Fifty six.

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Benjamin avvicinò il corpo della ragazza al suo, quel corpo che aveva già conosciuto ma che non aveva nulla di familiare per lui, un miscuglio di carne e ossa animati che serviva solo a dargli piacere.
Baciò quelle labbra morbide, gli ricordavano le fragole, ma che non avevano nulla a che fare con quelle di Federico. Toccò i fianchi di Aria, la spogliò dei suoi abiti e lasciò che lei facesse lo stesso con lui. La fece sua pur non volendola, pur non provando niente per lei e con l'immagine del più piccolo fissa nella sua mente.
Era dispiaciuto? Sì.
Era pentito? No.
L'avrebbe rifatto di nuovo? Sì e Federico non avrebbe mai saputo nulla di quello che succedeva tra quelle mura, lontano da lui.
Quando Aria poggiò la testa sul suo petto, ancora su quel divano diventato troppo piccolo per entrambi, Benjamin la guardò ma non gli disse nulla.
"Di solito sono io a dormire con la testa poggiata sul petto di Federico." Pensò Benjamin e quel pensiero gli faceva male. Il ragazzo chiuse gli occhi, pesanti, e fece un ultimo tiro da quella sigaretta che aveva consumato fino allo stremo. Immaginava Federico che dormiva sereno nel suo letto, dove sarebbe dovuto essere anche lui, felice al pensiero della giornata che avrebbero passato insieme.
-"Resti qui o scapperai di nuovo come la volta scorsa?" Chiese Aria, interrompendo quel lungo silenzio che si era creato tra di loro.
La scorsa volta. Aveva tradito Federico di nuovo.
-"Non lo so." Rispose il moro e gettò il mozzicone di sigaretta.
La ragazza sospirò e gli accarezzò il petto nudo.
-"Stai pensando a Federico?"
-"Sì."
-"Lo ami?"
-"Sì."
-"Ne sei sicuro?" Gli chiese la giovane, non perché volesse provocarlo ma solo perché voleva capire quella situazione.
Benjamin si voltò verso di lei e le riservò un'occhiata dura.
-"Solo perché sono venuto a letto con te, non significa che io non ami Federico." Disse. "Sarei disposto a tutto per lui. A tutto."
La ragazza annuì e si sdraiò di schiena.
-"Sei disposto a tutto per lui eppure è già la seconda volta che finisci nel mio letto." Rispose. "E con questo non sto mettendo in dubbio il tuo amore per Federico, voglio solo capire quanto sentirmi in colpa per lui." Spiegò e fece spallucce la ragazza.
-"Tu non devi sentirti in colpa." Rispose il moro. "Non mi hai costretto a venire a letto con te e non mi hai sedotto in alcun modo." Aggiunse. "L'unico colpevole sono io."
Aria annuì e voltò la testa verso di lui.
-"Quindi queste nostra avventura, o definiscila come ti pare, finisce qui?"
Benjamin rotolò su di lei e le morse il labbro inferiore.
-"No." Rispose e fece unire le loro labbra.

Benjamin fece ritorno allo stabile dove abitava verso le sei del mattino, Aria si era offerta di accompagnarlo ma lui aveva preferito di no, se Federico l'avesse visto non voleva mentirgli di nuovo. Il moro sgattaiolò in fretta e furia nell'ascensore e trattenne il respiro fino a quando non entrò nel suo appartamento. Una sensazione di calore lo invase, così come anche i ricordi di momenti vissuti in quel luogo con Federico. Le luci di natale brillavano nel buio di casa e lui non poté fare a meno di sorridere, dopo aver decorato l'appartamento di Federico questo aveva insistito affinché decorassero anche il suo. Era così innocente.
Con gesti lenti e meccanici, Benjamin si tolse gli abiti impregnati dal profumo di Aria, li gettò nella lavatrice e andò a gettarsi a peso morto sul letto. Era sfinito.

-"Dai Ben, non prendermi in giro!" Esclamò Federico mentre cercava di rimanere serio.
-"Non è colpa mia se sei un bambino." Rise il moro e gli porse un fazzoletto.
Alle dieci di quella mattina Federico era salito al quarto piano e aveva iniziato a suonare il campanello di casa di Benjamin, mentre canticchiava allegro. Aveva dovuto attendere qualche minuto prima che il moro, ancora addormentato, lo aprisse ma non aveva perso tempo dopo nel saltargli addosso e riempirlo di baci. Benjamin tremava al solo pensiero che Federico potesse sentire il profumo di Aria sulla sua pelle, per quel motivo si affrettò per andare a fare una doccia e insistette affinché l'altro non lo raggiungesse in doccia, usando la scusa che era molto affamato e preferiva che fosse Federico ad occuparsi della colazione.
I due non si erano separati neppure per un momento durante quella giornata, Benjamin aveva ricevuto qualche messaggio da parte di Aria ma era stato bravo a nasconderlo, e avevano deciso di cenare in un pub vicino casa.
-"Ma uffa." Sbuffò il più piccolo, prese il tovagliolo che l'altro gli aveva dato e cercò di pulirsi il viso, che aveva sporcato con la salsa della pizza.
Benjamin ridacchiò e prese un nuovo tovagliolo.
-"Faccio io, piccolo." Disse e si avvicinò a lui per pulirlo. "Sai però che sei bellissimo sporco di salsa?" Chiese retorico e si morse il labbro inferiore.
Il biondo arrossì e abbassò lo sguardo imbarazzato.
-"Esagerato." Borbottò.
Il più grande ghignò malizioso e avvicinò le labbra alla guancia sporca del minore, da prima vi lasciò un tenero bacio per poi iniziare a leccare la zona sporca di salsa.
Il biondo arrossì ancora di più e cercò di indietreggiare.
-"Benjamin ma sei impazzito?!" Sussurrò, mentre si guardava intorno allarmato. A Federico non era mai piaciuto fare certe cose in pubblico e non sopportava chiunque le facesse, odiava ostentare amore.
Il moro si mise a cavalcioni su di lui e gli morse il labbro inferiore.
-"Sono troppo scontato se ti dico che sono pazzo di te?"
Federico alzò gli occhi al cielo ma non poté fare a meno di sorridere innamorato. Le labbra carnose di Benjamin si poggiarono sul collo nudo del minore, facendolo rabbrividire.
-"Andiamo a casa..." Sussurrò Benjamin, occupato a mordicchiargli il collo.
Il più piccolo, che si era irrigidito, annuì e lo strinse a lui.
-"Andiamo a casa."

Il viaggio in macchina fu breve ma decisamente bollente, le mani di Benjamin vagavano senza fine sul corpo di Federico e lo aveva già spogliato del suo giubbotto e del suo maglione nero, lasciandolo solo con una camicia decisamente troppo leggera per quel periodo. Quando i due giunsero nel parcheggio del palazzo, Benjamin fece sue le labbra di Federico e non lo lasciò nemmeno per un momento mentre si dirigevano verso l'ingresso.
-"Ben così cadremo." Rise Federico mentre si avvicinavano alla porta di casa sua.
Il moro si morse il labbro inferiore e lo spinse contro il muro.
-"Allora potremo restare qui." Rispose, gli prese il viso tra le mani e fece unire le loro labbra.
La camicia di Federico era ormai del tutto sbottonata, mentre la maglia di Benjamin era solo alzata.
Il più piccolo rise mentre l'altro scendeva a baciargli il collo e poi il petto.
-"Non possiamo."
Benjamin ghignò malizioso e si inginocchiò davanti a lui, per poi sbottonargli i pantaloni.
-"Scommettiamo?"
Il biondo aprì la bocca per rispondere ma qualcuno lo fece prima di lui.
-"Questi giovani di oggi sono degli svergognati, non hanno rispetto neppure per le regole di condominio!" Strillò una voce roca.
Federico alzò il viso e dovette trattenersi dal ridere quando vide la vecchia Mona Baker guardarli sconcertati.
-"Federico mi deludi!" Gridò Mona.
Benjamin ridacchiò e si rialzò per prendere la mano del minore.
-"Ci dispiace signora Mona, ma lo sa com'è. L'amore è amore."
-"Questa è solo passione, ragazzino." Rispose l'anziana donna. "E verrà consumata dai tanti tradimenti." Aggiunse. "Perché presto uno dei due tradirà l'altro." Concluse e andò via.
Benjamin si irrigidì nel sentire quelle parole, non ebbe tempo di pensare però perché Federico lo trascinò in casa e lo portò in camera da letto.
-"Ben, tu non mi tradirai mai, vero?" Gli chiese Federico.
Benjamin lo spinse sul letto e si mise a cavalcioni su di lui.
-"Mai, Federico."

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora