LXIII (parte II). Lo faccio per il tuo bene.

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Giammarco annuisce, passando una mano sulla carrozzeria della Ferrari grigio titanio. –Adesso, bando alle ciance. Ci vediamo in pista. -

-Ti farò mangiare la polvere.- concludo, prima di voltargli le spalle e andare dalla mia Porsche, i cui fari sembrano guardarmi tristemente.

-Anna...- Manuel mi raggiunge, abbracciandomi da dietro. Rimango impassibile a fissare la carrozzeria rossa della Porsche, con il sangue che ribolle nelle vene e la voglia di tirare un cazzotto a Giammarco che ritorna presente. –Non credo a una sola parola di ciò che ha detto. So che in realtà sei una persona dolce.-

Lascio uscire dalla mia bocca un sospiro, passando due dita sull'avambraccio tatuato di Manuel e traccio il contorno delle ali di una farfalla poggiata su una rosa, in bianco e nero. –Non so più cosa pensare.-

-Anna, guardami.- Mi fa voltare, incastrando i suoi occhi nei miei con prepotenza. –Ci sarò sempre io con te, potrai sempre fidarti di me.-

Trattengo il respiro, ammettendo i miei timori. –Io... io, ho paura che tu sia come lui. Non faccio altro che attirare persone... malvage. Sento che tu sei diverso, ma ho il timore che il mio istinto si stia sbagliando.-

I suoi occhi si fanno tristi, e mi si stringe il cuore a vederlo così, ma sento il dovere di essere completamente sincera con lui.

-Una...- sussurra, stringendo la presa su di me. –Dammi una sola possibilità. Ti supplico.-

Poggio una mano sulla sua guancia liscia, e la mia bocca parla prima che possa formulare un pensiero. –Va bene.-

Il suo sorriso candido quasi mi acceca, prima che le sue labbra entrino in contatto con le mie. Sorrido a mia volta sulle sue labbra, cingendo il collo con le mie braccia. Mi lascia dei piccoli baci a stampo, ripetendo in continuazione "Grazie, grazie" ma dopo un po' è costretto a lasciarmi perché si ricorda della gara e corre verso una Lamborghini Gallardo.

Con la mente ancora frastornata, mi metto alla guida della Porsche e seguo la Lamborghini fuori dal parcheggio. Accerchiamo la Ferrari, intravedendo la figura di Laura al volante. Quasi scoppio a ridere quando noto la posizione sbagliata delle sue mani sul voltante: indica che è una principiante.

-Facevi prima a guidare tu stesso, caro Giammarco.- Ridacchio, mentre un uomo tatuato e robusto si avvicina alla mia auto. Abbasso il finestrino per sentire cosa ha da dire.

-Questa sera un paio di volanti della polizia stanno pattugliando la zona. Siete sicuri di gareggiare a vostro rischio e pericolo?- Il suo tono sembra quasi disinteressato, ma noto un accenno di preoccupazione.

Annuisco, stringendo le mani sul volante e aspetto che faccia il giro delle altre auto prima di richiudere il finestrino, inserendo la prima. Una ragazza con un paio di pantaloncini e il pezzo di sopra di un costume, viene a dare il via con una bandierina bianca.

Il mio cellulare squilla, e rispondo tramite il Bluetooth. –Manuel, dimmi.-

-Stai davanti a me. Giammarco non ti potrà superare se ci sono io dietro di te. Affido a te il comando.- Il rombo del motore sovrasta la sua voce in certi punti, ma capisco ogni singola parola.

Annuisco, e quando chiudo la chiamata, noto che il conto alla rovescia è arrivato già a tre. Preparo il piede sull'acceleratore, pronta a scattare quando la ragazza fa cadere il fazzoletto per terra e accelero bruscamente, mettendomi davanti a tutti. Manuel dietro di me, Laura dietro di lui. Tutto come previsto.

Proseguiamo in fila indiana per altri trecento metri, lungo tutta la costa e poi svolto bruscamente a sinistra, inserendomi in una stradina costeggiata da bancarelle; le persone si allontanano, urlando. Faccio lo slalom per evitare delle persone, e un bambino paffuto si mette in piedi su una bancarella indicando le auto con volto colmo di stupore.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora