VIII. Mai un momento di pace.

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La settimana passa tranquillamente.
La mia amicizia con Alyssa si sta facendo sempre più forte. È una persona che mi capisce e immagina come io mi stia sentendo in questo momento.
Sono uscita varie volte con Giu, Giammi , Laura e gli ho presentato la mia sorellastra.
Lei e Laura non vanno stranamente d'accordo.
Anche io ne sono stupita.
- Per me si vanta troppo-.
È stata questa la motivazione che mi ha dato Alyssa.
Io ho fatto spallucce e non ho più insistito.
Domani è Natale e indovinate chi non ha fatto ancora nessuno regalo? Pensate che sia io?
Beh pensate bene.
Infatti eccomi con Alyssa e Giammi appresso che, come pazzi, stiamo girando per ore in città.
Entriamo nel decimo....o ventesimo....Non so ho perso il conto..... negozio della giornata in cerca del regalo per Alessandro. Alyssa, siccome non lo conosco per niente, dice di puntare su una cravatta. Ho scoperto che ne ha una collezione molto assortita e che ne va matto.
Faccio vagare lo sguardo tra tutte le cravatte presenti in questo negozio e ne trovo una particolarmente buffa.
Sembrerebbe una banale cravatta nera, ma a quanto dice la commessa se esposta alla luce si schiarisce e appare un'immagine di babbo Natale sulle slitta.
Mi è sembrato un bel e comico regalo e quindi ho deciso si comprarlo.
Ci fermiamo per un pò in un bar.
Ci accomodiamo e studiamo il menù, anche se per quante volte ci sono venuta lo so a memoria.
Dopo un pò viene un cameriere sulla ventina, castano e molto alto.
-Posso esservi d'aiuto?-domanda gentilmente a tutti ma mantenendo lo sguardo su di me.
-Si grazie. Io prendo una cioccolata calda, due cornetti alla nutella, uno con crema al pistacchio e due ciambelle con glassa alla fragola-ordino io.
Prima di prendere l'ordine rimanere qualche secondo a fissarmi con la bocca leggermente spalancata sotto il mio sguardo interrogativo.
"Che ha da guardare?" Penso.
Anche gli altri ordinano e lui, dopo avermi lasciato un'ultima occhiata sa ne va affermando che tra poco sarebbe tornato con i nostri ordini.
- Non Ti sembra di aver esagerato col cibo?- Mi chiede Aly accanto a me.
Rivolgo lo sguardo verso di lei:-Aly se c'è una cosa che non devi mai scordare è che mangio peggio di un camionista-.
Giammi, di fronte a me, sghignazza perchè sa perfettamente che ho ragione e io gli faccio la linguaccia.
Il cameriere ritorna con un vassoio nel quale sono poggiati tutti i nostri ordini, la cui maggior parte sono miei.
Poggia tutto sul tavolo e fa per andarsene ma prima, si china su di me e mi sussurra all'orecchio:-Sotto alla ciambella ho scritto il mio numero su un tovagliolo. Aspetto la tua telefonata-.
E come se fosse niente se ne va con un ghigno stampato in volto.
Mi sto trattenendo a malapena dal ridere e Giammi e Aly mi guardando interrogativi mentre prendo il tovagliolino da sotto la ciambella per leggere il numero che ha scritto.
Lo volto verso Giammi che appena lo vede diventa paonazzo dalla rabbia e prima che possa dire qualcosa, si alza, mi strappa di mano il tovagliolo e a passo spedito va dal ragazzo che sta servendo un'altro tavolo.
Non sento ciò che gli dice perchè sono troppo distanti ma vedo il ragazzo farsi rosso dall'imbarazzo e rimettersi il biglietto in tasca abbassando il capo.
Giammi ritorna al tavolo con una calma tale che penso possa implodere.
-Risolto-dice sedendosi e cominciando a mangiare.
- Ma Come? Che gli hai detto?- dice Aly muovendosi nervosamente sulla sedia.
- Che la prossima volta che ci prova con la mia ragazza un viaggio verso l'ospedale non glielo impedisce nessuno-dice masticando il suo muffin ai mirtilli.
Io e Aly scoppiamo a ridere e poi, dopo aver inghiottito, si aggiunge pure Giammarco.
-Peccato però era carino-ironizzo io ma non faccio altro che guadagnarmi un'occhiataccia dal mio ragazzo che poi mette il broncio.
-Su su sorridi non fare il bambino capriccioso-dico allungando una mano verso di lui e alzandogli un'angolo della bocca a mò di sorriso ma ciò che ottengo è una smorfia.
Rido ancora di più e credo mi abbiano sentito la maggior parte delle persone presenti qua dentro.
Ritiro il dito e continuiamo a mangiare tranquillamente.

-Ahhh. Casa dolce casa-affema Aly con voce stanca quando varchiamo la soglia.
Le faccio un sorriso di scuse.
Sempre io sono quella che lascia i regali all'ultimo.
Lei ricambia il sorriso e dopo aver poggiato i regali sotto l'albero sale sopra con la scusa di doversi fare una doccia.
Sento vibrare il telefono nella tasca del mio giubbotto e lo tiro fuori. È Giammi.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora