Thirteen.

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Federico odiava andare in discoteca. Lo odiava da sempre.
Trovava fosse inutile sprecare il suo tempo in un posto con la musica a palla, che a stento era udibile per via delle tante grida, e le luci stroboscopiche che davano fastidio alla vista e gli facevano venire il mal di testa. Federico odiava vedere quei corpi sudati strusciarsi l'uno contro l'altro, che si palpavano e si fingevano indignati se notavano sguardo torvi, con la scusa di ballare a ritmo di una canzone che neanche riuscivano a sentire. Soprattutto il biondo odiava quando quei corpi sudati e accaldati si avvicinavano a lui e cercavano di convincerlo a ballare con loro, mentre le loro mani vagavano sul corpo del minore senza il permesso di questo.
In ventidue anni di vita Federico aveva cercato di stare il più lontano possibile da quei luoghi provi di senso, come li definiva lui, ma delle volte Kevin lo costringeva a seguirlo e il biondo finiva per tenergli il muso per i giorni successivi. Fino a quando il suo amico non si presentava da lui armato di pizza e di film a noleggio, per passare una serata nello stile Federico.
Federico odiava andare in discoteca ma quella sera avrebbe dovuto farlo e, con lui, ci sarebbe stato Benjamin.

Il turno di lavoro di Federico fu massacrante, i clienti continuavano ad entrare e uscire dal bar ad una velocità disarmante, tutti carichi di richiesta e desiderosi di essere serviti il prima possibile, senza tenere conto delle esigenze del più piccolo. Federico faceva continuamente avanti e indietro tra i tavoli, armato di bloc-notes, per prendere gli ordini, e vassoi stracarichi di piatti di ogni genere. Le pressioni del cuoco di sicuro non lo aiutava, questo era il primo a lamentarsi quando Federico non scattava ad ogni suo ordine e lo faceva attendere qualche minuto.
Il biondo fu più volte tentato di mandare tutti al diavolo e tornarsene a casa a dormire ma sapeva di non poterlo fare, i suoi unici pensieri positivi in quella giornata erano la notte passata con Christian e la serata che lo attendeva con Benjamin.

-"Credi che al tuo amico Kevin non dispiacerà la mia presenza?" Gli chiese il maggiore, seduto sul letto sfatto del minore mentre questo si preparava, mentre giocava con una pallina in gomma rossa trovata sul pavimento della stanza.
Federico gettò ancora un maglione bianco alle sue spalle, che andò a sommarsi al mucchietto di abiti già creato dietro di lui, e sbuffò sonoramente.
-"Certo che non gli dispiacerà, anzi sarà felice della tua presenza." Rispose Federico e si voltò per sorridere al moro, che lo guardava corrucciato. "È da giorni che mi chiede da te e, di sicuro, sarà felice di conoscerti." Disse. "Anche se di sicuro ti riempirà di domande." Aggiunse. "Ma è mai possibile che non riesco a trovare nulla di decente da indossare?!" Imprecò il ragazzo e gettò a terra un pantalone a sigaretta nero.
Federico se ne stava a petto nudo davanti all'armadio, intento a cercare una maglia che gli piacesse, a gettare abiti in ogni direzione mentre imprecava ogni cinque minuti.
Il moro alzò gli occhi al cielo, lasciò la pallina sul letto e si alzò per andare in aiuto del minore.
-"Che cosa stai cercando esattamente?" Gli chiese il moro.
-"Qualcosa di decente da indossare."
-"E che cosa avevano di non decente tutte quelle maglie che hai gettato?"
Il più piccolo sbuffò e si voltò verso il moro.
-"Se andassi in discoteca con uno di quei maglioni, non mi farebbero neanche entrare." Rispose il più piccolo. "No che non mi dispiaccia l'idea di tornarmene a casa, però Kevin non me lo permetterebbero." Continuò. "Quindi rettifico, sto cercando qualcosa di decente per Kevin." Concluse e fece un sorriso forzato, che risultò più come una smorfia di rabbia.
Benjamin annuì e fece indietreggiare il minore, per ficcare la testa nell'armadio e iniziare a scavare tra gli indumenti rimasti.
-"Che cosa stai facendo?" Gli chiese il minore e aggrottò la fronte.
Dopo soli pochi secondi, Benjamin riemerse dall'armadio del più piccolo e si voltò verso il ragazzo mentre reggeva una camicia bianca tra le mani.
-"Metti questa." Gli disse e la porse al minore, che la prese confuso.
-"Ma è quasi trasparente."
-"Meglio ancora."
-"L'avrò messa solo due volte in vita mia." Cercò di controbattere il biondo.
-"Bene, non c'è due senza tre." Rispose il più grande e fece spallucce. "Ora indossala e andiamo, è già tardi."

Federico alla fine si arrese ai consigli di moda del maggiore, indossò la camicia scelta da Benjamin e si lasciò convincere ad indossare un giubbotto di pelle anziché il suo solito cappotto nero troppo grande per lui. Il viaggio in macchina fu abbastanza allegro, i due parlarono del più e del meno, Federico gli raccontò quel poco che sapeva sulla vita mondana di Ottawa e gli disse che era felice che avesse accettato di trascorrere la serata con lui.
-"Questa serata non avrebbe avuto senso senza di te." Gli disse Federico mentre svoltava nel parcheggio della discoteca, quasi del tutto pieno.
Il moro si limitò ad arrossire e ad accarezzargli la gamba, sapeva che ogni parola sarebbe stata superflua.
Una volta raggiunto l'ingresso della discoteca i due ragazzi non dovettero attendere molto prima di entrare, la guardia era un vecchio amico di Kevin e di Federico e li fece entrare non appena li notò. L'interno della discoteca era gremito di persone, corpi sudati si ammassavano al centro della pista mentre odore di fumo e alcool si diffondeva nella grande sala illuminata da luci di ogni colore che invadevano ogni angolo della stanza. Federico si fece strada a fatica tra così tanta gente, seguito da Benjamin che gli teneva la mano.
-"Ragazzi, ben arrivati!" Esclamò Kevin, non appena vide i due ragazzi, mentre li raggiungeva con due drink stretti nelle mani.
-"Ehi Kevin." Borbottò Federico mentre dava una spallata ad un ragazzo per riuscire a superarlo. "Finalmente siamo arrivati." Sospirò e si fermò davanti all'amico sorridente, affiancato subito dopo dal moro. "Kevin lui è Benjamin, Benjamin lui è Kevin." Li presentò Federico, abbastanza annoiato.
-"Ciao BenBen, scusa se non ti do la mano ma come vedi sono un po' occupate." Disse l'amico e sorrise, subito dopo si sporse in avanti e baciò la guancia del moro. "Sei più carino di quel che mi ha raccontato Federico."
-"BenBen?" Ripeté il moro e aggrottò la fronte. "E Federico ti ha detto che sono carino?"
-"Oh no, tesoro, lui mi ha detto che sei bellissimo." Sorrise Kevin e poggiò i drink sul tavolo.
-"Kevin!" Lo rimproverò Federico e strinse la mano del moro. "E comunque è innegabile sia un bellissimo ragazzo." Borbottò il ragazzo imbarazzato.
Benjamin sorrise e circondò le spalle del minore con un braccio, per attirarlo a lui.
-"Anche tu sei bellissimo." Gli disse e gli baciò la tempia.
Il biondo si morse il labbro inferiore e si strinse tra le braccia del moro, abbassandosi per poggiare la testa sulla spalla del moro.
-"Bene, bellissimi." Li chiamò Kevin e alzò gli occhi al cielo. "Direi che sia ora che iniziate a bere." Disse e gli porse i due drink. "Perché questa notte potrebbe succedere di tutto."
E quella notte sarebbe successo di tutto.

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora