Fifty.

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Federico aveva scrutato attentamente Aria, in quel breve lasso di tempo aveva osservato tutti i suoi atteggiamenti e notato per bene il modo con cui si approcciava con il suo fidanzato. Federico non era mai stato un tipo troppo geloso, aveva sempre lasciato i propri spazi ai suoi partner, stava però sempre molto attento per essere pronto ad ogni evenienza.
Benjamin gli aveva detto che era grazie ad Aria se lui si era convinto a lottare per lui, Federico gliene era grato, e gliel'aveva detto senza troppi problemi, un po' però lo rattristava sapere che il suo fidanzato aveva avuto bisogno di una terza persona per capire di tenere a lui e magari era stata anche la stessa Aria a proporgli di organizzare quella cena e di dirgli che lo amava. Federico non lo dava a vedere, perché alla fine sapeva che non era una questione di grande rilevanza, ma non era particolarmente felice.
Il moro sembrava avere in simpatia quella ragazza, nonostante la conoscesse da poco, e Federico non ne era del tutto felice, quella Aria non gliela raccontava giusta e non dimenticava che a Benjamin piacevano anche le donne. Di sicuro avrebbe fatto di tutto per tenere lontano quella ragazza dal suo fidanzato.
Nessuno gli avrebbe portato via Benjamin. Nessuno.

Aria lasciò soli i due ragazzi dopo soli pochi altri minuti di conversazione, una sua amica la stava aspettando, e Federico pensò di non essere mai stato tanto felice nel vedere una cliente uscire dal bar. Approfittando di qualche minuto di calma, e della presenza di Paul, il più piccolo prese il suo fidanzato per mano e lo condusse nello spogliatoio.
-"Fè." Lo chiamò confuso Benjamin, mentre l'altro chiudeva a chiave la porta dello spogliatoio. "Che cosa stai facendo? Non devi lavorare?" Gli chiese.
Federico si voltò verso di lui, ghignò malizioso e lo raggiunse con pochi passi.
-"Ti dimostro quanto ti amo." Gli disse, lo spinse sulla panca in legno e fece unire le loro labbra.

Il turno di lavoro di Federico fu lungo ed estenuante, la pioggia non accennava a terminare e i clienti continuavano ad entrare senza sosta. Per di più Federico aveva anche dovuto attendere l'arrivo dell'altro ragazzo che lavorava lì, che era imbottigliato nel traffico, e il minore si ritrovò a coprire mezz'ora del turno del ragazzo mentre Benjamin lo aspettava seduto ad un tavolo e lo guardava sorridente.
-"Ben, scusami se ti ho fatto aspettare così tanto!" Esclamò Federico, con il respiro mozzato, quando raggiunse correndo il suo fidanzato fuori dal locale mentre questo si fumava una sigaretta.
Il moro gettò il mozzicone di sigaretta, espirò l'ultima nuvoletta di fumo, e si voltò verso Federico sorridendo.
-"Tranquillo, piccolo." Rispose e gli diede un bacio a stampo. "Dopo la piccola pausa che mi hai concesso oggi, direi che posso aspettarti per ore." Rise e gli accarezzò la guancia arrossata per la corsa.
Il più piccolo ridacchiò e gli cinse i fianchi con le braccia.
-"Se vuoi possiamo farne un'altra." Sussurrò e gli morse il labbro inferiore.
Benjamin chiuse gli occhi, per bearsi delle mani del più piccolo che si muovevano lente sui suoi fianchi. 
-"Ne faremo altre, tante altre." Rispose Benjamin e poggiò la testa nell'incavo del collo del biondo. "Prima però dovremmo tornare a casa, non credi?" Continuò.
Il biondo gli baciò la tempia e sorrise intenerito.
-"La macchina non mi dispiace per niente, a dire il vero." Rispose ironico, o forse no.
Il più grande alzò il viso per guardarlo e inarcò un sopracciglio.
-"Dov'è finito il mio tenero, piccolo e ingenuo Federico?" Chiese, palesemente ironico, per poi scuotere la testa divertito. "Se il tempo fosse stato migliore, perché no, ma adesso sembra che presto si scatenerà una tempesta." Disse. "Preferisco averti nel mio letto." Aggiunse e gli diede un bacio a stampo.
Federico sorrise e gli prese la mano.
-"Andiamo, amore."

I due ragazzi raggiunsero la macchina del minore, si affrettarono a salire e a raggiungere lo stabile dove entrambi abitavano per evitare di ritrovarsi nel bel mezzo di una vera e proprio tempesta. Quella sera Federico decise di fermarsi a dormire a casa del suo fidanzato, infatti aveva dato all'altro uno zaino con delle sue cose che gli sarebbe servito per quella notte.
L'appartamento di Benjamin era ben riscaldato, anche se un po' in disordine dato che il ragazzo quella mattina non aveva avuto tempo per riordinare. Ad attirare l'attenzione del più piccolo, però, non fu il disordine perché ormai per lui quella era una caratteristica di Benjamin e del suo appartamento, gli piaceva, ma i quadri che il suo fidanzato aveva dipinto da quando era arrivato ad Ottawa.
-"Sono tanti." Disse, ad un certo punto, Federico mentre girava nell'appartamento.
-"Che cosa?" Gli chiese il moro, intento a cucinare qualcosa. "Che cosa sono tanti?"
-"I quadri che hai dipinto da quando sei qui ad Ottawa." Spiegò il più piccolo e fece passare un dito su tutte le tele, poste ordinatamente una dietro l'altra.
Benjamin sorrise e coprì la pentola, per poi girarsi verso il minore.
-"Diciamo pure che questa città, per me, è piena d'ispirazione." Rispose Benjamin, sorridente, e si pulì le mani con un fazzoletto in stoffa bianco. "E diciamo pure che questa città mi ha cambiato la vita." Aggiunse e si avvicinò al minore.
Il biondo sorrise e scosse la testa. Era totalmente innamorato di quel ragazzo. Gli allacciò le braccia dietro al collo e gli baciò la fronte.
-"Spero che te l'abbia cambiata in meglio." Replicò. "Perché a me sì."
Il più grande ricambiò il sorrise e gli diede un bacio a stampo.
-"Qui ho conosciuto la persona più importante della mia vita." Disse. "Ed è proprio a questa persona che ho dedicato il mio quadro più importante. Il mio preferito." Continuò e si morse il labbro inferiore. Federico riuscì ad intuire che il suo umore era cambiato, fino a pochi secondi prima era tranquillissimo mentre in quel momento nei suoi occhi era chiaro leggere fosse più agitato. Come se avesse paura di qualcosa.
Federico aggrottò la fronte confuso, che cosa intendeva dire?
-"Che cosa?" Gli chiese, dando voce ai suoi dubbi.
Il moro accennò un sorriso, gli prese la mano e lo condusse verso le tele.
-"Voglio mostrarti una cosa." Disse e senza esitazione prese una delle tele, come se sapesse bene quale fosse tra così tante tele. Come se fosse per lui un'abitudine prenderla.  "Spero ti piaccia." Aggiunse e mostrò il quadro al più piccolo.
Federico rimase a bocca aperta quando vide quel quadro, gli occhi si riempirono di lacrime e fece fatica a trattenere un singhiozzo.
In quel quadro c'era lui, lui addormentato sul letto di Benjamin, con dei mozziconi di sigaretta sparsi sulle coperte  e le prime luci del giorno che gli illuminavano il viso. Il ragazzo non ci mise molto a capire quale notte fosse.
-"M- ma tu..." Singhiozzò il ragazzo.
Benjamin sorrise e si avvicinò a lui.
-"Ti avevo detto che stavo guardando il cielo ma ti ho mentito." Rispose. "Stavo guardando te, che sei più bello di mille albe e di mille tramonti.
Te che sei più bello di qualsiasi spettacolo della natura. Tutto impallidisce davanti a te.
Sei il mio panorama preferito." Disse. "Ti amo, Federico."

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Ehi🌸
Innanzitutto grazie per le più di trentamila visualizzazioni, ormai vi ringrazio continuamente e non mi stancherò mai di farlo. Per me è molto importante ciò che fate per me e per le mie storie, grazie di cuore♥️
Seconda cosa mi scuso per non aver aggiornato ieri ma, se mi seguite su Twitter lo sapete già, non sapevo che wattpad stesse facendo degli aggiornamenti e che dalle quattro in poi non sarebbe più stato possibile aggiornare, altrimenti avrei aggiornato prima. Mi dispiace molto ma prometto che presto mi farò perdonare!
Benjamin e Federico sono più uniti che mai, finalmente Benjamin si è deciso a mostrare all'altro il quadro che gli aveva fatto ma andrà tutto bene tra di voi? Tenetevi pronte, il peggio sta arrivando!
Se volete entrare nel gruppo whatsapp non dovete fare altro che mandarmi un messaggio con il vostro nome e numero, vi aggiungerò subito.
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Baci, Michi💕

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