Annuisco. -Usciamo fuori. Nel garage potremmo parlare tranquillamente.-
Usciamo di soppiatto da casa, con la sensazione di avere lo sguardo di qualcuno puntato su di me e ci rifugiamo nel garage, fra le auto di mio padre.
-Puffetta, non sai quanto mi sei mancata.- Mi stringe nuovamente a sé.
Lascio la borsetta sul cofano di una Aston, e ricambio l'abbraccio affettuosamente.
-Come stai, Giu?- sussurro, affondando il volto nella sua camicia.
-Si va avanti, e tu? Come stai da dopo l'incidente?- chiede, allontanandomi di poco dal suo petto e osservandolo attentamente in volto.
Non vedo Giulio dal giorno in cui mi sono risvegliata in ospedale, e solo ora mi rendo conto di quanto abbia sentito la sua mancanza in tutto questo tempo. Ho bisogno di qualcuno con cui poter parlare sinceramente e sfogarmi, perché tengo troppe cose non dette dentro di me.
E così faccio. Gli racconto tutto: di Giammarco e Laura, Ilyà, Manuel, Brian, mio padre e mia madre.
Lascio che tutte le frustrazioni vengano fuori, liberandomi di un grosso peso nello stomaco che stava diventando insostenibile.
-Quell'Ilyà non mi sta affatto simpatico.- si pronuncia, Giulio, alla fine del racconto. -Dovresti starci il più lontano possibile, non mi sembra una persona affidabile. È troppo imprevedibile.-
Rimango in silenzio, incapace di dare una vera e propria risposta a ciò che ha appena detto. Però so che ha ragione.
-Mi dispiace non poterti aiutare con Brian, ma sai che questo è un campo a me sconosciuto e non voglio inoltrarmi in un campo minato. Però se hai bisogno di me per qualsiasi cosa, hai sempre il mio numero di telefono a disposizione e sai dove abito.- Mi passa una mano fra i capelli, scompigliandoli.
Faccio una smorfia. -Ci ho messo venti minuti per sistemarli decentemente, non puoi mandare tutto all'aria così!-
Giulio fa spallucce, stringendomi a lui e rimaniamo in silenzio. Ascolto il battito rassicurante del suo cuore, sentendo una strana sensazione crescermi dentro lo stomaco. E so benissimo di cosa si tratta.
Il mio cervello, la mia bocca e il mio cuore hanno bisogno di sentir pronunciare quella domanda che è rimasta bloccata all'interno della mia gola fin dal primo momento che ho scorto la sua figura.
-Giulio...- sussurro, sapendo già che mi pentirò di quel che sto per dire. -Giammarco... come sta?-
I muscoli delle sue braccia si irrigidiscono, stringendomi più forte del dovuto e mi si mozza il respiro nei polmoni.
-Non lo vuoi sapere veramente.- ribatte, allontanandomi da lui e mi guarda con la fronte corrucciata.
Rimango in silenzio, abbassando lo sguardo sulle mie scarpe.
-Anna, non avevi deciso di andare oltre?- domanda retorico, riferendosi a ciò che gli ho raccontato qualche minuto fa.
Lo sento sbuffare pesantemente e poi il rumore sordo degli ammortizzatori della Aston mentre Giulio si poggia sul cofano. -Lui è andato avanti. Dovresti farlo pure tu, Anna. Mio fratello si è dimostrato da stronzo qual è ma tu non devi farti abbattere così.-
-In che senso è andato avanti?- domando timorosa, alzando lo sguardo sulla sua figura che mi osserva dispiaciuta.
-Nel senso che non si è guardato indietro e si vede con Laura tutti i giorni, a casa, a scuola... ovunque. E anche la notte.- risponde, rivolgendomi uno sguardo eloquente che capisco senza il bisogno di sapere altri dettagli.
STAI LEGGENDO
L'Incantatrice - Fino alla fine
Action{COMPLETO/IN REVISIONE} Tutto può accadere, come un fulmine a ciel sereno. Trovare ragazze con la passione per le auto, è raro. Trovarne con l'adrenalina che scorre nelle vene quando tiene una Porsche a duecento chilometri orari in autostrada, lo è...