-"Spero ti piaccia." Disse Benjamin e mostrò il quadro al più piccolo.
Federico rimase a bocca aperta quando vide quel quadro, gli occhi si riempirono di lacrime e fece fatica a trattenere un singhiozzo.
In quel quadro c'era lui, lui addormentato sul letto di Benjamin, con dei mozziconi di sigaretta sparsi sulle coperte e le prime luci del giorno che gli illuminavano il viso. Il ragazzo non ci mise molto a capire quale notte fosse.
-"M- ma tu..." Singhiozzò il ragazzo.
Benjamin sorrise e si avvicinò a lui.
-"Ti avevo detto che stavo guardando il cielo ma ti ho mentito." Rispose. "Stavo guardando te, che sei più bello di mille albe e di mille tramonti.
Te che sei più bello di qualsiasi spettacolo della natura. Tutto impallidisce davanti a te.
Sei il mio panorama preferito." Disse. "Ti amo, Federico."
Federico dovette mettersi una mano davanti alla bocca, per attutire il suono dei suoi singhiozzi. Il cuore sembrava pronto a scoppiare da un momento all'altro per la troppa felicità, mai nessuno aveva fatto qualcosa di quel genere per lui. Tutti i suoi ex fidanzati, o frequentazioni, non tenevano nemmeno una sua foto in casa mentre Benjamin lo aveva racchiuso in un quadro. In un suo quadro.
-"I- io non so c- che cosa dire..." Disse Federico tra i singhiozzi, il volto arrossato per lo sforzo che stava facendo per trattenere le lacrime.
Il moro abbozzò un sorriso, poggiò la tela al muro e si avvicinò al suo fidanzato. Gli baciò la guancia per poi accarezzarla.
-"Dimmi solo se ti piace." Rispose, con voce bassa. "Per me è molto importante la tua opinione." Aggiunse e inclinò la testa da un lato.
Il più piccolo non disse nulla, si limitò a guardarlo negli occhi, singhiozzare e a gettargli le braccia al collo.
-"Spero sia un sì." Ridacchiò il moro e gli cinse il busto con le braccia, stringendolo forte a lui.
Il minore si strinse a lui e annuì.
-"È la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me." Singhiozzò.
Benjamin sorrise, gli prese il viso tra le mani e gli asciugò le lacrime con il pollice.
-"E tu sei la cosa più bella in assoluto per me." Sussurrò e fece unire le loro labbra.I giorni passavano e quella magica armonia che era venuta a crearsi tra i due ragazzi, si andava sgretolando sempre un po' di più. Benjamin e Federico trovavano sempre meno tempo da passare insieme e quei pochi momenti che avevano, finivano per essere rovinati da qualche discussione che li teneva impegnati fino al momento in cui si sarebbero dovuti separare. I due non avevano più nemmeno la voglia di passare la notte insieme, sopraffatti dalle loro discussioni e dai loro continui impegni. Tutto tra di loro sembrava si stesse lentamente distruggendo.
Anche quel giorno i due giovani non avevano tempo l'uno per l'altro. Federico impegnato al bar e Benjamin occupato con le sue mostre che diventavano sempre di più, in città iniziavano a richiedere la sua presenza e lui si trovava sommerso da novità che non gli lasciavano neppure il tempo di respirare. Il moro però quella sera decise di passare al bar del minore, gli mancava vederlo e poi doveva anche chiedergli una cosa importante e non voleva farlo tramite messaggi.Alle otto e un quarto di sera, a soli quarantacinque minuti dalla fine del turno del minore, il bar era mezzo vuoto. Solo quattro dei nove tavoli erano occupati e due ragazzi se ne stavano seduti sugli sgabelli. Federico continuava a sbuffare mentre guardava i clienti parlottare tra di loro, si stava annoiando e non sapeva che cosa fare per evitarlo, non poteva di certo infastidire i presenti.
Dopo soli pochi secondi la porta del bar si aprì e Federico sorrise, felice al pensiero di aver finalmente qualcosa da fare, ma quando notò chi fosse appena entrata il sorriso gli si smorzò un po'. Benjamin, che reggeva un ombrello nero e sulla spalla il suo inseparabile zaino, si passò una mano tra i capelli umidi e sorrise mentre si avvicinava al minore.
-"Ehi." Borbottò, quando lo raggiunse, e gli sorrise.
Federico non poteva dire di aver sperato fosse lui, e ci era anche rimasto un po' male quando aveva scoperto che non era nessun nuovo cliente, però era felice di vederlo.
-"Ehi, Ben." Lo salutò Federico e gli sorrise. "Che cosa ci fai da queste parti?" Gli chiese e si sporse oltre il bancone per dargli un bacio a stampo.
Il moro si tolse lo zaino e si sedette sullo sgabello.
-"Non passavo un po' e mi mancava." Rispose e si tolse il giubbotto. "E mi mancavi anche tu." Aggiunse.
Il più piccolo sorrise e si tolse il grembiule bianco.
-"Ti faccio una cioccolata calda?" Gli chiese e l'altro annuì. "Arriva subito!" Esclamò, gli diede un altro bacio a stampo e prese tutto l'occorrente per la cioccolata calda.
Benjamin ridacchiò per poi farsi più serio.
-"In realtà sono qui anche per chiederti una cosa." Gli disse, dopo qualche attimo di silenzio.
-"Dimmi." Rispose il biondo mentre gli dava le spalle, per preparare la sua cioccolata.
-"Ricordi quando ti ho detto che anche la Cube Gallery mi ha chiesto di fare una mostra?"
-"Certo."
-"Beh, mi hanno invitato ad un pranzo prima della mostra, per parlare di possibili accordi futuri e per definire gli ultimi dettagli della mostra."
Federico si voltò verso di lui e gli servì la sua cioccolata calda.
-"E?" Lo incitò a continuare e appoggiò i gomiti sul bancone lucido.
Il moro strinse la tazza di cioccolata e prese un respiro profondo.
-"E vorrei che tu venissi con me." Disse, tutto d'un fiato.
Federico, in un primo momento, aggrottò la fronte per poi sorridere dolcemente.
-"Mi piacerebbe molto, Ben." Rispose e gli prese la mano. "Ma non posso."
Tutta la felicità del moro svanì con un sospiro.
-"Perché non puoi?"
-"Quel giorno già dovrò farmi spostare il turno, per poter essere alla mostra la sera. Non posso chiedere di non fare neppure quello della mattina."
-"Non potrebbe sostituirti l'altro ragazzo?" Replicò il moro. "Lavori tanto e Paul ti vuole bene, ti concederebbe un giorno libero, ne sono certo."
-"Sì, lo farebbe, ma non voglio approfittarne." Rispose il più piccolo. "Fa già tanto per me."
-"E tu fai tanto per questo bar." Disse Benjamin. "Meriti un giorno libero." Aggiunse, con determinazione.
Il biondo sbuffò, quasi infastidito, e ritirò la mano.
-"Ben, per favore, non insistere." Rispose, con tono più duro. "Non posso." Aggiunse e incrociò le braccia al petto.
Il più grande rimase sorpreso da quella reazione e inarcò un sopracciglio.
-"Non puoi o non vuoi?" Lo provocò. "Puoi dirmelo se non vuoi venire, non ti mangio mica."
-"Se io non volessi venire a quel pranzo?" Replicò Federico, cercando di rimanere sul vago.
-"Potrei sapere il perché?" Gli chiese il moro. "Non mi sembra di starti chiedendo la luna, solo di venire ad un pranzo con me." Aggiunse e scrollò le spalle. "Tutto qua."
-"Un pranzo però in cui io sarò lo zimbello di tutti."
-"Eh?"
-"Benjamin non far finta di non capire." Lo rimproverò il più piccolo. "Quello non è il mio mondo e tutti quegli uomini per bene non perderanno occasione per deridermi. Io non so niente di arta." Aggiunse. "Sono solo un cameriere di un bar, il massimo che potrei fare a quel pranzo è servire." Continuò. "Io sono solo un cameriere." Concluse.
-"E sei anche il mio fidanzato." Replicò Benjamin. "È in veste del mio fidanzato che ti voglio a quel pranzo, non come cameriere o critico d'arte." Aggiunse. "E poi pensi davvero che lascerei che quegli uomini ti prendano in giro?" Gli chiese retorico.
-"Non potresti evitarlo, saresti costretto ad annuire a tutto ciò che dicono o non ti faranno fare altre mostre." Rispose il biondo. "È meglio che io non venga e che ti goda da solo quel pranzo, ci vedremo alla mostra."
-"Ma io ti voglio a quel pranzo, Federico."
-"E io non voglio venire!" Sbottò Federico. "Questa è la mia ultima parola e ti prego di non insistere." Aggiunse. "Ora se mi vuoi scusare, da bravo cameriere quale sono, ho da fare."
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Hot Chocolate || Fenji.
FanfictionHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."