Seventy two.

961 133 23
                                    

Dieci giorni.
Benjamin aveva solo dieci giorni per decidere che cosa farne del suo futuro. Solo dieci giorni per decidere se inseguire la sua carriera o Federico.
Come poteva farlo?
Probabilmente non gli sarebbe bastata neanche la vita intera per compiere quella scelta.
Da un lato c'era il suo sogno, quello di sempre, quello che lo aveva spinto fin da bambino a rialzarsi sempre e a provarci e riprovarci. Sognava di fare della sua pittura un vero e proprio lavoro fin dalla prima volta che aveva visto una tela bianca e aveva immaginato come darle vita. Amava ciò che faceva e aveva passato tante notti ad immaginare un suo ipotetico futuro nella grande mela. Era certo della strada che voleva percorrere ed era pronto a tutto pur di raggiungere il suo obbiettivo.
In quel momento, però, in cui il suo sogno era a portata di mano non aveva la determinazione necessario per afferrarlo. La sua scelta non gli sembrava più molto ovvia, anzi non lo era per niente.
Dall'altro c'era Federico e... beh, Federico era Federico. Come poteva abbandonarlo?
Lui amava Federico, lo amava tantissimo, e odiava stare separato da lui anche soli pochi minuti, era tutto ciò che di più bello aveva e sentiva che senza di lui non sarebbe stato più nessuno. Anche i suoi quadri avrebbero sofferto per l'assenza di Federico. Era la sua musa ispiratrice.
Avrebbe fatto follie pur di avere Federico con lui a New York ma non poteva chiedergli tanto, non poteva chiedergli di rinunciare a tutta la sua vita per seguirlo. Il moro neppure aveva preso in considerazione l'idea di una relazione a distanza, sarebbe impazzito dopo soli pochi giorni. Come poteva amarlo ed essere felice sapendolo distante da lui?
Aveva bisogno di averlo al suo fianco.
Benjamin non sapeva davvero che cosa fare, che cosa scegliere. Carriera o amore?

Quando Daniel Weiss lasciò la casa del più piccolo, Benjamin si lasciò cadere sul divano e gridò disperatamente. Disperato. Era disperato.
Il tempo passava e il moro neppure se ne rendeva conto, perso tra i suoi pensieri che non gli davano pace. In quei giorni aveva fatto di tutto per non pensarci, voleva semplicemente viversi Federico ma non poteva più farlo.
Aveva solo dieci giorni e in seguito avrebbe dovuto rinunciare ad una delle due cose che più voleva in vita sua.

Perso com'era tra i suoi pensieri, Benjamin ancora sdraiato in malo modo sul divano, non sentì la porta di casa aprirsi e nemmeno la voce di Federico mentre lo chiamava, o almeno non fin quando non se lo trovò davanti.
-"Ben!" Esclamò Federico e sventolò una mano davanti al viso del ragazzo.
Il moro sobbalzò e si portò una mano sul petto.
-"Fè mi hai spaventato!" Replicò il moro e chiuse gli occhi per tranquillizzarsi.
-"Scusa." Borbottò il più piccolo e si tolse la sciarpa nero. "Non volevo spaventarti ma continuo a chiamarti da quando sono entrato in casa." Spiegò. "A che cosa stavi pensando di tanto importante?" Gli chiese.
A che cosa stava pensando?
Doveva dirgli?
Benjamin prese la mano del minore e se lo tirò addosso, per poi cingergli la vita con entrambe le braccia e fare unire le loro labbra.
Il più piccolo sorrise a quel contattato, amava quando l'altro lo sorprendeva dimostrandogli quanto sentisse la sua mancanza.
Prese il viso del maggiore tra le mani e schiuse le labbra per incrementare quel contatto tra di loro.
Federico però non ci mise molto a capire che quel bacio non era dovuto solo alla mancanza che entrambi avevano sentito durante quelle ore. Quel bacio era disperato. Sembrava che Benjamin sperasse non finisse mai, non perché ne aveva bisogno ma perché aveva paura di ciò che poteva succedere dopo.

Federico, seppur a fatica, dopo poco si staccò da quel bacio e si oppose quando Benjamin cercò di baciarlo dopo poco.
-"Ben." Lo chiamò Federico e voltò la testa a destra quando il maggiore si sporse in avanti per baciarlo. "Benjamin."
-"Che c'è? Perché non vuoi baciarmi?"
-"Certo che ti voglio baciare ma c'è qualcosa che non va." Rispose Federico. "Che cosa è successo in mia assenza? Quel Daniel ti ha detto o fatto qualcosa?" Continuò. "Perché se è così io vado ad ammazzarlo su..."
-"Non mi ha fatto o detto niente." Lo interruppe il moro. "O almeno non più di quello che già sapessi."
-"Che cosa intendi dire?" Gli chiese il più piccolo e si sedette a gambe incrociate sul divano, accanto al moro.
-"Vuole una risposta, Federico."
-"Questo però lo sapevi già, infatti ci sta pensando."
-"Vuole una risposta entro dieci giorni." Precisò Benjamin e abbassò il capo.
-"Oh." Fu tutto ciò che Federico riuscì a dire. In un momento fu come se tutto il mondo gli fosse caduto sulle spalle e poi aveva visto i pezzi di questo disintegrarsi. Benjamin lo avrebbe lasciato? Non poteva biasimarlo però, era il suo sogno e lui per primo non gli avrebbe mai impedito di seguirlo. "E t- tu che cosa gli h- hai detto?" Chiese balbettando e deglutì.
-"Ancora niente." Rispose il più grande. "Ho bisogno di tempo." Aggiunse. "Non so che cosa fare..." Sospirò e si prese il capo tra le mani.
Per Federico era giunto il momento di mettere da parte le sue paure e cercare di comprendere quelle di Benjamin. Era lui la persona che, in ogni caso, stava per rinunciare a qualcosa di importante. Doveva stargli accanto.
-"Vieni qui." Gli disse il minore e spalancò le braccia. Il più grande sospirò e si intrufolò tra le braccia del suo fidanzato, lasciandosi stringere. "Hai paura?" Gli chiese Federico e gli baciò la fronte.
Il moro annuì.
-"Ho tanta paura." Rispose. "Comunque vada perderò una cosa a me molto cara. Qualcosa che non voglio perdere."
-"Mi dispiace averti messo in questa situazione, Ben..." Sussurrò il più piccolo. Era davvero dispiaciuto, sapeva che stava ponendo Benjamin davanti ad una scelta molto ardua.
-"Tu hai ragione a non volermi seguire a New York, perderesti tutta la vita che hai qui..." Rispose Benjamin. "Io però vorrei tanto averti al mio fianco, condividere con te tutto ciò che mi succede. Farei di tutto per non farti mancare mai niente, il signor Weiss mi ha anche detto che è disposto a trovarti un lavoro. Io..."
-"Hai parlato di me con il signor Weiss?" Lo interruppe il minore.
-"Io parlo sempre di te, Federico." Rispose Benjamin e alzò lo sguardo per guardarlo.
Il biondo sorrise intenerito e gli diede un bacio a stampo.
Poteva farlo per lui?
-"Ci tieni così tanto?" Gli chiese.
-"Tengo a te più di tutto il resto. Se adesso tu mi chiedessi di rinunciare a New York io lo farei, per te." Rispose il più grande. "È il mio sogno da sempre ma tu sei il mio fidanzato e ti amo tantissimo. Vorrei fare tutto con te e non posso farlo con uno stato di distanza in mezzo." Continuò a parlare il ragazzo. "Io voglio viverti." Concluse e poggiò la testa sul petto del minore.
-"Davvero rinunceresti al tuo sogno per me?"
-"Per te farei di tutto."
-"Non sai però che cosa succederà tra di noi, potremmo anche lasciarci domani, come puoi rinunciare al tuo più grande sogno per me?"
-"Preferisco perderti sapendo di averci provato, anziché perderti senza fare nulla."
Per lui poteva farlo.
-"Non devi rinunciare a nessuna delle due cose, Benjamin." Gli disse Federico con tono sicuro.
Benjamin alzò la testa e aggrottò la fronte.
-"Che cosa intendi dire?" Gli chiese. "Non credo che al signor Weiss vada bene che io resti qui e che vada lì solo per le mostre, dato che dovrei frequentare dei corsi lì."
-"Andrai a New York." Disse Federico. "E io verrò con te."

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora