Sixty two.

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Benjamin stava parlando, abbastanza distratto, con qualche uomo venuto ad assistere la sua mostra e si sforzava di sorridere, nonostante avesse solo voglia di scoppiare a piangere. Il volto del moro era pallido, molto più del muro bianco che stava alle sue spalle, e i suoi sorrisi sembravano più smorfie, il corpo era più magro e fasciato da una camicia bianca che gli cadeva larga sui fianchi e da un pantalone classico nero.
Quelli erano giorni difficili per il più grande, per un momento pensò di rimandare o addirittura annullare la mostra ma il proprietario della galleria glielo aveva impedito e lui si ritrovò a piangere davanti al quadro del più piccolo. Il quadro che aveva deciso di mostrare per fare una sorpresa al minore ma questo non lo avrebbe mai visto.
L'ennesimo sospiro lasciò le labbra carnose del moro, mentre i due uomini accanto a lui continuavano a parlottare tra di loro e ad elogiare un suo quadro, e in quel momento il cellulare gli vibrò nella tasca posteriore del suo cellulare. Speranzoso il ragazzo tirò fuori il cellulare e trascinò un dito sullo schermo, aprì la casella dei messaggi e fece una smorfia delusa quando lesse il nome del mittente.
Aria.
«Non ringraziarmi, l'ho fatto volentieri. Tieniti pronto e buona fortuna.
-Aria.»
Recitava il messaggio e Benjamin aggrottò la fronte confusa.
"Eh? Che cosa intende?" Pensò Benjamin e per un momento fu tentata di risponderle, subito dopo però decise che non era il caso. Non voleva continuare quell'assurda storia che lo aveva allontanato dal suo Federico.
Benjamin sospirò nuovamente, ripose il cellulare nella tasca e in quel momento, in quel preciso momento, Benjamin poté giurare di sentirsi di nuovo vivo. Non ebbe bisogno di girarsi, assolutamente, avrebbe riconosciuto quel profumo tra mille. In quella stanza piena di persona, Benjamin, riuscì a riconoscere Federico.
Il suo corpo rispose subito a quella presenza, le forze tornarono da lui e uno stupido sorriso comparve sul suo volto. Le voci dei due uomini scomparvero, il ragazzo si voltò e quando vide Federico, accovacciato davanti al quadro che gli aveva fatto, e lui riprese a battere dopo giorni di apnea. A passi veloci si avvicinò a lui con la paura che potesse scomparire da un momento all'altro, come un sogno.
-"Federico..."
Il biondo sobbalzò nel sentire la sua voce, per qualche momento restò in quella posizione però Benjamin notò le sua spalle rilassarsi e, anche se non poteva vederlo di faccia, immaginò che anche il suo viso fosse rilassato. Quando Federico si voltò verso di lui si sentì mancare per la sua bellezza. Era un angelo.
-"Benjamin..." Sussurrò Federico, gli occhi arrossati e il volto pallido come il suo.
Benjamin non riuscì a resistere, colmò quella distanza tra di loro e lo strinse in un abbraccio. Lo strinse al suo corpo e, per un momento, tutto sembrò essere tornato al suo posto. Il puzzle era completo.
Federico per un momento si irrigidì, quel contatto quasi lo infastidiva ma quando le braccia del moro si strinsero intorno a lui non poté fare a meno di ricambiare e stringerlo a lui.
-"Mi sei mancato..." Sussurrò il maggiore e poggiò la testa sulla spalla del suo ex fidanzato. "Mi sei mancato tantissimo, Federico..." Aggiunse. "Questi giorni senza di te sono stati orribili, sembravano non passare mai, mi sentivo morire." Continuò. "Non voglio perderti. Non voglio perderti."
Federico accennò un sorriso nel sentire quelle parole. Anche a lui era mancato. Tantissimo. Non riusciva però a dimenticare ciò che gli aveva fatto. A malincuore allontanò il moro dal suo corpo e gli alzò il viso per guardarlo negli occhi.
-"Perché?"
-"Perché cosa?"
Federico indicò il quadro con un dito ma con lo sguardo restò fisso sul moro.
-"Perché è qui?" Chiese.
Kevin, rimasto in silenzio fino a quel momento, si schiarì la voce.
-"Io... io vado a prendere qualcosa da mangiare." Borbottò imbarazzato il ragazzo, nonostante sapesse che i due non gli stavano dando ascolto. "Voi fate pure con comodo." Aggiunse e lasciò soli i due.
Il moro sospirò e si passò una mano tra i capelli che aveva dimenticato di sistemare.
-"Doveva essere una sorpresa." Rispose. "Volevo farti una sorpresa, poi però è successo quel che è successo..."
-"Mi hai tradito." Lo interruppe il più piccolo e incrociò le braccia al petto.
-"Poi però ti ho tradito, ma ormai avevo già detto al proprietario che sarebbe stato esposto e dato che gli è piaciuto molto non ho potuto sostituirlo."
-"E quella descrizione che cos'è? Che cosa significa?"
-"E ciò che io penso." Rispose Benjamin, semplicemente. "Speravo che qualcuno facesse una foto, la pubblicasse sui social e che tu la leggessi." Spiegò. "Sono uno stupido, lo so." Aggiunse e sospirò nuovamente, per poi abbassare il capo.
Il più piccolo si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani.
-"Non sei stupido." Sussurrò e fece unire le loro labbra.

I due ragazzi lasciarono la mostra mano nella mano, mentre ridevano come due bambini e le loro labbra si cercavano continuamente. Il più grande non si preoccupò della sua mostra, si limitò ad fingere un malore con il proprietario e ad uscire da quel luogo per poter essere felice con il minore.
Federico prese in prestito l'auto di Kevin, dato che il suo amico abitava nelle zone circostanti, e guidò fino allo stabile dove entrambi abitavano. Durante quei minuti il biondo si vietò di pensare, tutto ciò che voleva era vivere. Forse l'indomani si sarebbe pentito ma in quel momento voleva farlo. Le loro mani intrecciate mentre cantavano a squarciagola ogni canzone che la radio trasmetteva.
Quando Benjamin e Federico scesero dalla macchina tornarono a baciarsi come se fosse il loro ultimo giorno in quel mondo.
-"Ti amo." Sussurrò Benjamin, tra un bacio e l'altro, mentre il suo corpo era schiacciato tra quello del minore e la porta di casa del minore che, questo, stava cercando di aprire. "Ti amo così tanto." Ripetè e gli morse il labbro inferiore.
Federico ignoró le sue parole, si limitò ad aprire la porta e a spingerlo nel suo appartamento.
-"Hai già parlato abbastanza." Rispose Federico e lo spinse contro il muro, si sistemò davanti a lui e lo prese di peso.
Il moro ridacchiò e allacciò le braccia dietro al collo del più piccolo.
-"Allora fammi star zitto." Sussurrò e si morse il labbro inferiore.
Il più piccolo sorrise malizioso e si gettò sulle labbra arrossate di Benjamin.
Barcollando i due ragazzi, Benjamin ancora stretto al corpo del minore, raggiunsero la camera da letto di Federico e questo spinse il moro sul suo letto.
-"Promettimi che non toccherai mai nessuno oltre me." Disse Federico, con tono serio, e si sdraiò su di lui mentre abilmente iniziava a sbottonargli la camicia.
-"Te lo prometto." Rispose il moro e gli sorrise. "Mi hai perdonato?" Gli chiese.
Il più piccolo ridacchiò e scosse la testa.
-"Farò di meglio." Replicò e gli morse il lobo dell'orecchio. "Questa notte verrò a letto con te."
-"E domani?"
-"E domani chi lo sa."

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora