Twenty four.

1.2K 159 20
                                        

Federico ciabattò fino all'ingresso, si passò una mano tra i capelli prima di aprire la porta e rimanere a bocca aperta.
-"Ciao, pasticcino!" Esclamò la persona oltre la soglia e gli gettò le braccia al collo.
-"C- Christian..." Balbettò Federico, pallido come un lenzuolo, e deglutì.
-"Proprio io." Rispose Christian e subito dopo fece unire le loro labbra.
-"Federico..."
Il biondo sobbalzò non appena sentì la voce del più grande alle sue spalle. Si allontanò da Christian, che aggrottò la fronte, e si voltò imbarazzato e allarmato verso il moro.
-"B- Benjamin..." Balbettò Federico e lo raggiunse con pochi passi. "I- io..." Balbettò e deglutì, subito dopo sospirò e abbassò il capo. "Mi sento così stupido a doverti dire che non è come sembra..." Sussurrò.
Il moro abbozzò un sorriso e gli mise due dita sotto al mento.
-"Lo so." Disse. "Ho visto che ti ha baciato lui." Aggiunse e gli accarezzò la guancia. "Non preoccuparti."
Christian, confuso e anche abbastanza infastidito, si avvicinò ai due ragazzi e mise la mano sulla spalla del minore.
-"Federico." Lo chiamò il ragazzo. "Che cosa sta succedendo?" Gli chiese.
Il moro cinse la vita del più piccolo e lanciò un'occhiataccia al ragazzo davanti a lui, che lo stava bellamente ignorando.
-"Succede che devi andare via." Rispose il moro, con tono acido e gli occhi assottigliati. "Non sei una persona gradita in questa casa e per Federico." Aggiunse e strinse il minore a lui.
Il ragazzo dagli occhi verdi spostò la sua attenzione sul più grande e lo squadrò dalla testa ai piedi.
-"E tu chi saresti?" Gli chiese e inarcò un sopracciglio. "E perché non me lo dice Federico queste cose?"
-"Giusto." Rispose il più grande e annuì. "Federico digliele tu queste cose."
Lo sguardo di Benjamin e di Christian si spostò sul più piccolo che faceva fatica a reggerli. Improvvisamente Federico si sentiva a disagio in casa sua, desiderava che quei due ragazzi andassero via e non lo usassero in quel modo. Federico guardò prima uno e poi l'altro, entrambi si aspettavano qualcosa da lui e lui non voleva deluderli. Teneva a Benjamin, molto di più di quanto tenesse a Christian, e non voleva mancargli di rispetto ma allo stesso tempo non voleva far soffrire Christian, l'unica colpa che aveva quel ragazzo era tenere a Federico ed essere andato a letto con lui.
-"I- io..." Balbettò il ragazzo e si allontanò dai due.
-"Avanti, Federico, diglielo." Lo incitò a parlare Benjamin e incrociò le braccia al petto.
-"E se invece dovesse dire a te di andartene?" Replicò Christian e inarcò un sopracciglio. "Fossi in te non sarei così sicuro."
-"Io invece sono sicuro, molto sicuro." Rispose il moro. "Non direbbe mai a me di andare via."
-"Perché sei andato a letto con lui o cose simili?" Controbatté il ragazzo dagli occhi verdi. "Beh, anch'io e più di una volta." Disse. "Non credo tu abbia molto in più a me." Concluse.
Il più grande sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
-"Avanti, Federico, dai il ben servito a questo sbruffone."
Federico deglutì e si leccò il labbro inferiore, improvvisamente la sua bocca era diventata secca.
-"Io voglio restare da solo." Disse Federico, tutto d'un fiato, senza pensarci troppo.
Benjamin restò a bocca aperta sentendo quelle parole, le braccia gli ricaddero rigide lungo i fianchi.
-"Federico ma che cosa stai dicendo?!" Gli chiese, cercando di mantenere un tono pacato ma senza troppi risultati.
-"Hai anche problemi di udito?" Replicò Christian, decisamente più calmo del moro. "Vuole restare da solo." Disse. "E ha ragione." Aggiunse. "All'improvviso gli siamo piombati in casa e ci siamo messi a litigare, chiedendogli di dare ragione ad uno di noi due, come se fossimo dei bambini.
Ha ragione a voler stare per un po' solo." Concluse il ragazzo.
-"Tu gli sei piombato in casa all'improvviso." Borbottò il più grande e incrociò le braccia al petto indispettito. "Io ero già qui."
Il ragazzo dagli occhi verdi alzò gli occhi al cielo e si voltò verso il più piccolo.
-"Pasticcino, mi dispiace averti disturbato." Disse e gli accarezzò con una mano la guancia pallida. "Non volevo rovinarti la giornata." Aggiunse. "Ci vediamo presto, va bene?" Concluse.
-"Va bene..." Sussurrò Federico, con lo sguardo abbassato sulle sue ciabatte a forma di gatto.
Christian gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia e sorrise.
-"Riguardati, scricciolo." Gli disse, prima di uscire dalla casa, chiudendo la porta alle sue spalle, e lasciare solo i due giovani.
-"Riguardati, scricciolo." Ripeté il più grande, scimmiottando la voce del ragazzo appena uscito. "Ridicolo." Commentò e sbuffò. "Imbarazzante è dire poco."
Federico sospirò e si diresse verso il salotto, trascinandosi a fatica. La felicità che provava fino a pochi momenti prima era del tutto svanita, ed era stata sostituita dal senso di colpa, sapeva di star sbagliando con entrambi ma non sapeva come evitarlo.
-"Benjamin, ti prego..." Sussurrò il ragazzo e, una volta raggiunto il salotto, si gettò a peso morto sul divano.
Il moro, velocemente, lo raggiunse e gli si piazzò davanti.
-"Vuoi forse dire che non è ridicolo?" Replicò il moro e inarcò un sopracciglio. "Neanche si è reso conto che lo stavi cacciando via. Che non vuoi più vederlo." Aggiunse mentre agitava, in gesti casuali, le mani in aria. "Comunque complimenti, sei stato molto credibile con quella scusa. Per un momento ci ho creduto anch'io e mi stavo agitando." Concluse e si sedette accanto al più piccolo.
-"Benjamin non era una scusa." Rispose il più piccolo. "Io voglio davvero restare da solo."
-"Tu vuoi che io me ne vada?"
-"Non vederla in questo modo." Sospirò il più piccolo.
-"È l'unico modo in cui possa vedere questa situazione.
Tu vuoi che io me ne vada."
-"Voglio solo restare solo."
Benjamin serrò i pugni, la sua espressione si era indurita, lanciò un'occhiata al biondo che lo fece trasalire.
-"Dimmi che stai scherzando." Disse, scandendo bene le parole. "Dimmi che non stai preferendo quel pallone gonfiato - indicò l'ingresso - a me!" Quasi urlò Benjamin.
Il biondo sobbalzò quando l'altro alzò la voce e, involontariamente, strinse le gambe al petto.
-"I- io non sto preferendo l- lui a te..." Balbettò il biondo e abbassò lo sguardo, incapace di reggere quello rabbioso del più grande. "Ho fatto andare via anche lui..."
-"Tu dovevi stare con me." Ringhiò il più grande. "Invece hai promesso a quello lì che vi sareste rivisti presto!" Urlò il ragazzo. "Tu mi stai solo prendendo in giro!"
-"N- non urlare..." Disse Federico ma la sua voce risultò poco più alta di un sussurro. Abbastanza udibile, però, affinché l'altro lo sentisse e si arrabbiasse ancora di più.
Benjamin annuì distrattamente e si alzò, piazzandosi davanti al minore.
-"Tranquillo, Federico, non urlerò più. Non ti darò più fastidio." Disse. "Perché sto per andarmene e non ho intenzione di tornare tanto presto, non prima che tu mi chieda scusa." Aggiunse. "Buona giornata con Christian." Concluse, subito dopo girò i tacchi e andò via.

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora