XXVI. Nuovo anno, nuova vita.

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Le do qualche pacca sulla schiena, in modo impacciato, per confortarla ma poi la scosto, afferrando le sue spalle. -E adesso, come dice sempre Alyssa, che lo spettacolo abbia inizio-.

Mi alzo in piedi, cercando di ignorare il senso di nausea che continua a martellarmi nel petto e monto sulla Porsche, avviandola, senza dire una parola.

Raggiungo la linea del via, facendo slalom tra i ragazzi nel parcheggio, che non accennano a spostarsi al passaggio della Porsche. Posiziono la macchina dietro la linea bianca di partenza, aspettando il mio avversario ma, visto che non si fa vivo, mi metto comoda sul sedile, ascoltando della musica con gli auricolari.

Passano secondi, minuti ma quell'uomo non si fa vedere, al che sono tentata di andarmene, però noto un baluginare di fari nello specchietto retrovisore della 911. Vengo affiancata da una Mercedes SL blu metallizzato, finestrini oscurati; faccio una smorfia.

"Non so se odio di più l'auto o colui che vi è al suo interno"

Il finestrino oscurato si abbassa, mostrandomi il suo faccione grassoccio sul quale è stampato un grosso ghigno. Ghigno che mi divertirò a far scomparire al più presto.

-Scusa per il ritardo, troietta. Sono pronto-biascica, ancora brillo.

Gli lancio un'occhiata veloce, notando il suo colorito assumere una colorazione violacea. -Ritirati, prima che tu segni la tua condanna al volante di quell' auto, che, con tanto di offesa, fa schifo-.

Mi lancia un'occhiata, divertito. -Staremo a vedere, bellezza-.

Sbuffo, sfilando gli auricolari dalle mie orecchie, poggiandoli sul sedile del passeggero e picchetto sul pomello del cambio, in attesa che qualcuno venga a darci il via. Pochi secondi dopo, Ilyà con la sua solita espressione scocciata, si piazza tra le due auto.

Alza una mano in aria, iniziando in countdown. Imposto la prima, assaggiando l'acceleratore e il motore borbotta, impaziente di sprigionare la potenza di tutti i suoi cavalli.

Un istante prima di abbassare la mano, il russo mi lancia un'occhiata, a cui però non do particolarmente conto, quando pigio l'acceleratore, facendo scattare avanti la Porsche.

La Mercedes mi segue a ruota, ma perdendo vari metri, come se fosse stata colta di sorpresa. La lancetta del tachimetro si alza sempre di più, fomentata dalla mia rabbia nei confronti di quell'uomo, le marce scorrono come acqua sotto la mia mano.

Affronto la prima curva a gomito, frenando leggermente mentre sterzo bruscamente, inoltrandomi nel bosco; accendo i fari. Dietro di me non vi è nemmeno l'ombra della Mercedes, che molto probabilmente avrà battuto ritirata, ma rimango in allerta.

Riporto lo sguardo sull'asfalto, nell'esatto momento in cui vedo un'ombra uscire dalla foresta e piazzarsi al centro della strada; un cerbiatto.
Freno bruscamente mentre vengo sballotata in avanti e sbatto la fronte sullo sterzo, suonando il clacson erroneamente.

La creatura, spaventata, scappa attraversando la strada però non arriva a inoltrarsi che, una macchia blu metallizzato alla mia sinistra, lo investe in pieno, facendolo volare in aria fra gli schizzi di sangue che giungono anche al mio parabrezza.

Osservo sbalordita la Mercedes di Federico, procedere impertinente, mangiando asfalto a tutta velocità. Ancora con la paura che circola nelle vene, premo l'acceleratore per raggiungere quell' essere mostruoso.

La Porsche risponde ai miei comandi immediatamente, come se fosse il prolungamento dei miei arti; intravedo i fari posteriori della Mercedes, affrontare la seconda curva, a una velocità tale che mi domando come non abbia fatto a volare.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora