XLII. Accidenti a te!

1.6K 66 1
                                    

P.s: Se la canzone che ho inserito nel capitolo non vi piace, potete ascoltare anche Megan Trainor- Dear Futur Husband. Buona lettura!

Esco fuori dalla macchina, sentendo il livello dell'ansia raggiungere livelli degni del testosterone del ragazzo della consegna.

"È arrivato il momento di gettare le armi"

L'area a me circostante è situata in una zona periferica, inizialmente usata come campi da coltivare. Successivamente vi è stato costruito il cimitero, per i caduti in guerra, con sentieri in ciottolato e alberi sparsi ovunque, il tutto recintato da mura spesse e un pesante cancello alto tre metri in ferro battuto nero.

Gli sparuti fiorai hanno costruito la propria baracca appoggiata sul muro, in modo tale da lasciare libero il passaggio stradale nel parcheggio in terra battuta con alberi secolari a farvi ombra.

Sorrido leggermente, quando un'anziana signora dai capelli bianchi che è seduta su una sedia vicino alla propria baracca, nota la mia presenza accanto alla Aston Martin e alza una mano in segno di saluto.

La raggiungo, camminando tranquillamente con il braccio destro ancora ingessato stretto al petto; Ilyà alle calcagna.

-Buongiorno Margherì, come sta?- Saluto, lasciandole un bacio sulla guancia.

Margherì Durant, un'anziana signora francese che ha deciso di lasciare la sua fantastica Parigi, per inseguire l'amore della sua vita, qui. Ricordo ancora la foto che mi mostrò qualche anno fa, quando ci siamo conosciute esattamente nella stessa posizione attuale: nell'immagine aveva lunghi capelli castani, raccolti in una coda fluente e indossava un vestito nero a pois bianchi, in stile anni '70. Accanto a lei un uomo molto alto, smilzo e dallo sguardo giocoso, le teneva una mano sul fianco mentre faceva una linguaccia alla fotocamera, indossando la divisa da militare.

Adesso i suoi capelli castani sono bianchi, portati alle spalle. Le righe solcano il viso dolce, contornando gli occhi azzurro cielo, ormai segnati dall'età avanzata e dalla solitudine. La corporatura magra e minuti.

-Cara, da quanto è che non ti vedo! Solitamente venivi tutte le mattina, prima di andare a scuola... Non ti ho più visto, e mi chiedevo che fine avessi fatto.- ammette preoccupata, guardandomi con affetto materno negli occhi azzurri.

-Margherì, non potrei mai scordarmi di lei...- la tranquillizzo, poggiandole una mano sulla spalla ossuta. -Come sta tuo marito?-

Frederic Durant, il marito dell'anziana signora è morto durante la seconda guerra mondiale, quando una granata gli è esplosa davanti ai suoi piedi. Ogni volta che parla di lui vedo amore e malinconia riflessi nei suoi occhi ormai resi liquidi dalla vecchiaia, ma la prima cosa che mi ha detto quando ci siamo conosciute, è stata: "Per me, nel mio cuore, mio marito è ancora vivo. Perciò, quando vorrai, potrai chiedermi come sta."

Non sono riuscita a comprendere il perché del suo volere, ma ho deciso di assecondarla.

-Bene, cara, molto bene. Adesso non si sente più solo, dato che a breve lo raggiungerò.- sussurra lei, sorridendomi triste.

Strizzo gli occhi, capendo il significato sottointeso nelle sue parole, e provo a fermare le lacrime che si stanno accumulando dentro le palpebre.

"Non dire ciò che pensi, Anna... Non dirle la verità"

-Sono contenta di ciò, Margherì. Finalmente potrete tornare uniti come prima... Domani verrò a trovarla, okay? Solito orario.- Sorrido malinconica, poggiando la mano sul suo capo, quasi privo di capelli.

-Ne sono contenta, cara.- ammette, continuandomi a sorridere, a conoscenza di ciò che le aspetta tra poco.

Una piccola lacrima sfugge alla presa, ma viene subito cancellata dalla sua mano calda, che si poggia sulla mia guancia.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora