ben, dove sei?" Chiese il minore mentre entrava in cucina.
Nella stanza, ben riscaldata, trovò il maggiore poggiato contro il ripiano della cucina che gli faceva segno di stare in silenzio, mentre era alle prese con una telefonata.
-"Sì, d'accordo, allora ci vediamo domani mattina alle undici." Disse il maggiore alla persona all'altro capo del telefono. "Grazie a lei e buona serata. A domani." Continuò e mise fine alla telefonata.
-"Scusa, non sapevo fossi a telefono." Disse Federico e sistemò le pizze sulla tavola.
Il moro sospirò, poggiò il cellulare sul tavolo e andò ad abbracciare da dietro il minore, per poi poggiare la testa sulla sua spalla anche se a fatica data l'altezza di Federico.
-"Non preoccuparti." Rispose e gli lasciò un bacio sul collo. La reazione da parte di Federico non si fece attendere, il ragazzo drizzò la schiena e il suo corpo venne invaso da brividi. "Anzi devo ringraziarti." Aggiunse e lo strinse, attirandolo contro il suo petto.
-"D- devi ringraziarmi?" Balbettò il più piccolo e deglutì. Improvvisamente la temperatura nella stanza aumentò di colpo, il ragazzo iniziava a sentire caldo stretto in quella felpa blu e la sua fronte iniziava ad imperlarsi di sudore. "P- per che cosa?"
-"Era il proprietario di uno di quei nomi di locali che mi hai dato tu." Rispose Benjamin. "Mi ha detto che è interessato ad organizzare una mostra di miei quadri e vuole vedermi domani mattina per definire i dettagli." Spiegò. "E devo ringraziarti perché se non fosse stato per te, non ci sarei mai andato e non avrebbe mai organizzato una mia mostra." Aggiunse. "Quindi grazie piccolino." Concluse e gli diede un altro bacio sul collo.
Il biondo si voltò tra le braccia del maggiore, fino a trovarsi faccia a faccia con il moro sorridente.
-"Sono felice che qualcuno abbia riconosciuto il tuo talento."
-"Ma se neppure hai mai visto i miei quadri."
-"Questo è vero." Replicò il biondo e gli mise le mani sulle spalle. "Sono però certo che sei bravissimo e sono felice di esserti stato d'aiuto." Disse e fece spallucce. "Quale locale ti ha contattato?"
-"Blue gallery."
-"Organizza degli eventi spettacolari e c'è sempre molta affluenza, di sicuro la tua mostra avrà molto successo."
Il più grande sorrise e gli accarezzò la schiena.
-"Sarà un successo solo se ci sarai anche tu." Rispose. "Tu ci sarai?" Chiese.
-"Non mancherai per niente al mondo." Disse Federico sorridente. Il suo sguardo ricadde sulle labbra del moro, questo continuava a mordicchiarsele e Federico desiderava disperatamente baciarle ancora e ancora. Voleva baciarlo. "Benjamin." Lo chiamò, senza neppure rendersene conto.
-"Dimmi."
-"Fuori piove, tanto."
-"Lo so." Rispose il moro e aggrottò la fronte.
-"Non interrompermi." Lo ammonì il più piccolo e gli colpì il braccio con uno schiaffetto. "Dato che piove così tanto, che ne dici di restare a dormire qui?" Gli chiese, i suoi occhi fissi sulle labbra del moro che in quel momento stava sorridendo.
-"Federico io abito a qualche piano più su." Replicò Benjamin. "Non mi bagnerò."
-"Sul pianerottolo però fa molto freddo." Disse il biondo. "E non vorrei che ti influenzassi, soprattutto ora che devi organizzare una mostra. La prima nella capitale, quindi è molto importante."
Il più grande ridacchiò e prese di peso il minore, per poi farlo sedere sul tavolo rischiando di schiacciare le pizze.
-"Vuoi che dorma con te, Federico?"
-"Sì."

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora