Benjamin continuava a gemere il nome del più piccolo come se fosse il ritornello della sua canzone preferita. Le sue mani continuavano a cercare il corpo di Federico e lo accarezzavano ovunque riuscissero ad arrivare. Le loro labbra cercavano continuamente un contatto mentre i loro corpi si univano.
Federico continuava a spingersi ritmicamente nel corpo accaldato, e stretto al suo, del più grande e gli lasciava scie di baci dalla mascella al petto, per poi risalire e ricominciare. I loro corpi combaciavano come se fossero due pezzi dello stesso puzzle, i due pezzi mancanti, sembravano l'uno l'estensione dell'altro. In quella stanza poco illuminata, invasa dai loro gemiti e dai loro respiri mozzati, era impossibile capire dove finisse uno e dove iniziasse l'altro.
I capelli biondi di Federico solleticavano la fronte sudata del moro, facendolo sorridere di continuo, le braccia tatuate del più grande continuavano a sfiorare le spalle contratte di Federico mentre gli graffiava le spalle dopo un gemito più acuto degli altri.
Federico sentiva il mondo svanire intorno a lui mentre guardava Benjamin, nudo e avvinghiato al suo corpo, gemere incontrollato sotto di lui mentre inarcava schiena per creare un maggiore contatto con il suo corpo. Nel buio della stanza sembrava che le loro emozioni si amplificassero ed entrambi si ritrovarono a sperare che quella notte non finisse mai. La loro notte.I due non seppero dire che ora fosse quando la testa di Benjamin ritrovò il suo posto felice sul petto di Federico e quando le braccia del più piccolo strinsero il busto nudo del moro. Quando i loro respiri caldi si infransero contro la pelle dell'altro e quando si guardarono sorridenti.
-"Grazie." Sussurrò il moro, con il cuore colmo di gioia e un radioso sorriso stampato sul viso, e baciò il petto nudo del minore.
Federico si morse il labbro inferiore e gli accarezzò le spalle nude.
-"Per che cosa?" Gli chiese, mantenendo un tono di voce basso per non rovinare l'atmosfera.
Benjamin alzò il viso verso di lui e inclinò la testa da un lato.
-"Per prenderti cura di me." Disse. "Per essere qui con me." Aggiunse. "Grazie." Concluse e scrollò le spalle.
Il più piccolo ridacchiò e gli baciò la punta del naso.
-"Grazie a te per aver deciso di voler restare al mio fianco."
-"Non l'ho deciso io." Scosse la testa il più grande e poggiò la testa sulla spalla del minore. "Era destino."L'indomani mattina lente gocce di pioggia bagnavano le strade e le case di Ottawa, le finestre delle case erano chiuse mentre i bar si popolavano sempre di più e per strada si creavano i primi ingorghi mattutini.
Nello stabile di recente costruzione, però, il caos cittadino non aveva alcun effetto, non minacciava la loro serenità, soprattutto quella dell'appartamento al primo piano. Dall'appartamento al primo piano un dolce aroma di caffè invadeva il pianerottolo, accompagnato dal felice ridacchiare di due ragazzi che erano riusciti a trovare la loro armonia.
-"Ti ho fatto la cioccolata calda." Disse Federico, coperto solo da un paio di boxer larghi che lasciavano molto all'immaginazione, al ragazzo seduto sul tavolo dietro di lui. "E sul tavolo ci sono i biscotti." Aggiunse e si voltò verso di lui. "Qui invece di sono io." Concluse e ghignò malizioso mentre si avvicinava al moro.
Il moro si leccò il labbro inferiore e tirò l'altro per la vita, per avvicinarlo a lui.
-"Direi che preferisco di gran lunga te a qualsiasi cioccolata calda." Rispose e fece sistemare meglio il più piccolo tra le sue gambe.
Il più piccolo ridacchiò e mise tra i loro petto nudi la tazza di cioccolata calda che stringeva tra le mani.
-"Anche se è una cioccolata calda preparata da me, per te, con tanto amore?" Gli chiese retorico e poggiò la tazza sul tavolo. "Anche se ammetto che io sono molto più dolce." Aggiunse ridacchiando.
Benjamin annuì e gli diede un morso sulla guancia.
-"Sei decisamente più dolce tu." Rispose e gli sorrise. Benjamin fece indietreggiare l'altro di qualche passo e balzò giù dal tavolo, per poi scostare una sedia. "Vieni." Disse al minore e si sedette sulla sedia, per poi fare cenno all'altro di accomodarsi sulle sue gambe.
Il biondo non se lo fece ripetere una seconda volta, si accomodò sulle ginocchia di Benjamin e gli circondò le spalle con un braccio.
-"Questa notte è stata bellissima." Disse, a tratti imbarazzato, il biondo. "Credo di non essere mai stato tanto bene con qualcuno come con te questa notte."
Il più grande gli accarezzò la guancia arrossata e sorrise.
-"Sei adorabile quando ti imbarazzi." Replicò e gli diede un bacio sulla guancia. "E anch'io sono stato benissimo, mai nessuno mi aveva dedicato tante attenzioni come hai fatto tu."
Federico si mise a cavalcioni su di lui e allacciò le braccia dietro al collo del più grande.
-"E queste sono solo le prime delle tante attenzioni che ti dedicherò." Rispose e gli diede un bacio a stampo.
Il moro abbozzò un sorriso ma subito dopo il suo viso venne invaso da un'espressione più seria e preoccupata.
-"Fè..." Lo chiamò il moro e iniziò a torturarsi le labbra con i denti. "Devo chiederti una cosa."
-"Tutte quelle che vuoi, nano."
Il moro si schiarì la voce e allentò la presa sulla vita del minore.
-"Noi due che cosa siamo?" Gli chiese, la voce tremolante e l'espressione incerta.
Il più piccolo aggrottò la fronte.
-"Che cosa intendi dire?"
Benjamin sospirò e iniziò ad accarezzargli la schiena nuda e graffiata.
-"Ieri il tuo capo, quando ti ha dato la giornata libera, mi ha definito come tuo amico, io però non credo di essere un tuo semplice amico."
-"E infatti non lo sei."
-"E allora che cosa sono per te?" Chiese Benjamin. "Una frequentazione? Qualcuno con cui vai a letto? Un amico speciale?" Continuò. "Che cosa sono per te, Federico?" Concluse e sospirò rumorosamente.
Il biondo si morse il labbro inferiore per reprimere un sorriso e diede un bacio a stampo a Benjamin, che mugolò in sorpresa.
-"Sei una persona a cui tengo tantissimo." Rispose. "Non posso dire di amarti perché è prematuro ma so di esserci vicino, molto vicino." Disse. "Non sei una semplice frequentazione, ne un amico speciale e ancor meno uno con cui vado solo a letto." Continuò. "Sei qualcuno di importante per me, Benjamin, molto importante direi. Quasi come..."
-"Come un fidanzato?" Disse il più grande mentre i suoi occhi brillavano dalla gioia.
Federico sorrise e fece unire le loro labbra.
Il moro, senza pensarci troppo, strinse la vita del minore tra le mani e gli morse il labbro inferiore prima di schiudere le labbra per consentire un maggiore accesso all'altro.Federico si ritrovò con la schiena schiacciata contro il bordo del tavolo mentre le mani del moro gli accarezzavano il corpo nudo, sfiorando più volte il bordo dell'elastico dei suoi boxer. Solo dopo minuti che parvero volare i due ragazzi si staccarono e si sorrisero.
-"Come un fidanzato." Sussurrò Federico e toccò la fronte del moro con la sua. "Prima però di definirti fidanzato a tutti gli effetti, devo fare una cosa." Aggiunse e sospirò.
Il moro aggrottò la fronte e si allontanò di poco dall'altro, per guardarlo meglio.
-"Devi fare una cosa?" Gli chiese e l'altro annuì. "Che cosa?"
Il più piccolo prese il suo cellulare e abbozzò un sorriso.
-"Una cosa importante."
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Hot Chocolate || Fenji.
FanfictionHot chocolate || Fenji. "Una cioccolata calda, un'abitudine da bambino. Il cielo incontrerà il mare, sotto lo sguardo della gente nascerà una delle storie più belle. Tavolo numero 7 tutto può succedere. Una pennellata al gusto d'amore."