-"Voglio dimostrarti quanto ti amo e che amo solo te. Sei l'unico per me."
Il biondo sentiva il suo cuore esplodere dalla gioia nel sentire quelle parole. Benjamin lo amava ancora.
-"E che cosa vuoi fare?" Gli chiese.
Il più grande prese un respiro profondo e rispose.
-"Esci con me, Federico." Rispose. "Questa sera, alle nove e mezzo. Ti porto a cena, al parco, su una stella o ovunque tu voglia." Aggiunse. "Esci con me."
-"Va bene, Benjamin. Uscirò con te."
-"Grazie, Federico." Disse Benjamin, il tono di voce era più tranquillo e Federico era certo stesse sorridendo. "Non te ne pentirai. A stasera."
-"A stasera." Ripeté Federico e mise fine alla telefonata. Non appena lasciò cadere il cellulare sul divano, il più piccolo, non poté fare a meno di urlare di gioia e di gettare le braccia al collo di Kevin. Kevin aveva ascoltato la telefonata in silenzio, non voleva intromettersi, ed era un po' preoccupato per il suo migliore amico ma non gli avrebbe rovinato la serata.
-"Kevin hai sentito?!" Chiese Federico, pur sapendo che il suo amico aveva sentito tutto. "Uscirò con Benjamin questa sera!" Esclamò e strinse il suo amico.
L'amico gli sorrise dolcemente e gli circondò il busto con le braccia.
-"Ho sentito, Fè, ho sentito." Rispose e gli accarezzò i capelli scompigliati.
Il più piccolo, che conosceva Kevin meglio di se stesso, riuscì a capire che qualcosa turbava il suo amico. Alzò lo sguardo su di lui e aggrottò la fronte.
-"Che cosa c'è che non va?" Gli chiese e sciolse l'abbraccio per guardarlo meglio.
-"Nulla."
-"Non mentirmi, Kevin." Disse il più piccolo. "Ormai credo di conoscerti abbastanza bene e so qual è la tua espressione preoccupata." Aggiunse. "Questa è decisamente la tua espressione preoccupata." Concluse e annuì come se volesse darsi ragione.
Kevin sospirò e si passò una mano tra i capelli scuri e sempre in ordine.
-"È vero, c'è qualcosa che ti preoccupa."
-"E vuoi dirmi che cos'è?"
-"Tu, Federico."
Il biondo aggrottò la fronte e strinse le gambe al busto.
-"Io? E perché?"
-"Sono preoccupato per te e per ciò che farai questa sera." Rispose Kevin. "Ti ho visto stare malissimo in questi giorni e non voglio che tu soffra ancora a causa di Benjamin." Spiegò. "So che lo ami e so che anche lui ama te, però sono preoccupato. Sai che tengo tantissimo a te." Concluse e abbassò il capo.
Federico sorrise intenerito e si avvicinò a lui, per poi poggiare la testa sulla sua spalla.
-"Anch'io tengo moltissimo a te. Ti voglio tanto tanto tanto bene, sei come un fratello per me." Rispose. "E ti prometto che questa sera starò attento. Non mi farò castelli in aria e non mi lascerò incantare da Benjamin." Aggiunse. "Te lo prometto."Purtroppo però Federico non riuscì a mantenere quella promessa. Non appena Kevin lasciò casa sua, Federico, iniziò a fantasticare su ciò che quella sera sarebbe potuto succedere. Una parte di lui sperava di poter tornare con Benjamin ma l'altra continuava a ricordare ciò che gli aveva fatto. Poteva perdonarlo?
Per un momento il più piccolo decise di accantonare le brutte sensazioni e si preparò al meglio possibile per quella serata.
Le nove e mezzo di sera arrivarono prima che il più piccolo pensasse, il suo cuore iniziò a battere felice quando la sveglia che aveva impostato sul cellulare trillò. Federico sobbalzò, occupato a sistemarsi i capelli, ma non perse tempo a prendere la giacca, il cellulare e ad uscire di casa.Benjamin e Federico avevano deciso, di comune accordo, di incontrarsi nella terrazza del palazzo, praticamente deserto fatta eccezione per loro, e di parlare lì per evitare il caos cittadino in quella giornata importante.
Quando Federico giunse in terrazza rimase a bocca aperta. Decine e decine di candele e petali di rose erano sparsi un po' ovunque nella grande terrazza, al centro Benjamin aveva sistemato un tavolino nero, con due sedie coordinate, ricoperto da una tovaglia di pizzo bianco con un candelabro d'argento e posate sistemate a regola d'arte. Era tutto meraviglioso. Le stelle brillavano nel cielo sereno e facevano da sfondo a quella serata che prometteva di essere magica.
-"Benvenuto, piccolino."
La voce di Benjamin lo fece sobbalzare, incantato com'era ad ammirare la terrazza non aveva neppure notato la presenza di Benjamin, ma lo fece anche sorridere e quando si voltò a guardarlo il suo sorriso si amplió.
-"Benjamin..." Sussurrò Federico. Federico credeva che il paesaggio fosse bellissimo ma Benjamin lo era di più. Il moro aveva tirato i capelli all'indietro, mettendo in evidenza i suoi occhi che sembravano brillare, e indossava il completo nero che tanto piaceva a Federico.
-"Sei bellissimo." Rispose il moro e gli cinse la vita con un braccio.
Il più piccolo si morse il labbro inferiore imbarazzato.
-"Hai organizzato tu tutto questo?" Gli chiese e indicò la terrazza.
-"Chi altrimenti?"
-"Non dovevamo solo parlare?" Ridacchiò il più piccolo e si appoggiò al corpo del minore.
-"Possiamo parlare mentre ceniamo, non credi?"
-"Ceniamo? Hai preparato la cena?"
-"Ho preparato tutto, Federico." Rispose Benjamin e lo lasciò andare. "Per te."Federico era incantato, e anche lusingato, dalle tante attenzioni che Benjamin gli dava. Il moro era attento che avesse tutto ciò che desiderava, gli versava il vino e si preoccupava che mangiasse a sufficienza, lo intratteneva con aneddoti divertenti mentre la città sotto di loro era in pieno fermento. Tra una portata e l'altra, tra una risata e un breve momento di silenzio, arrivarono le undici e cinquanta di sera e arrivò anche il momento che Benjamin tanto temeva. Per tutta la sera il moro aveva cercato di evitare qualsiasi cosa riguardasse la loro relazione, sapeva però non di poterlo fare più.
-"Benjamin." Lo chiamò Federico e si alzò per raggiungerlo alla ringhiera.
Il moro sospirò ma si sforzò di sorridere.
-"Che c'è, Federico?" Replicò il moro. "Vuoi il dolce e lo champagne o preferisci aspettare la mezzanotte?"
-"Voglio parlare, Ben."
Ben. Erano passate settimane da quando Federico lo aveva chiamato in quel modo l'ultima volta, per qualche motivo quel nomignolo diede il coraggio necessario al moro per parlare della loro relazione.
-"Sì." Annuì il moro e gli cinse la vita con le braccia. "Dobbiamo parlare."
Il più piccolo sorrise e scosse la testa.
-"E vuoi parlare mentre mi abbracci?"
-"Farei di tutto mentre ti abbraccio."
Il più piccolo cercò di reprimere un sorriso, lo amava e non riusciva a negarlo.
-"Abbiamo sofferto tanto, Ben, tantissimo." Rispose. "So che sei stato male anche tu, so che non volevi farmi del male e proprio per questo non riesco a capire perché mi hai tradito." Continuò. "Mi hai detto che Aria non ti ha tentato ma forse tu non te ne sei..."
-"No, Federico, Aria non mi ha tentato." Lo interruppe Benjamin. "Sarebbe facile dare a lei tutta la colpa ma non sarebbe onesto. Lei più volte ha cercato di fermarmi ma senza successo.
La prima volta che sono andato a letto con lei credevo di averti perso e lei era lì, pronta a confortarmi e a ripetermi quanto stessimo bene insieme e io non volevo. Volevo soffrire ma così facendo ho fatto soffrire anche te.
Magari a te sembrerà che sia una cosa stupida, forse lo è davvero, ma in quel momento mi sembra avesse senso." Continuò. "Mi dispiace, Federico, mi dispiace moltissimo e so che non è abbastanza, che ti ho fatto tantissimo male e se potessi soffrirei io per te.
Ti amo e non voglio perderti. Non voglio."
Il biondo era sinceramente colpito da quelle parole, forse per l'atmosfera o forse per gli occhi lucidi di Benjamin ma gli credeva.
-"Hai più visto o sentito Aria?"
-"No."
-"E hai intenzione di contattarla? Anche solo per dirle che è tutto finito tra di voi?"
-"Tra me e lei non è mai iniziato niente, Federico." Rispose Benjamin e gli accarezzò la guancia con il pollice. "Quando l'hai scoperto mi hai chiesto se fossi pentito, quel giorno ti ho risposto di no ma ad oggi ti dico di sì. È stato il mio sbaglio più grande e me ne pento moltissimo."
-"Si dice che sbagliando si impara, no?" Replicò il biondo e abbozzò un sorriso.
Il più grande sorrise e annuì.
-"Così si dice." Rispose. "E credo proprio sia vero. Non ti tradirò mai più, se solo tu mi permetterai di essere ancora il tuo fidanzato."
Federico si concesse qualche secondo per ammirare gli occhi di Benjamin mentre pronunciava la parola fidanzato. Aveva sempre amato i suoi occhi.
Prima che aprisse bocca, le campane della città iniziarono a suonare allegre, dalle strade si alzò un grido di gioia e il cielo si ricoprì dei colori dei fuochi d'artificio. Il nuovo anno era arrivato.
-"Vuoi iniziare il tuo anno con me, Federico?"
Federico allacciò le braccia al collo di Benjamin e sorrise.
-"Voglio anche finirlo con te, Benjamin." Rispose. "Ti amo." Aggiunse e fece unire le loro labbra.

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Hot Chocolate || Fenji.
FanfictionHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."