-"È che quando qualcuno si avvicina a te e ci prova con te, io perdo la testa e reagisco d'impulso."
-"È sbagliato però."
-"Sì, so che è sbagliato..." Rispose Benjamin. "Ma ho paura di perderti, perché..."
-"Perché?"
-"Perché io mi sto innamorando di te, Federico."
Federico temette di potersi sentire male da un momento all'altro, il suo corpo era come paralizzato e il cervello del tutto sconnesso, tutto ciò che riusciva a fare era ripetere nella sua mente le parole che Benjamin gli aveva appena detto mentre il suo cuore batteva all'impazzata.
Perché io mi sto innamorando di te, Federico.
Perché io mi sto innamorando di te, Federico.
Perché io mi sto innamorando di te, Federico.
Uno stupido sorriso comparve sul volto del minore che, in un batter d'occhio, allacciò le braccia al collo del minore e gli diede un bacio a stampo.
-"Ripetimelo." Gli disse mentre i suoi occhi brillavano per la gioia. "Ripetimelo, te ne prego." Lo supplicò.
Il moro sorrise e gli strinse i fianchi tra le mani.
-"Mi sto innamorando di me, Federico." Ripeté Benjamin. "O forse lo sono già."
Il più piccolo era in totale fermento, tutto dentro di lui sembrava stesse gridando dalla gioia e faceva fatica a trattenersi.
-"Si sta innamorando di me!" Quasi gridò il ragazzo, attirando l'attenzione dei clienti presenti nel locale.
Qualcuno ridacchiò per la reazione del minore mentre altri applaudirono la coppia.
-"Sarebbe strano il contrario, con quegli occhi che ti ritrovi chi non si innamorerebbe di te?!" Gridò qualche cliente dal fondo del locale.
-"Io lo sono da una vita." Rispose qualcun'altra e ridacchiò.
Federico rise per la reazione dei presenti e si voltò verso il moro.
-"Anch'io."
-"Anche tu che cosa, piccolino?" Gli chiese il moro e gli spostò i capelli dal viso.
-"Anch'io mi sto innamorando di te, Benjamin." Aggiunse e fece unire le loro labbra.Il turno di lavoro del più piccolo durò meno di quanto questo si aspettasse, quando la pioggia finì i clienti iniziarono man mano a lasciare il bar e dopo poco più di un'ora e mezza erano rimasti solo il personale e Benjamin. Alle due meno dieci di notte, Federico finì di sistemare il locale e poté tornare a baciare Benjamin che non lo aveva lasciato solo neppure per un momento.
-"Finalmente anche questa giornata è finita." Sospirò Federico mentre si lasciava andare tra le braccia del suo fidanzato.
Il moro gli stampò un bacio sulla guancia e lo strinse tra le sue braccia.
-"Pronto per tornare a casa nostra?" Gli chiese.
Federico sgranò gli occhi mentre il suo cuore batteva più veloce, alzò lo sguardo e si morse il labbro inferiore.
-"Nostra?" Ripeté sorpreso e felice. "Hai detto casa nostra?" Gli chiese.
Il moro sorrise e annuì.
-"Sì, Federico." Rispose e iniziò ad accarezzargli la schiena. "Anche se viviamo in due case diverse sento che sei tu la mia casa. Sento che sei tu tutto ciò di cui ho bisogno." Disse. "Quindi, Federico, andiamo a casa nostra?"
-"Andiamo."Lente e fredde gocce di pioggia bagnavano l'asfalto canadese, l'aria era fresca in quella ultima domenica di novembre e il cielo sembrava promettere una vera e propria tempesta da lì a poco. Benjamin osservava la città che si svegliava dalla grande finestra posta nella camera da letto del minore, una tazza di cioccolata calda stretta tra le mani e solo un maglione bianco del minore a coprirgli il corpo nudo. Federico continuava a dormire sereno, avvolto nelle pesanti coperte, e di tanto in tanto Benjamin si voltava per guardarlo dormire e sorridere. Teneva così tanto a lui.
Erano le dieci e mezzo del mattino quando uno scoppio di petardi disturbò il sonno del minore che iniziò a mugolare. Benjamin sorrise, si alzò dal divano sul davanzale della finestra, poggiò la tazza quasi vuota sulla scrivania e raggiunse il letto.
-"Buongiorno, piccolino." Sussurrò il maggiore e si sedette accanto al minore, sopra le coperte.
Un sorriso si fece spazio sul volto assonato del minore che, immediatamente, spostò la testa sulle gambe nude del suo fidanzato, per poi iniziare ad accarezzarle con gesti lenti.
-"Buongiorno a te, amore." Borbottò con la voce impastata di sonno Federico e sbadigliò. "Che cosa stavi guardando?"
Il moro neppure sentì la domanda del più piccolo, troppo occupato a gioire internamente per il nomignolo che il più piccolo gli aveva affibbiato.
-"C- che cosa h- hai detto?" Balbettò il moro.
-"Ti ho chiesto che cosa stessi guardando fuori dalla finestra."
Il moro scosse la testa.
-"P- Prima..."
-"Ti ho dato il buongiorno."
Il moro sospirò e iniziò ad accarezzargli la schiena nuda.
-"Non quello..." Sussurrò. "Il nomignolo che mi hai dato..." Aggiunse. "Come mi hai chiamato?"
Il più piccolo sorrise soddisfatto e gli diede un bacio su una gamba.
-"Amore." Disse, con tono fiero. "Ti ho chiamato amore." Aggiunse.
Benjamin si morse il labbro inferiore mentre il suo cuore sembrava volergli uscire dal petto.
-"E p- perché mi hai c- chiamato amore?" Gli chiese Benjamin, incapace di non balbettare data la tanta emozione che stava provando.
Il biondo sorrise intenerito, spostò le coperte dal suo corpo nudo e la testa dalle gambe del maggiore, tirò questo su di lui e lo fece mettere a cavalcioni su di lui, facendo così alzare il suo maglione bianco.
-"Ti sta bene però il mio maglione." Sussurrò mentre gli accarezzava un fianco.
-"Ti prego, rispondimi..." Lo supplicò impaziente il più grande.
Federico gli baciò la punta del naso e annuì.
-"Ti ho chiamato amore perché..." iniziò a parlare Federico e infilò una mano sotto al maglione del ragazzo. "Perché ciò che provo per te è molto vicino, vicinissimo ad un passo oserei dire, dall'amore." Disse. "Quindi ti chiamo amore perché tu sei il mio amore." Concluse e sorrise.
In quel momento il moro pensò seriamente di essere morto, sentì gli angeli cantare e il cuore uscirgli dal petto per correre tra le mani di quel ragazzo che lo aveva conquistato. Federico. Il suo Federico.
Lui era l'amore di Federico.
-"Dillo ancora, te ne prego." Gli disse prima ancora di rendersene conto. "Ancora e ancora, te ne prego."
Il più piccolo sorrise e gli strinse i fianchi che aveva scoperto.
-"Sei il mio amore." Sussurrò il più piccolo e fece sfiorare le loro labbra. "Sei il mio amore. Sei il mio amore. Sei il mio amore." Gli ripeté e gli morse il labbro inferiore. "Sei il mio amore, Benjamin."
Benjamin si strinse a lui e poggiò la testa sulla spalla del minore. Stretto tra le sue braccia si sentiva al sicuro, sapeva che tra le sue braccia non gli sarebbe successo nulla di brutto.
-"Io sono totalmente e irrimediabilmente perso di te, Federico."

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Hot Chocolate || Fenji.
FanfictionHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."