Fifty five.

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Federico gli diede un pacco sul sedere. Benjamin ridacchiò e si sistemò la giacca.
-"Per quello avremo tempo dopo la mostra."
-"O durante." Ammiccò il più piccolo, facendo riferimento alla sua prima mostra.
Il moro ridacchiò e gli prese la mano, si voltò per dirigersi con il minore verso i nuovi arrivati ma la persona che si trovò davanti gli fece raggelare il sangue nelle vene. Le gambe di Benjamin diventarono molli e, all'improvviso, il progetto di un futuro felice con Federico svanì nel nulla e venne sostituita da due occhi verdi brillante.
-"Ciao Benjamin."
-"Aria..."
Gli occhi di Benjamin erano sgranati, la mano che stringeva quella del minore era sudaticcia e tremava al pensiero di quello che Aria poteva fare o, peggio ancora, poteva dire a Federico. Il moro deglutì a vuoto mentre tutto intorno a lui iniziava ad essere meno stabile, compreso Federico. L'unica cosa in quella stanza che sembrava essere immobile erano gli occhi di Aria. Gli occhi di Aria fissi su di lui. Gli occhi di Aria che gli ricordavano ciò che aveva fatto, il modo in cui l'aveva stretta e l'aveva baciata. Il modo in cui aveva tradito Federico.
Federico, ignaro di tutto, lasciò la mano del maggiore, facendolo sobbalzare dallo spavento, e sorrise raggiante alla ragazza che se ne stava in silenzio.
-"Aria, che piacere vederti!" Esclamò Federico. Il minore a primo impatto aveva giudicato male quella ragazza ma se Benjamin andava d'accordo con lei, allora poteva andare d'accordo anche lui con lei.
La ragazza abbozzò un sorriso e iniziò a giocherellare con le punte dei suoi capelli.
-"Ciao Federico." Borbottò la ragazza, imbarazzata.
-"Sei qui per la mostra di Benjamin?" Le chiese Federico e si avvicinò a lei.
Aria lanciò un'occhiata veloce al moro che deglutì e annuì impercettibilmente, prima di riportare la sua attenzione sul moro.
-"Sì, sono qui per la sua mostra." Rispose Aria. "Ho visto una locandina per la città - cosa vera in fondo, Aria aveva davvero visto una locandina per la città - e ho deciso di passare." Aggiunse e sorrise.
"È ovvio che Federico non sa niente." Pensò Aria e un po' ne fu felice, non voleva litigare con lui, nonostante non lo conoscesse non voleva fargli del male.
Benjamin si avvicinò a loro, mise una mano sulla spalla del minore e finse un sorriso.
-"Sono felice che tu sia qui." Mentì Benjamin, per poi voltarsi verso il suo fidanzato. "Amore ti va di andare a prendere tre bicchieri di champagne? Se ne hai voglia, ovviamente, altrimenti vado io." Chiese a Federico e sorrise.
Federico annuì e gli diede un bacio a stampo.
-"Torno subito." Rispose e si allontanò dai due.
Non appena Federico fu abbastanza felice, strinse un braccio di Aria e l'avvicinò a lui.
-"Così mi fai male!" Esclamò Aria.
-"Abbassa la voce." Ringhiò Benjamin e la strascinò con lui indietro, per attirare meno l'attenzione. "Che cosa ci fai qui?"
-"Tranquillo, non voglio rovinarti la mostra e nemmeno la tua relazione con Federico." Rispose Aria e si divincolò dalla stretta del ragazzo. "Voglio solo parlarti, credo che me lo devi."
Benjamin sospirò, si passò una mano tra i capelli e annuì.
-"Dopo la mostra."

Benjamin fece fatica a superare l'intera mostra, cercava di tenersi occupato mentre rispondeva alle domande sui suoi quadri, cercava di distrarsi abbracciando Federico ed era felice e orgoglioso di presentarlo a tutti i suoi presenti. Nonostante tutto Federico era sempre la sua più grande fonte di ispirazione, il suo tutto.
Aria però era una presenza fissa in quella sala, per quanto questa cercasse di restare in disparte, tranne le poche volte che Federico era andato a parlare con lei per non farla sentire esclusa, Benjamin non riusciva a pensare ad altro e sentiva tutto intorno a lui tremare ogni volta che Federico parlava di lei o con lei.
La mezzanotte era ormai passata quando la mostra finì, pian piano la sala iniziò a svuotarsi e Benjamin sentì i suoi pensieri riecheggiare in quella sala sempre più vuota. Benjamin se ne stava seduto su un piccolo sgabello nero, le mani raccolte in grembo e la testa piena di pensieri, solo quando Federico si avvicinò a lui accennò un sorriso.
-"Come sta il mio pittore?" Gli chiese Federico, sorridente, e gli accarezzò i capelli ormai scompigliati.
Il moro gli prese la mano, la baciò e lo fece sedere sulle sue ginocchia.
-"Felice." Rispose il moro e gli baciò la guancia. "E tu?"
Il più piccolo sospirò e poggiò la testa sulla spalla del moro.
-"Stanco." Rispose. "Molto stanco."
Benjamin lo strinse a lui.
-"Vai a riposare."
-"Non voglio lasciarti solo."
-"Ormai la mostra è finita, stanno andando via tutti." Rispose Benjamin. "Ci vediamo a casa." Aggiunse.
Aria, che era rimasta in silenzio in disparte fino a quel momento, si avvicinò a loro e si schiarì la voce.
-"Scusate."
Federico aprì gli occhi e guardò la ragazza.
-"Oh, Aria, sei ancora qui. Credevo fossi andata via." Disse Federico e abbozzò un sorriso.
-"Mentre guardavo i quadri ho perso il senso del tempo." Mentì Aria e scrollò le spalle. "Stavo per andare via." Aggiunse e lanciò un'occhiata al moro.
-"Ti accompagno." Disse Benjamin. "Potrebbe essere pericoloso per una ragazza andare in giro, da sola, a quest'ora." Aggiunse, prima che Federico potesse fare domande.
-"Posso darti un passaggio, ho la macchina, dove abiti?" Chiese Federico.
-"No, amore, ci penso io." Rispose il moro. "Tu sei stanco." Aggiunse e gli accarezzò una guancia. "Non ci metterò molto, tu vai a casa."

Dopo un po' il più piccolo smise di porre resistenza, stanco com'era accettò che Benjamin accompagnasse Aria a casa e loro si sarebbero visti l'indomani per passare tutta la giornata insieme.
La situazione tra Benjamin e Aria era tesa, il vento freddo arrossava i loro visi e piccole nubi di fumo lasciavano le labbra schiuse ma non una parola accennava da uscire, tanti erano i pensieri e tanta era la paura di ferire Federico.
Quando giunsero a casa della ragazza il moro accettò di entrare, un po' per il freddo e un po' perché sapeva dovessero parlare.
-"Che cosa devi dirmi?" Chiese Benjamin non appena entrò in casa della giovane.
Aria inarcò un sopracciglio e mise le mani sui fianchi.
-"Davvero non lo immagini?"
Il ragazzo sospirò e si lasciò cadere sul divano rosso.
-"Aria siamo andati a letto insieme, nulla di più."
-"Federico lo definisci un nulla di più?" Replicò la ragazza. "Il tuo fidanzato, Benjamin, per te è un nulla?"
-"Io amo Federico."
-"Lo so."
-"Lo amo e non voglio ferirlo." Disse il moro.
-"Dovevi pensarci prima, non credi?" Rispose Aria. "Immagino tu non voglia fargli sapere nulla, altrimenti gliel'avresti già detto." Aggiunse.
-"È ovvio che Federico non deve sapere nulla." Borbottò il più grande. "Non deve soffrire."
La giovane annuì e si sedette sul divano accanto a lui.
-"Posso farti una domanda?"
-"Dimmi."
-"Ti sei pentito?" Chiese la giovane e inclinò la testa da un lato.
Benjamin rimase interdetto a quella domanda, non si era mai soffermato a pensare se si fosse pentito. Sapeva di aver sbagliato ma era pentito?
-"No." Rispose deciso Benjamin.
Aria si morse il labbro inferiore e gli sfiorò la mano con la sua.
-"E lo rifaresti?"
Nella mente di Benjamin tutto svanì, rimasero solo lui ed Aria su quel divano. In men che non si dica prese la ragazza di peso e la fece mettere a cavalcioni su di lui, le tolse il maglione lasciandola in reggiseno.
-"." Rispose e fece unire le loro labbra.

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora