-Tesoro, è pronto. Scendi- mi urla mia madre da sotto.
-Arrivo-le urlo di rimando.
Smetto di fare i compiti e raggiungo mia madre a tavola.
-Allora, fatti i compiti?- mi chiede mia madre mentre mangiamo.
-Mi mancano gli ultimi esercizi di latino e poi ho finito, tranquilla- le rispondo io stressata.
A volte non la sopporto proprio. Dice che devo essere una studentessa modello, sempre con la media alta e gentile con tutti. Io la accontento anche perché fare queste cose, beneficia anche a me. Seppur di malavoglia, ma le faccio.
Dopotutto la mia vita è una tavola piatta: non ho molti amici, anche se sono sempre gentile con tutti, sono stata tradita molte volte da quelli che ritenevo amici, ma che poi alla fine mi hanno voltato le spalle, per andarsi a divertire con gente che loro ritenevano migliore di me.
Ma queste cose mi hanno aiutato a diventare più forte e a fregarmene di ciò che pensa la gente, perché in fondo la gente è solo in grado di giudicare.
Non sanno fare altro.
-Perfetto- dice mia madre distogliendomi dalle mie riflessioni-appena finisci, cambiati che ti porto a fare un pò di acquisti. Hai bisogno di rinnovare il guardaroba.-
Ecco un'altra cosa che non sopporto di lei: deve avere il pieno controllo di ciò che faccio, ciò che dico, ciò che mangio e persino di come mi vesto.
-Okay mamma- dico, cercando di non sembrare scocciata.
Quando finisco di mangiare, lascio mia madre a sparecchiare e vado a finire latino.
Frequento una delle scuole più prestigiose della mia zona, la Bruni e ho diciassette anni. Ho dei professori a dir poco fantastici, soprattutto la mia professoressa di Italiano. Lei è la mia preferita. Quando spiega sembra di ascoltare un filosofo e dà sempre consigli fantastici.
Finisco latino per l'indomani e scendo sotto per avvertire mia madre che saremmo potute andare. La trovo seduta in soggiorno, sul divano grigio, che stava guardando una serie Tv di qualche giallo.
-Mamma, ho finito. Possiamo andare se vuoi- le dico, sedendomi accanto a lei.
-Perfetto, vado a cambiarmi e andiamo subito prima che cominci la confusione e sai benissimo che poi, quando c'è troppa gente intorno, mi innervosisco facilmente.- conclude mentre si alza e sale le scale per andare a cambiarsi.
La aspetto di sotto, tanto ero già vestita e lavata. Quando mi raggiunge sotto anche lei, chiudiamo casa, entriamo nell'Audi e partiamo verso il centro commerciale.
Come ovviamente ci prospettavamo, c'era poca gente. Giriamo per i negozi per 3 o 4 ore facendo così tanti acquisti che, quando andiamo nel parcheggio per riprendere l'auto, siamo cariche di buste di tutte le grandezze.
Appena ritorniamo a casa, sistemo il tutto nei rispettivi cassetti e mi butto sul letto, stanca morta.
Ma ovviamente, siccome il mondo intero ce l'ha con me, nel momento esatto in cui mi sto incominciando a rilassare, il mio telefono, che è sulla mia scrivania dall'altra parte della stanza, incomincia a squillare.
Sbuffo seccata e vado a prendere il telefono. È Giammarco, il mio migliore amico.
-Hey, Giammi dimmi. E prega che sia qualcosa di importante perché mi stavo rilassando- gli rispondo minacciosa.
-Dolcezza, come siamo cattive oggi- ridacchia lui- comunque volevo sapere se potevo fare un salto lì, ho voglia di un tuo abbraccio-.
Rido per la stupidata che mi ha appena detto. A volte lui era così; gli venivano certe voglie così strane ed improvvise che non sapevi mai cosa gli frullava in testa.
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L'Incantatrice - Fino alla fine
Action{COMPLETO/IN REVISIONE} Tutto può accadere, come un fulmine a ciel sereno. Trovare ragazze con la passione per le auto, è raro. Trovarne con l'adrenalina che scorre nelle vene quando tiene una Porsche a duecento chilometri orari in autostrada, lo è...