Benjamin era felice. Felice per davvero. Era felice come non lo era mai stato in vita sua. Era felice con Federico.
L'ultima settimana per loro due era stata orribile, costretti a stare separati per via del loro orgoglio. Del loro stupido orgoglio che voleva prevalere sul loro amore, senza successo però. Il loro amore era più forte di tutto e tutti.
Aveva lottato per Federico, perché sapeva che lo meritava. Federico meritava il meglio del mondo. Aveva lottato e aveva deciso di dirgli chiaramente ciò che provava per lui, voleva smettere di mentire e dargli tutto ciò che di più bello aveva, voleva condividere la sua vita con lui.
Benjamin gli aveva detto di amarlo, lo aveva fatto senza sperare di ricevere qualcosa in cambio, lo aveva fatto perché sentiva di doverlo e volerlo fare. Lo aveva stretto tra le sue braccia e gli aveva detto quelle due parole gli frullavano per la testa da tempo quando pensava al più piccolo, gli aveva detto: Ti amo.
Con sua somma sorpresa Federico rispose a quelle sue parole decidendo, anche lui, di aprire il suo cuore. Anche Federico lo amava e non poteva desiderare di meglio.
Si amavano e lo sapevano. Si amavano e non dovevano più nasconderlo.
Si amavano.Erano passati alcuni giorni da quando i due giovani si erano confessati i loro reciproci sentimenti. Dicembre era entrato nel vivo, le temperature si erano abbassate drasticamente e il meteo prometteva neve a breve, intanto la pioggia non dava tregua agli abitanti della capitala canadese costretti a stare in casa o a cercare riparo in qualche locale.
Il bar dove lavorava il piccolo Federico era costantemente affollato ma questo cercava sempre di ritagliare un po' di tempo per il suo fidanzato durante i suoi turni, già avevano litigato per via del lavoro e non voleva succedesse di nuovo. Anche Benjamin era molto impegnato in quei giorni, mancavano poche settimane al Natale e la Blue gallery gli aveva chiesto di organizzare oltre mostre e dei clienti gli avevano commissionato dei quadri. La vita lavorativa di Benjamin andava benissimo ad Ottawa anche se il suo sogno continuava ad essere la grande mela americana. Benjamin sognava New York.Benjamin continuava a girovagare come una trottola tra le strade di Ottawa, il suo inseparabile zaino nero iniziava a farsi pesante sulla spalla e tutto ciò che il moro desiderava era raggiungere il prima possibile il bar del suo fidanzato, per poter finalmente rilassarsi qualche momento. Delle gocce di pioggia avevano ripreso a scendere lente e fredde sull'asfalto già bagnato e bagnavano anche la testa del moro, sprovvisto di ombrello o cappello. Le strade di Ottawa erano quasi vuote, fatta eccezione per qualche sventurato pedone come lui e qualche macchina, e Benjamin si stava maledicendo per non aver ascoltato il consiglio del suo fidanzato ed essere uscito senza ombrello.
Dopo pochi altri minuti di cammino, durante i quali la pioggia si era fatta più fitta e le goccioline che gli piovevano addosso più fredde, Benjamin raggiunse finalmente il bar e si affettò ad aprire la porta in vetro e ad entrare nel locale.
Benjamin sospirò di sollievo quando il piacevole tepore del bar lo avvolse e chiuse gli occhi per bearsi di quella sensazione. Quel suo momento di pace, però, durò poco.
-"Benjamin!" Squittì una voce poco familiare al moro. "Ehi, Benjamin!"
Il moro, quasi irritato, aprì gli occhi e squadrò il bar alla ricerca della persone che lo aveva chiamato.
-"Benjamin, qui!" Esclamò la voce.
Dopo pochi secondi Benjamin vide una ragazza con un maglione rosa e un jeans a vita alta, mentre si sbracciava per attirare la sua attenzione seduta sulla sua piccola seggiola bianca. Benjamin sorrise divertito da quella visione e si avvicinò al tavolo della ragazza.
-"Aria, ciao." La salutò e le sorrise. "Che cosa ci fai qui?"
La ragazza, raggiante e bellissima come al solito, gli fece cenno di sedersi accanto a lei e prese un biscotto al cioccolato da un piccolo piatto sul tavolo ben imbandito.
-"Ho sentito parlare più volte di questo bar e mi sono decisa a venire." Spiegò la ragazza e gettò i suoi lunghi capelli neri dietro le spalle. "E tu invece?" Gli chiese e inclinò la testa da un lato.
-"Qui lavora il mio fidanzato, Federico." Rispose il moro e si tolse il giubbotto e lo zaino dalla spalla.
Aria sembrò pensarci su qualche istante, prima di sgranare gli occhi.
-"Non dirmi che è quel biondino tinto con gli occhi azzurri!" Esclamò, quasi incredula.
Il più grande ridacchiò e annuì.
-"Sì, è lui."
La giovane rimase a bocca aperta per qualche istante, subito dopo però si gettò contro lo schienale della sedia e sospirò sconsolata.
-"E io che già immaginavo i nostri futuri figli."
Benjamin rise di gusto ma non riuscì a replicare, venne travolte da due braccia dal calore familiare e le sue narici invase da un profumo che sapeva di lui.
-"Benjamin!" Esclamò Federico, dopo avergli circondato il busto con entrambe le braccia, e gli stampò un bacio sulla guancia.
Il moro sorrise e si voltò verso di lui, per poter far unire le loro labbra, quel loro bacio però durò poco perché Aria tossicchiò sentendosi in imbarazzo in quella situazione.
-"Oh, scusaci." Ridacchiò imbarazzato il maggiore e si girò verso la ragazza, per poi stringere la mano del minore.
Federico guardò attentamente la ragazza, cercando di ricordare se l'avesse già vista o se Benjamin gliene avesse parlato ma non ricordava nulla del genere, trovava però fosse molto bella.
-"Chi è?" Chiese alla fine e si sedette sulle gambe del suo fidanzato.
Prima che il moro potesse aprire bocca, ci pensò Aria a presentarsi e gli porse la mano sorridente.
-"Io sono Aria, Aria fox, piacere di conoscerti!" Esclamò allegra la giovane. "Tu invece devi essere Federico, giusto?"
Federico aggrottò la fronte e, seppur titubante, le afferrò la mano.
-"Sì, come conosci il mio nome?" Le chiese sorpreso e confuso.
-"È stato Benjamin a parlarmi di te." Rispose Aria. "Invece credo che lui non ti abbia mai parlato di me." Aggiunse, quasi divertita.
-"Sì, l'ho conosciuta la sera della mia ultima mostra." Rispose Benjamin. "Sono andato in un pub e lei mi ha offerto una sigaretta."
-"Tra l'altro mi devi una sigaretta." Lo interruppe Aria ridendo.
Benjamin sorrise e strinse la mano del minore.
-"L'ho rivista il giorno seguente ed è stata proprio lei a ricordarmi, pur non conoscendoti e senza sapere nulla di me, quanto sei importante per me." Spiegò Benjamin. "Probabilmente senza di lei ora staremo ancora litigando."
-"Modestamente il mio secondo nome è cupido." Disse la ragazza, fingendosi lusingata, per poi scoppiare a ridere.
Federico sorrise e si voltò Aria.
-"Allora grazie mille." Le disse. "Era orribile passare le mie giornate senza di lui."
-"È stato un piacere." Rispose la ragazza. "E ora che vi vedo ancora di più, siete davvero belli insieme." Aggiunse e prese un biscotto, per poi guardare con espressione seria il moro. "Tu però ricorda che mi devi ancora un favore."
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Hot Chocolate || Fenji.
FanfictionHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."