-"Volevo invitarti ad uscire con me."
Federico strabuzzò gli occhi e aprì e richiuse più volte le labbra, decisamente sorpreso.
-"Vuoi che ti mostri ancora un po' la città?" Gli chiese.
Il moro sorrise e scosse la testa.
-"Non mi importa della città." Rispose. "Mi piacerebbe che mi mostrassi ancora un po' di te."
-"Un po' di me?" Ripetè lentamente e incredulo il più piccolo.
-"Esatto." Disse Benjamin e sorrise nuovamente al minore. "Questa volta non voglio che tu mi faccia da guida turistica." Aggiunse. "Questa volta voglio proporti un appuntamento."
Il biondo, in quel momento, non riusciva a capire se fosse sorpreso o confuso. La proposta del maggiore lo aveva del tutto trovato impreparato, oltre che nei pochi momenti in cui stava parlando con Kevin non aveva mai pensato che Benjamin potesse essere interessato a lui o almeno non in quel modo.
-"Vuoi invitarmi ad un appuntamento?" Chiese il biondo, nel tentativo di prendere tempo, e aggrottò la fronte. "Un vero appuntamento?" Continuò e la voce risuonò più stridula di quanto volesse.
"Federico non puoi dare sfogo alla ragazzina adolescente in piena crisi ormonale che c'è in te, non in questo momento!" Si disse mentalmente Federico e si ritrovò a scuotere la testa come un cane bagnato.
-"Va tutto bene?" Gli chiese il più grande, stranito dalla reazione dell'altro ragazzo, e gli mise una mano sulla spalla.
Federico sobbalzò a quel contatto e non poté trattenere un piccolo urletto per niente virile, prima di iniziare a guardare sospettoso la mano del maggiore su di lui.
-"S- sì..." Balbettò poco convinto, prima di rialzare lo sguardo e riprendere a guardare il viso del moro.
"È davvero bello però." Pensò Federico e si morse il labbro inferiore.
-"Quindi vuoi invitarmi ad un appuntamento con te?" Gli chiese nuovamente Federico e il moro annuì. "Che cosa intendi per appuntamento?" Continuò e incrociò le braccia al petto, mentre scrutava attentamente il maggiore.
Il moro ridacchiò e appoggiò la schiena contro lo schienale del divano.
-"Sembra che non ti abbiano mai invitato ad un appuntamento."
-"Meno volte di quanto immagini."
Il moro gli sorrise e gli prese le mani, sfiorando il dorso con le dita.
-"Intendo che mi piacerebbe conoscerti meglio." Rispose. "Mi interessi e se non ci provassi non me lo perdonerei mai."
-"Come posso interessarti se neanche ci conosciamo?"
-"Mi sembri davvero simpatico, da quanto ho capito abbiamo delle cose in comune ed è impossibile negare che tu sia un bellissimo ragazzo." Spiegò il maggiore. "Mi piacerebbe conoscerti meglio anche per capire se tra di noi, in un futuro, potrebbe esserci qualcosa tra di noi o no." Continuò. "Se tu non vuoi però, o non ti interesso nemmeno un po', basta dirmelo. Non mi offenderò e neanche ti eviterò per il resto della vita." Concluse e sorrise al minore, visibilmente agitato.
Il più piccolo sospirò e abbasso il capo, iniziando a pizzicassi la coscia nuda.
-"Vorrei uscire con te." Disse. "Ho paura però che questo appuntamento possa rovinare le cose."
-"Che cosa intendi dire?" Gli chiese Benjamin e si avvicinò di più a lui.
-"In questi giorni sembrava che stesse nascendo un bel rapporto di amicizia tra di noi." Rispose il biondo. "E con questo non voglio dirti che ti vedo solo come un amico, sia chiaro." Spiegò. "Solo ho paura che si rovini tutto.
Se questo appuntamento non dovesse andare bene, dovremmo evitarci per sempre e distruggere anche quel poco che stavamo costruendo?" Concluse e sospirò rumorosamente.
Benjamin gli prese il viso tra le mani, lo alzò e gli sorrise prima di scuotere il capo.
-"Se dovesse andare male allora saremo solo amici." Rispose. "Proviamoci, se dovesse andare bene, perfetto così, in caso contrario dimenticheremo tutto e saremo solo amici." Continuò. "Niente pressioni, viviamo solo il momento." Aggiunse. "Ci stai?"
-"Ci sto."I due ragazzi restarono a parlare ancora per un po', si accordarono sul giorno e sull'ora dell'appuntamento. Nessuno dei due voleva qualcosa di troppo serio che mettesse ansia e pressioni ad entrambi, in fine, optarono per incontrarsi in un pub la sera successiva, non troppo distante dalla loro residenza cosicché sarebbero potuti andare via senza troppi problemi. In caso non fosse andata nel migliore dei modi.
La mattina successiva Federico riuscì a combinare ben poco a lavoro, troppo occupato a pensare alle sue cose e ai possibili scenari che si sarebbero potuti verificare all'appuntamento. Più di una volta aveva sbagliato l'ordine di qualche cliente e sussultava ogni volta che qualcuno gli chiedeva Una cioccolata calda, si tranquillizzava subito dopo però quando si rendeva conto che gli occhi di Benjamin non erano in quella stanza.
Dopo l'ennesimo disastro il proprietario del bar gli chiese se andasse tutto bene e non convinto dalla risposta del minore, decise di dargli la giornata libera.
A casa però la situazione fu anche peggio, il ragazzo si ritrovò a gettare tutti i suoi vestiti in ogni angolo della stanza alla ricerca di qualcosa da indossare quella sera. Federico era totalmente in panico.Alle otto in punto Federico uscì di casa e si diresse verso il pub che aveva proposto il giorno precedente, il Sir John A Pub sulla 284 Elgin Street. Le temperature erano bruscamente calate rispetto a quella mattina, il ragazzo si strinse nel suo cappotto nero mentre si faceva spazio tra la folla di persone che popolavano la strada in quel momento. Per sua fortuna il pub non distava molto e riuscì a raggiungerlo dopo poco meno di dieci minuti, spalancò la porta in vetro e venne subito invase da una piacevole sensazione di caldo che lo fece sospirare. Lentamente, per evitare di fare rumore e disturbare gli altri clienti, entrò nel locale e richiuse la porta alle sue spalle. Cercò con lo sguardo il moro tra così tanta gente e un piccolo sorriso comparve sul suo volto quando lo vide, coperto da un maglione nero e intento a giocherellare con un tovagliolo bianco posto sul tavolo di legno marrone scuro.
Con pochi passi raggiunse il tavolo e, attento a non far rumore, mise le mani sugli occhi del moro che sobbalzò.
-"Indovina chi sono." Disse, sorridente, cercando di camuffare la sua voce.
Il moro ridacchiò e toccò le mani fredde e screpolate del minore.
-"Mh..." Mugolò, fingendo di doverci pensare un po'. "Un bellissimo angelo biondo?" Chiese ridacchiando.
Il più piccolo sorrise e allontanò le mani dal volto del moro, che si girò verso di lui.
-"Angelo nono lo so." Rispose. "Bellissimo e biondo, però, senza alcun dubbio."
-"Modesto come sempre." Replicò Benjamin e si alzò, per poi circondargli la vita con le braccia. "Ciao piccolino." Gli sussurrò e gli stampò un bacio sulla guancia.
Le guance del biondo si tinsero di rosso, involontariamente circondò il bacino del ragazzo e ricambiò il suo abbraccio.
-"C- ciao..." Balbettò e deglutì. "Hai un b- buon profumo..."
Il più grande sciolse l'abbraccio e sorrise al minore.
-"Grazie." Rispose. "Vieni, siediti." Aggiunse e gli indicò la sedia.
-"Hai già ordinato?"
-"No." Rispose il più grande. "Stavo aspettando te."
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Hot Chocolate || Fenji.
FanfictionHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."