XXXV. Chiusa una porta, si apre un portone.

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"Chiusa una porta, si apre un portone"

Non ho la più pallida idea di cosa mi stia frullando in testa, adesso; una sola parola rimbomba dentro essa: tradimento. Mi sento tradita nel più profondo, delusa.

Altre persone, in passato, mi avevano voltato le spalle, ma mai prima d'ora avevo provato un simile dolore: che ti attanaglia il cuore, stringendolo in un morsa soffocante, il respiro incastrato nei polmoni e il pensiero di essere sbagliata, in testa. L'unica cosa che mi chiedo è se avessi potuto fare qualcosa, per evitare tutto ciò; ma non riesco a trovare una risposta.

Ciò mi rende agitata e ancora più chiusa in me stessa, con il timore che altre persone a cui tengo realmente, esattamente come Giammarco, abbiano il coraggio di voltarmi le spalle per qualcuno migliore di me. So di non essere la persona migliore del mondo, ho tanti difetti, ma avete presente quella sensazione che provate magari anche con una sola persona? Quel sentimento che non ti fa sentire sbagliata, nel tuo piccolo? Bella, ma ferita.

Per questo non voglio creare ponti che collegano il mio cuore a qualcun altro, per evitare di soffrire quanto essi si spezzano, strappandomi via un alto pezzo del mio cuore, ormai martoriato dl dolore. Non ne posso più distare male per persone a cui non importa nulla dei miei sentimenti... Credevo in me e Giammarco, speravo che nel tempo saremmo potuti diventare qualcosa di più che semplici fidanzati, ma questo sogno è andato in frantumi.

Tuttavia, gli auguro tutto il bene di questo mondo; perché? Perché, per quanto io lo possa conoscere, so che non farebbe mai del male a qualcuno, volontariamente. So che molto probabilmente mi pentirò di ciò che sto pensando, ma io ci tengo tutt'ora a lui e dimenticarlo so che sarà un'impresa ardua.

-Anna-, mi richiama la voce di Alyssa alla realtà.

Mi volto nella sua direzione, osservandola spaesata. -Si?-

-Jordan ti ha appena fatto una domanda-, riprende lei, lanciandomi un'occhiata di traverso.

Sposto la visuale sul ragazzo bruno davanti a me, con le posate sollevate a mezz'aria e lo sguardo incuriosito, poggiato su di me. Arrossisco lievemente, a disagio; non mi sarei dovuta far trascinare da mio padre a cena. Preferirei starmene da sola, al momento.

-Scusa, stavo pensando ad altro. Dimmi-, dico, poggiando lo sguardo sul piatto ancora pieno di fronte a me.

"E dire che fino a una trentina di minuti fa sarei stata capace di mangiarmi anche un toro, per quanto avevo fame"

-Tutto okay?- chiede Jordan, il tono incuriosito.

-Sempre-, rispondo, facendo rotolare un pezzo di lattuga sul bordo del piatto con la forchetta.

-Dalla tua faccia non si direbbe-, insiste lui.

Alzo lo sguardo su di lui, guardandolo arcigna. Magari la smette di tartassarmi.

-Cosa non ti è chiaro del "è tutto okay"?-, ribatto, incrociando le braccia al petto.

Inarca un sopracciglio, divertito e incrocia le braccia al petto, a sua volta, mettendo in evidenza i muscoli delle braccia. Deglutisco rumorosamente, quando il mio sguardo cade su di esse.

-Ciclo?-, tira ad indovinare lui.

-Bidonata-, rispondo guardandolo male.

-Riparabile?-, domanda, sorridendo.

-Nulla che la Nutella non possa rincollare-, concludo, con un tono leggermente ironico, perché è mia intenzione di rinchiudermi in camera, a partire da domani, a mangiare solo Nutella, guardando tutti i film di Fast and Furios.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora