La cena perse tutta la sua allegria per quella giovane coppia di fidanzati che faceva fatica anche a reggere l'uno lo sguardo dell'altro.
Benjamin continuava a mugugnare qualcosa sottovoce e stava ben attento ad evitare ogni contatto visivo o fisico con il più piccolo, ogni volta che questo cercava di prendergli la mano sotto il tavolo lui la ritirava bruscamente e si allontanava con qualche scusa poco credibile.
Federico continuava a sospirare sconsolato e prestava ben poca attenzione alle altre persone che lo circondavano, eccezion fatta per Elliot, Elliot Lambert che continuava ad attirare la sua attenzione.
Per tutta la cena Elliot non fece altro che parlare con il più piccolo degli argomenti più disparati, raccontò al giovane Federico delle sue assurde collezioni di oggetti vari e anche di ciò che gli piaceva fare nel tempo libero. Federico cercava di reggere il ritmo di quella assurda conversazione e, di tanto in tanto, mugolava qualche parola per non offendere l'altro. Il biondo però non poteva non sentirsi infastidito da quel ragazzo che stava cercando di imporgli la sua presenza in tutti modi e, allo stesso tempo, si sentiva ferito dall'indifferenza di Benjamin che non lo segnava nemmeno di uno sguardo, mentre parlava con gli altri presenti. Come se lui non esistesse.Alla fine della festa, Elliot stampò un sonoro bacio sulla guancia pallida di Federico che cercava di dimenarsi da quel tocco.
-"B- Benjamin..." Balbettò il più piccolo, quando notò che Elliot non voleva saperne di lasciargli il polso e che lo stava facendo male.
Il moro, per tutta risposta, lanciò un'occhiata veloce ai due e non prestò alcun aiuto al minore, che continuava a chiedere ad Elliot di lasciarlo andare.
Il viaggio di ritorno verso casa non fu di molte parole, solo la radio rompeva quel muro di silenzio che si era creato nel piccolo abitacolo che era la macchina del più piccolo. Benjamin guardava ovunque tranne che in direzione del più piccolo, questo continuava a sospirare e a scuotere la testa deluso. Nessuno dei due sembrava intenzionato ad aprire bocca, a parlare di ciò che era successo durante la cena, entrambi erano troppo occupati a perdersi nei loro pensieri e ad accusare l'altro.Quando i due silenziosi giovani giunsero allo stabile dove entrambi abitavano, Benjamin scese dalla macchina senza neppure attendere che l'altro spegnesse il motore, si sistemò il cappotto grigio e a passo spedito raggiunse il cancello d'ingresso.
-"Benjamin!" Esclamò Federico mentre chiudeva la macchina. "Benjamin, aspetta!" Continuò ad urlare il ragazzo e, ignorando le gocce di pioggia fredde che iniziavano a cadere da cielo, e corse per raggiungere l'altro. "Ti prego, Ben!"
Qualche motivo, ancora ignaro al moro, spinse il moro a fermarsi e a voltarsi verso il più piccolo, con sguardo duro e pieno di rabbia.
-"Che cosa vuoi?" Ringhiò duro il moro e serrò i pugni. "Sbrigati, voglio andare a casa. Sono stanco." Aggiunse a denti stretti, il tono duro e lo sguardo ancora di più.
Il più piccolo si sentì indifeso e fragile davanti a quegli occhi che non avevano nulla a che fare con quelli che lui tanto amava.
-"V- voglio parlare c- con te..." Balbettò, intimorito, il più piccolo e iniziò a martoriarsi il labbro inferiore, già sanguinante, con i denti.
Benjamin si lasciò andare ad una breve risata ironica e scosse la testa più volte, rimase per qualche momento in silenzio mentre rimuginava su quanto era accaduto durante tutta la cena.
-"Non hai parlato abbastanza con Elliot questa sera?" Replicò Benjamin, senza neanche pensarci troppo, e inarcò un sopracciglio. "Hai ancora qualcosa da dire?" Aggiunse. "Hai ancora voglia di parlare con me?" Continuò. "Magari potresti chiamare Elliot e parlare con lui, se vuoi ti do il suo numero. Ammesso che non te l'abbia già dato lui stesso, ovvio." Concluse e scrollò le spalle. Lo sguardo era fisso sul più piccolo e sembrava volerlo incenerire, era arrabbiato e non si preoccupava di nasconderlo.
Il biondo sospirò e si avvicinò a Benjamin, trascinandosi a fatica.
-"Ben, non è come pensi..." Sussurrò e allungò una mano per toccare il braccio di Benjamin, ma lui si scansò.
-"Vuoi forse dirmi che non hai parlato tutta la sera con un mio amico ignorando me?!" Replicò il più grande, alzando la voce.
-"I- io non volevo parlare con l- lui..." Balbettò Federico e indietreggiò, quasi spaventato dalla reazione del maggiore. "N- non volevo, te lo g- giuro..."
-"Se non volevi allora perché hai parlato con lui?" Rispose il moro, cercando di mantenere un tono più pacato, più per la tarda ora che per proteggere il suo fidanzato. "Non mi sembra che qualcuno ti stesse costringendo."
-"Sì, invece, sì!" Esclamò il più piccolo mentre iniziava a fare avanti e indietro nell'atrio del palazzo. "Lui mi stava costringendo!" Aggiunse. "Elliot mi costringeva a parlare con lui e tu non hai fatto nulla per impedirlo!" Concluse. Gli occhi azzurri di Federico erano iniettati di sangue e velati da delle lacrime pronte ad uscire in ogni momento, il volto era pallido ma le guance accaldate per lo sforzo che stava facendo nel non piangere. Era ferito e deluso dal comportamento di Benjamin.
Il moro si avvicinò a lui e si concesse qualche momento per guardarlo negli occhi. Quegli occhi che lo avevano colpito fin dal primo momento.
-"Io te l'ho chiesto, Federico." Rispose il moro. "Ti ho chiesto se Elliot ti stesse dando fastidio e tu mi hai risposto di no, che andava tutto bene." Aggiunse. "Potevi dirmi che ti stava infastidendo, che ti stava costringendo a parlare con lui, e io l'avrei fermato. Potevi farlo ma, invece, non l'hai fatto."
Il più piccolo sospirò e appoggiò la schiena alla parete bianca.
-"Non volevo rovinare la cena, sapevo che sareste finiti per litigare e non volevo rovinarti la serata."
-"E invece l'hai fatto lo stesso."
Il più piccolo si sentì colpire in pieno viso da quelle parole, Benjamin non si rendeva neppure conto di quanto lo stesse ferendo.
-"Alla fine della cena ti ho chiamato, volevo che tu mi aiutassi, perché Elliot non mi lasciava andare ma tu mi hai ignorato." Disse il più piccolo.
-"Forse ti piaceva, o avresti trovato il modo per andare via." Rispose Benjamin e incrociò le braccia al petto. "E poi c'erano tante altre persone, potevi chiedere a loro aiuto."
-"Ma tu sei il mio fidanzato, sei tu quello che ha promesso di restarmi accanto." Replicò il biondo e alzò un braccio, per poi tirare su la manica della giacca e della camicia, mostrando il polso arrossato. "E guarda, Benjamin, credi davvero che mi stesse piacendo restare con Elliot?"
Benjamin sgranò gli occhi a quella vista, l'esile polso del suo fidanzato era arrossato e di sicuro ben presto sarebbero comparsi dei lividi. Il polso che Elliot gli stava stringendo. Come aveva osato fargli del male? Benjamin si stava odiando per aver permesso che gli facesse del male, si stava odiando ma non voleva che l'altro lo sapesse.
-"Sì, Federico." Rispose Benjamin, scegliendo di non dar voce ai suoi pensieri. "Lo credo davvero."

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Hot Chocolate || Fenji.
Fiksi PenggemarHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."