LVII. Nulla da nascondere.

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"Lui è diverso."

-An, stai facendo il fosso sul pavimento.- mi prende in giro, Alyssa.

L'appuntamento è fra pochi minuti ed è da venti che sto facendo avanti e indietro per il salotto, percorrendolo in lungo e in largo.

-Sto morendo.- ammetto; il cuore che scoppia dentro la cassa toracica. -Morirò.-

-Sei bellissima, Anna.- prova a tranquillizzarmi, con il mento poggiato sulla spalliera del divano. -Quello che morirà sarà lui.-

-Ma non è eccessivamente elegante?- domando per la centesima volta, alzando la gonna vaporosa.

-Se ti ha detto di indossare l'abito più elegante che trovi...- borbotta, alzando gli occhi al cielo. -Ti invidio. Vorrei anche io poter uscire con Nicholas. Qui dentro è una noia senza te che gironzoli fra i corridoi.-

Fermo la mia corsa, lanciandole uno sguardo dispiaciuto e mi lascio andare a un sospiro arrendevole. -Una pizza, non sul divano altrimenti papà trancia prima le mani a me e poi a te. Potete mettervi in camera mia, dato che c'è la TV. È nascosta da un pannello nel muro, troverai tutti i telecomandi nel cassetto del comodino. E dovrai convincere Jordan ad emigrare in un'altra stanza. I soldi per la pizza fatteli dare da lui dato che io ti sto già offrendo la stanza.-

Lei esulta, afferrando già il cellulare per chiamare il barista, ma la blocco. -Le mani a posto, Alyssa. Sei ancora piccola, non avere fretta.-

La mia sorellastra annuisce, convincendo anche me con la sua espressione e decido di fidarmi. Riprendo il mio cammino, sotto lo sguardo divertito di Alyssa dopo che ha mandato un messaggio al ragazzo.

-Tu l'hai già fatto?- domanda flebilmente, Aly, facendomi bloccare sul colpo e quasi scivolo a causa dei tacchi. Aggrotto le sopracciglia, senza capire, e le chiedo di spiegarsi meglio.

-Fare... si, insomma.- Le mani si muovono convulsamente in aria, senza il minimo senso ma riesco a recepire il messaggio.

-No.- ammetto, facendo spallucce. -Aspetto la persona e il momento giusto. Non è una corsa a chi va a letto prima con chi. Qui si tratta di rispetto e integrità morale.-

Annuisce, dandomi ragione e sono sul punto di dirle qualcos'altro quando suonano al campanello, e lancio un urletto impaurito. -Oh Gesù, cazzo! Cazzo, cazzo!-

Corro da un lato all'altro della stanza, acciuffando tutto ciò che mi serve per la serata che avevo sparso ovunque.

-Tu non mi hai mai sentito dire parolacce. Sono la sorella la maggiore e dovrei dare il buon esempio.- dico sbrigativamente, facendo giurare ad Alyssa di non dirlo ad anima viva e prima di aprire il portone, riprendo fiato, sistemo i capelli e chiedo un'ultima approvazione di Alyssa.

-Buonasera.- mi saluta Manuel, appena mi è comparsa la sua figura davanti.

È bellissimo con il completo elegante, i capelli lasciati liberi senza un filo di gel - cosa per cui sono profondamente grata.

-Anna...- sussurra, guardandomi esterrefatto. -Non so che dire...-

Passo una mano sul tessuto liscio della gonna lunga, contenta che gli sia piaciuto. Me lo ha consigliato Miriam, assicurandomi del fatto che gli avrebbe fatto girare la testa. È un abito senza spalline, con un scollo a cuore non troppo profondo, la gonna è in tulle non eccessivamente vaporoso, coperta di fiori e rampicanti ricamati dal busto fino all'accenno di strascico, il tessuto sfuma dal viola al blu fino al ginocchio, e poi dall'arancione al rosso. Abbinato a un paio di decolté nero lucido, i capelli lasciati liberi, ondulati, un sottile strato di ombretto blu che diventa viola nella coda, mascara e burro cacao.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora