Nineteen.

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Quella notte Federico la passò con Christian, lasciò che il ragazzo, che aveva corso sotto la pioggia solo per poterlo vederlo, lo toccasse e lo baciasse per tutta la notte senza nessun freno.
Il biondo, a sua volta, ricambiò ogni bacio e ogni tocco del ragazzo dagli occhi verdi, si spinse dentro quel corpo che aveva già conosciuto e dedicò tutto se stesso a quel ragazzo che lo accoglieva e gli sorrideva. Nella mente del minore era scomparso ogni pensiero che avesse come protagonista il ragazzo dai capelli mori che aveva salutato poco prima, Federico non pensò neppure per un momento a Benjamin.
Christian lo stringeva tra le sue braccia e gli ripeteva continuamente quanto fosse bello, quanto fosse felice di essere lì con lui quella notte e gemeva il suo nome senza alcun controllo. Proprio come Benjamin aveva fatto una settimana prima, proprio come Christian anche Benjamin si era lasciato andare tra le braccia atletiche di Federico. Anche Benjamin era diventato creta da modellare sotto i tocchi esperti del più piccolo. Solo che Federico non lo ricordava, non voleva ricordarlo. In quel momento esisteva solo Christian.

La notte passò velocemente per i due ragazzi, solo per motivi diversi. Per Benjamin la notte passò velocemente tra un sogno e un pensiero che avevano come unici protagonisti il ragazzo dai capelli biondi tinti e gli occhi azzurri come pochi. Il sorriso era sempre stampato sul suo volto quando pensava al più piccolo e si ampliava ancor di più, quando pensava a loro due felici insieme. Federico lo rendeva felice.
Per il più piccolo invece la notte era passata in fretta tra le braccia di Christian che continuava a ricoprirlo di baci e di attenzioni che lo facevano sorridere. Le mani di Federico continuavano a giocherellare con i capelli ancora umidi del ragazzo, gli sorrideva quando i loro occhi si incrociavano e gli baciò la fronte quando Christian si addormentò. Come avrebbe fatto un fidanzato.

-"Buongiorno, raggio di sole." Disse Federico, l'indomani mattina, non appena il ragazzo stretto tra le sue braccia aprì gli occhi ancora assonato.
Christian, sbadigliò e richiuse gli occhi, si voltò verso il minore e si strinse di più tra le braccia nude del minore.
-"Che bel buongiorno che sei." Mugolò il ragazzo dagli occhi verdi e gli baciò il petto nudo. "Immagino che un buongiorno del genere mi metterebbe di buonumore anche il lunedì mattina." Disse prima di sbadigliare nuovamente.
Il più piccolo ridacchiò e gli scostò i capelli dal viso.
-"Potremmo provare." Rispose. "Domenica sera ti aspetto a casa, lunedì mattina vediamo se riesco a metterti di buonumore." Aggiunse. "Ci stai?"
Il ragazzo sorrise e, in pochi secondi, si sedette a cavalcioni sul corpo nudo del minore che continuava a guardarlo.
-"Eccome se ci sto." Rispose e sorrise assonato. "Passerei volentieri ogni notte con te." Aggiunse. "E ogni giorno." Concluse e si abbassò per lasciare un bacio a stampo sulle labbra del minore.
Federico gli circondò la vita con le braccia e gli morse il labbro inferiore.
-"Andiamo a fare la doccia?" Gli chiese e gli baciò la mascella.
Il giovane lanciò un veloce sguardo alla sveglia posta sul comodino e sospirò quando vide l'ora.
-"Volentieri ma..."
-"Ma?"
Il giovane indicò la sveglia e sbuffò annoiato.
-"Alle dieci e mezzo ho un incontro di lavoro." Disse.
-"Sono le nove e un quarto."
-"So però che se entrassi nella doccia con te, non uscirei prima delle undici." Replicò Christian e sorrise divertito. "Devo andare, biondino." Aggiunse e si spostò dal corpo del ragazzo.
Il più piccolo sbuffò ma annuì.
-"Ci vediamo presto?"
-"Ci vediamo presto."

Christian fece una veloce doccia e si fermò qualche minuto a salutare, o meglio baciare, il più piccolo prima di lasciare la casa di questo. Non appena il ragazzo lasciò l'appartamento del più piccolo, questo sospirò e sorrise raggiante mentre si dirigeva verso il bagno.
Dopo solo mezz'ora, mentre Federico era intento a vestirsi, il campanello di casa del ragazzo suonò diffondendo il suo suono nell'intero appartamento.
-"Sto arrivando!" Esclamò Federico mentre indossava i suoi jeans neri. In fretta e furia il ragazzo raggiunse la porta e, senza preoccuparsi del suo aspetto, aprì la porta.
-"Dovrei bussare più spesso, dovrei decisamente farlo."
Sul volto del minore un radioso sorriso comparve e gettò le braccia al collo del ragazzo che aveva davanti.
-"Benjamin!" Esclamò felice il minore e gli stampò un bacio sulla guancia arrossata. "Che cosa ci fai qui?"
-"Attento, piccolo, fai cadere il vassoio." Gli disse il moro, imbarazzato per una tale accoglienza ma felice. "Ero in pasticceria, mi sono ricordato che tu questa mattina sei libero e allora ho pensato di fare colazione con te. Qui." Spiegò il moro e scrollò le spalle. "Disturbo?"
Il più piccolo scosse la testa e prese la mano del maggiore.
-"Assolutamente no, anzi sarei salito io più tardi per invitarti a pranzo." Rispose il più piccolo. "Dai, entra, non restare fermo lì." Aggiunse e lo fece entrare in casa.

Non appena Benjamin entrò in casa, il suo sguardo ricadde sull'asciugamano bianco lasciato sul pavimento e accanto c'era una maglia intima bianca con un C ricamata sul petto.
-"Sei solo, Federico?" Gli chiese Benjamin, con tono sospetto, mentre lo seguiva in cucina.
-"Sì, perché? Rispose il biondo e si passò una mano tra i capelli, girò a sinistra ed entrò nell'ampia e luminosa cucina accuratamente arredata. "Lascia pure il vassoio sul tavolo, intanto prendo dei bicchieri e dei piatti."
Il più grande fece come gli era stato detto e, subito dopo, si sedette su una delle sedie nere lucide.
-"Ed eri solo anche questa notte?" Continuò a chiedergli. "O hai maglie intime con una c ricamata sul petto?" Chiese. "C come Christian." Aggiunse e assottigliò gli occhi.
Federico si irrigidì per un momento, subito dopo però sospirò rumorosamente e si voltò verso il moro, mentre stringeva tra le mani una tazza da latte rossa.
-"L'hai notato?"
-"È difficile non farlo se sono sul pavimento all'ingresso."
-"Sì, questa notte Christian è stato qui."
-"Immaginavo." Commentò duro il maggiore e serrò i pugni.
-"Ti giuro però che io non sapevo sarebbe venuto." Disse Federico e si avvicinò a lui. "Dopo che ti ho salutato, lui è venuto qui bagnato fradicio, aveva corso sotto la pioggia. Mi ha detto che gli mancavo, che temeva di aver fatto qualcosa di sbagliato e che voleva vedermi, allora io..."
-"Allora tu ci sei andato a letto." Lo interruppe il moro, mantenendo un'espressione dura.
-"Sì e gli ho detto che ci saremmo rivisti presto..." Sussurrò il più piccolo e abbassò il capo, sinceramente dispiaciuto.
Benjamin si prese il capo tra le mani e sospirò.
-"Va bene." Disse. "Va bene."
-"Va bene?"
-"Sì, Federico, va bene." Rispose Benjamin. "Noi siamo solo amici." Disse. "Non posso vietarti di andare a letto con qualcuno." Aggiunse. "Noi siamo solo amici, no?"
Il biondo si avvicinò, cauto, al moro e gli prese il viso tra le mani.
-"Non sei arrabbiato con me?"
Il più grande sorrise e scosse la testa.
-"No, piccolino, non sono arrabbiato con te."
Federico sorrise raggiante e si avvicinò per far unire le loro labbra, ma Benjamin si scansò.
-"No, Federico." Disse Benjamin. "Gli amici non si baciano."

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora