LVI. Sono felice.

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Capitolo sconsigliato ai deboli di cuore in amore :).

Dopo una maglietta fradicia di sudore, un possibile attacco cardiaco e il motore quasi fuso della Porsche, la macchina di Maxi tocca terra intera.

La sveglia suona alle sette in punto, facendomi sobbalzare. Mugugno qualcosa di incomprensibile ed esco un braccio dalle soffici coperte per farla cadere per terra con una manata, facendola tacere definitivamente.

-Prima o poi distruggerai tutte le sveglie che papà ti compra.- mugugna Jordan a pochi centimetri dal mio orecchio.

Cerco a tentoni il suo volto, per dargli lo schiaffo del buongiorno, diventato regolare da qualche tempo a questa parte. Ho la testa immersa sotto strati infiniti di coperte e appoggiata al petto solido di Jordan. –Non rompere, antipatico.-

Stringe le mie spalle in un abbraccio fraterno, per poi tapparmi il naso per qualche secondo. Scaccio la sua mano, ed esco la testa dallo spazio ristretto in cui ormai si soffocava, alzando lo sguardo sul mento di Jordan. Gli tiro una piccola porzione di pelle, facendolo voltare verso di me. Ha ancora gli occhi quasi del tutto chiusi per il sonno, sbadiglia in continuazione passandosi una mano fra i capelli corti.

-Ciao.- sussurro, sbadigliando a mia volta. Mi stacco dal suo abbraccio abbandonandomi per morta sul materasso, stiracchiandomi prepotentemente e per sbaglio sbatto una mano sul naso di Jordan, che mugugna infastidito. –Alzati, omone.-

Lui si gira dall'altra parte, dandomi le spalle. Sbuffo, assestandogli una sculacciata talmente forte che lo fa sobbalzare e finire giù dal letto con un tonfo.

-Te la sei cercata.- borbotto ridacchiando, sotto i suoi lamenti.

Jordan si alza in piedi dolorante, e scoppio a ridere quando noto i ciuffi di capelli sparati in tutte le direzioni e le sue occhiate omicide. Mi fa il dito medio, prima di buttarsi sul letto di peso e faccio un salto di dieci centimetri, cercando di aggrapparmi alle lenzuola.

-Direi che per questa mattina siamo pari.- borbotto, provando ad ucciderlo con una cuscinata che però va decisamente fuori rotta, finendo dall'altra parte della stanza. –Non ho mira a capo di mattina.-

Lui ride a crepapelle e dopo avermi accarezzato la nuca, esce dalla stanza per andare in bagno. Segui il suo esempio, rinchiudendomi nel bagno in camera con la musica sparata a tutto volume mentre faccio la doccia.

Canto a squarciagola On my mind di Ellie Goulding pettinando i capelli, e ondeggio l'accappatoio come se fosse un lungo vestito.

"Si. La mattina sembro una problematica fino al midollo."

Acciuffo il cellulare, e usandolo come microfono, spalanco la porta del bagno con gli occhi chiusi.

I always hear, always hear them talking
Talking 'bout a girl, 'bout a girl with my name
Saying that I hurt you but I still don't get it
You didn't love me, no, not really
Wait, I could have really liked you
I'll bet, I'll bet that's why I keep on thinking 'bout you
It's a shame (shame), you said I was good
So I poured it down, so I poured it down


And now I don't understand it
You don't mess with love, you mess with the truth
And I know I shouldn't say it
But my heart don't understand


Concludo il ritornello, e riapro gli occhi mentre continuo a ballare ma lancio un urlo quando noto la figura di Manuel seduto sul mio letto, che mi guarda divertito.

-Buongiorno.- sussurra, alzandosi dal letto e viene verso di me, che sono rimasta imbambolata a fissarlo.

-C-ciao.- balbetto, arrossendo violentemente per la sua vicinanza e rendendomi conto del fatto che indosso l'accappatoio. –Scusa per ciò che hai visto, non ti ho sentito.-

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora