Forty seven.

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-"E allora tu fatti perdonare." Disse, con tono ovvio, Aria. "Fagli capire che sei davvero dispiaciuto e che non accadrà mai più."
Il più grande aggrottò la fronte e si voltò verso di lei.
-"E che cosa dovrei fare?" Le chiese.
-"Qualcosa che gli piace, portalo a cena o fagli una sorpresa." Rispose la giovane. "Qualsiasi cosa possa farlo sorridere. Dimostragli che lo ami." Aggiunse. "Perché tu lo ami, giusto?" Chiese e gli lanciò un'occhiata divertita.
-"I- io..." Balbettò Benjamin e deglutì. "Sì."
La ragazza espirò il fumo della sigaretta e sorrise soddisfatta.
-"Allora che ci fai ancora qui a parlare con me?" Chiese retorica la ragazza. "Corri da lui e fatti perdonare!" Esclamò allegra.
Il moro sorrise, conteggiato dalla tanta allegria della ragazza, gettò il mozzicone della sigaretta e lo calpestò con la punta della scarpa, per poi balzare in piedi.
-"Sì, si vado subito da lui!" Rispose il moro entusiasta.
Aria sorrise e si mise comoda sulla panchina. Il moro si voltò e fece per allontanarsi ma, subito dopo, si voltò verso la ragazza e aggrottò la fronte.
-"Posso farti una domanda?"
-"Certo."
-"Perché mi stai aiutando?" Le chiese il moro. "Neanche mi conosci e non conosci nemmeno Federico." Aggiunse.
Aria sorrise e si alzò dalla panchina.
-"Per chiederti poi un favore in cambio." Rispose Aria e si avvicinò a lui. "A presto moretto." Aggiunse e gli schioccò un bacio sulla guancia. "Attento a come ti comporti con Federico, io so sempre tutto." Concluse, gli fece l'occhiolino e andò via.
Benjamin rimase interdetto dalle parole di quella ragazza di cui sapeva solo il nome, decise però di non rimuginarci ancora troppo e corse a casa sua per organizzare una sorpresa al più piccolo. Era intenzionato più che mai a farsi perdonare da lui.

«Alle otto a casa mia, ho una sorpresa per te. Ti aspetto.» Recitava il messaggio da parte di Benjamin, che Federico aveva ricevuto poco dopo essersi svegliato.
Federico ci pensò su qualche minuto prima di rispondere a quel messaggio. Il ragazzo non moriva dalla voglia di passare del tempo con Benjamin, non dopo il modo con cui l'aveva trattato alla mostra, sapeva però che il moro gli aveva fatto chiesto scusa e lui gli aveva riposto di averlo perdonato. Non poteva continuare ad ignorarlo.
«Va bene.» Si limitò a digitare, abbastanza in fretta per evitare che cambiasse idea, il più piccolo e ad inviare il messaggio. Subito dopo bloccò il cellulare e lo gettò sul letto, mentre lui si dirigeva verso il bagno.

Alle otto e cinque minuti Federico, che aveva deciso di farsi attendere un po', bussò al campanello di casa del maggiore e si passò una mano tra i capelli mentre attendeva che l'altro andasse ad aprirgli. Dopo pochi secondi la porta si aprì e davanti a lui vide Benjamin, vestito come quella mattina ma con un sorriso raggiante stampato sul volto. Federico si sentiva inferiore davanti alla bellezza del maggiore, lui indossava un semplice maglione nero, decisamente troppo largo, e un pantalone bianco aderente.
-"Piccolino!" Esclamò, decisamente allegro, il maggiore e gli prese la mano per tirarlo verso di lui. Le sue mani strinsero i fianchi del minore e fece unire le loro labbra.
Federico si sentì strano a quel contatto, non baciava Benjamin, per davvero, da diversi giorni ed era strano farlo in quella situazione. Il bacio però non durò molto, quando il più grande fece passare la lingua sul suo labbro inferiore, Federico, si allontanò da lui.
-"Uhm, c- ciao..." Balbettò Federico, imbarazzato, e indietreggiò.
Il moro non poté evitare di sospirare deluso quando l'altro si allontanò da lui, quella sera però serviva proprio per farsi perdonare e non poteva perdersi d'animo. Il moro chiuse la porta e gli stampò un bacio sulla guancia.
-"Sei bellissimo." Gli sussurrò il moro e gli accarezzò la guancia appena baciata.
Il più piccolo si morse il labbro inferiore e abbassò il capo imbarazzato.
-"N- non indosso n- nulla di speciale..." Borbottò il più piccolo.
Benjamin gli prese il viso tra le mani e gli sorrise.
-"Sei tu ad essere speciale, Federico."
Il biondo sorrise imbarazzato, si sentiva a disagio sotto lo sguardo del più piccolo, e fece girovagare il suo sguardo nella casa che lo circondava. La casa era molto ben illuminata, più del solito, perché delle luci tipiche natalizie decoravano le pareti dando un aspetto più intimo e allegro alla casa. Qualche palloncino era sistemato qua e là e dei petali di rosa ricoprivano il divano e il tavolo posto nel salotto, molto probabilmente dove avrebbero cenato.
-"Perché hai decorato così la casa?" Gli chiese il biondo.
Il più grande gli prese la mano.
-"Ti piace?" Gli chiese.
-"Sì, molto." Annuì il biondo. "Non capisco però il perché." Aggiunse e si voltò a guardare il maggiore.
-"Per te." Rispose questo.
-"È questa la sorpresa di cui mi parlavi nel messaggio?" Gli chiese Federico.
Il moro sorrise furbo e fece qualche passo verso il divano, portando con sé il minore.
-"Anche." Rispose e si sedette sul divano nero, invitando l'altro a sedersi sulle sue gambe.
-"Anche?" Ripeté confuso il più piccolo e, nonostante non fosse molto convinto, si sedette sulle ginocchia di Benjamin. "E in cos'altro consiste la sorpresa?" Gli chiese, neanche troppo curioso.
Benjamin aveva notato il suo sguardo spento, i suoi occhi azzurri non brillavano come al solito, le labbra piegate all'ingiù e sembrava a disagio in sua presenza. Benjamin sospirò e gli circondò la vita con un braccio.
-"Mi dispiace, piccolino, mi dispiace tantissimo..."
-"Per che cosa?" Chiese il minore e aggrottò la fronte.
-"Per come ti ho trattato alla mostra, non dovevo dirti quelle parole..."
-"Ben, ti ho già detto che è acqua passata." Lo interruppe Federico.
-"Lasciami finire." Disse Benjamin e lo strinse a lui. "So che mi hai detto che è acqua passata ma per me non lo è. E nemmeno per te. Per quanto tu possa ripetermelo, lo vedo che sei dispiaciuto e hai ragione, lo sarei anche io.
Ti ho detto delle cose bruttissime e me ne pento, avrei solo dovuto accettare le tue scuse e abbracciarti. Invece ti ho cacciato nel peggiore dei modi e, te lo giuro, mi odio per questo.
Tu sei la persona più importante per me, la persona che non voglio perdere mai. Mi dispiace Federico, da morire, e voglio dirti anche c- che..." Si interruppe, titubante, Benjamin.
-"Vuoi dirmi che?" Lo invitò a continuare il biondo.
Benjamin prese un respiro profondo, strinse di più il minore a lui, come se avesse paura che questo potesse scappare, e riprese a parlare.
-"Voglio dirti che ti amo, Federico." Disse. "Ti amo."
Federico sobbalzò nel sentire quelle parole, l'ultima cosa che si aspettava era sentirsi dire che Benjamin lo amava. Benjamin lo amava.
Federico stentava a crederci, più ci pensava e più gli veniva di sorridere. Benjamin lo amava.
-"Dimmelo ancora." Disse Federico, che si tratteneva a stento dal sorridere.
Benjamin sorrise e annuì.
-"Ti amo."
-"Ancora, ancora!"
Benjamin ridacchiò ma non se lo fece ripetere di nuovo.
-"Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo." Cantilenò Benjamin sorridente. "Ti amo, Federico, e te lo ripeterò all'infinito."
Federico non riuscì a trattenere un gridolino di gioia, si mise a cavalcioni e gli prese il viso tra le mani.
-"Ti amo anch'io, Benjamin." Rispose e fece unire le loro labbra.

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora